Mentre tutti gli altri Slam hanno già adottato l’Electronic Line Calling, Parigi difende la tradizione e punta sull’eccellenza dell’arbitraggio francese
Il Roland Garros continuerà a distinguersi. La Federazione francese di tennis (FFT) ha annunciato che per l’edizione 2026 dello Slam parigino resteranno in campo i giudici di linea, a differenza di quanto accade negli altri tre major — Australian Open, Wimbledon e US Open — che hanno già abbracciato l’Electronic Line Calling (ELC).
La scelta della FFT
Secondo la federazione, gli arbitri francesi garantiscono uno standard di qualità riconosciuto a livello mondiale. “Per il prossimo Roland Garros continueremo a valorizzare l’eccellenza dell’arbitraggio francese, che porta completa soddisfazione all’organizzazione del torneo“, si legge nella nota diffusa lunedì.
Nell’edizione 2025 erano stati impiegati 404 arbitri, di cui 284 francesi, un vero esercito in grado di presidiare i campi parigini. Il fatto che sui campi in terra rossa si possano verificare le tracce lasciate dalla pallina è sicuramente un elemento a favore della componente umana
La tecnologia avanza, ma non convince tutti
L’ELC, sperimentato per la prima volta alle Next Gen Finals di Milano nel 2017 e adottato su larga scala durante la pandemia, è ormai la norma su tutto il circuito ATP e in gran parte dei tornei WTA. La sua diffusione ha ridotto errori e contestazioni, ma non è priva di critiche.
A Wimbledon 2025 alcuni malfunzionamenti hanno fatto discutere, mentre in tornei su terra come Madrid e Stoccarda alcune chiamate del sistema hanno lasciato perplessi i giocatori. Indimenticabile Zverev a Madrid che, in disaccordo con la chiamata elettronica, ha fotografato il segno lasciato sulla terra rossa per poi postarlo sui social. La tecnologia è stata sviluppata per adattarsi a tutte le superfici, ma la terra battuta resta la più complessa da gestire.
E a Parigi, almeno per un altro anno, il “bip” elettronico resterà fuori dalla terra rossa.