Dall’agonismo giovanile al palco dell’Ariston: la cantante rivela a Players Lounge – il podcast di TennisTalker – come la disciplina sportiva continui a guidarla anche nella musica
Nella nuova puntata di Players Lounge, il podcast di Tennis Talker condotto da Emmanuel Marian e Roberto Marcora, l’ospite è stata una voce giovane, ma già protagonista della musica italiana: Sarah Toscano, vincitrice di Amici 2024 e reduce dal suo debutto a Sanremo. Ma dietro l’artista che sta preparando l’uscita del suo primo disco e due live a Milano e Roma, c’è una ragazza cresciuta con la racchetta in mano.
Classe 2006, nata a Vigevano, best ranking 2.7 secondo il “cervellone” di Tennis Talker, Sarah ha praticato tennis agonistico per anni. Non è diventata professionista, ma lo sport è stato una parte importante del suo percorso: “Nel tennis prima di imparare una cosa bene ci vuole tempo. Così è anche nella musica: non basta un giorno in studio per scrivere un pezzo, ci vogliono anni per sentirsi davvero pronti“, ha raccontato.
Sarah Toscano è su TennisTalker
Il tennis come scuola di vita
Il ricordo corre alle domeniche a Selva Alta, dove Sarah faceva il tifo per la squadra di serie A dove militava Marcora e raccoglieva le palle a bordo campo. “Io c’ero quando loro perdevano e salivano di categoria, dalla Serie 2 alla Serie 1. Correvo avanti e indietro, mi sentivo parte della squadra”, ha detto sorridendo.
Sul tema della pressione, il parallelo con la musica è inevitabile. Se per un tennista è difficile giocare in casa davanti a chi conosce, per Sarah salire sul palco davanti ad amici e familiari è ancora più complicato che cantare per migliaia di sconosciuti: “Con la gente che conosco vado in tilt, voglio essere perfetta e finisco per bloccarmi. Invece con un pubblico nuovo riesco a lasciarmi andare”.
Ansia, disciplina e… Match Point!
Durante la chiacchierata è emerso come, durante le partite di tennis, spesso fosse sopraffatta dall’ansia: “A 12 anni mi arrabbiavo tantissimo per ogni errore. I miei maestri mi imposero un anno intero di silenzio in campo: non potevo lamentarmi. È stato devastante, perché mi sono chiusa troppo”. Una lezione che oggi ritrova nella carriera artistica: imparare a dosare la pressione, senza lasciarsi schiacciare.
Il legame tra sport e musica è presente anche nel suo prossimo album in uscita in questi giorni. Una delle tracce si intitola “Match Point”: “Non volevo solo citare il tennis: volevo proprio riempire la canzone di riferimenti che capissero anche i non tennisti. Alla fine il match point è una metafora perfetta di quei momenti decisivi che vivi anche sul palco“.
Dai tornei alle tournée
Sarah ha raccontato di aver giocato contro giovani che sono poi salite alla ribalta nel mondo del tennis professionistico, come per esempio Tyra Grant, recentemente convocata da Tathiana Garbin a far parte della nazionale italiana nella Billie Jean King Cup: “Una volta mi ha battuto 7-5, 7-5 al Foro Italico. Io ero arrabbiatissima, ma lei era già fortissima. Alla fine posso dire di aver perso con onore”.
Oggi la aspettano un disco in uscita e due concerti-evento (18 ottobre a Milano e 25 ottobre a Roma). Ma la filosofia resta la stessa: il nomadismo dei tour ricorda quello delle trasferte da tennista, e la soddisfazione di un live riuscito somiglia a quella di un match vinto dopo anni di allenamento.
Una doppia eredità
Figlia di due genitori che suonano e giocano a tennis, Sarah porta avanti entrambe le passioni di famiglia. “Non sono la pecora nera: ho preso proprio da loro sia la musica che lo sport”, racconta.
Il tennis le ha insegnato anche che “Quando qualcosa arriva facile non riesci a godertelo. È molto più bello sapere che ci hai messo anni di impegno“.
Oggi Sarah ha sostituito il campo da tennis con il palcoscenico ed è pronta a giocarsi il suo personale match point anche nella musica.