Boris Becker ha commentato la finale dello US Open fra Sinner ed Alcaraz al suo podcast “Becker Petkovic”, esprimendo un po’ di delusione per il livello espresso dal tennista italiano

Sono parole dure ma anche molto sincere quelle espresse da Boris Becker nei confronti di Jannik Sinner nel corso del podcast “Becker Petkovic”, realizzato dall’ex numero uno al mondo insieme alla ex tennista top 10 Andrea Petkovic. Come riportato da tennis 365, il campione tedesco, vincitore dello US Open nel 1989, ha analizzato la finale fra Sinner e Alcaraz esprimendo un po’ di delusione per il livello di gioco messo in mostra dal numero uno azzurro durante l’evento: “Sono uno che dice sempre la verità: sono stato un po’ deluso. Mi aspettavo di più” – ha dichiarato Becker durante il podcast, andando poi ad analizzare le differenze in questo momento fra i due giocatori.

L’analisi di Becker sulla finale dello US Open

“Naturalmente non sono stato deluso da Alcaraz. Perché ha giocato un tennis migliore di quanto fatto vedere lo scorso anno. Ha messo in mostra più variazioni, più cambi di velocità. Ha giocato dei serve and volley, slice di rovescio, e dritti dove non riesci a vedere la palla. E penso che Sinner, per la prima volta, è rimasto fermo con il suo gioco. Adesso è prevedibile. Sai già cosa succede sempr,e e non è un male che la vedo io in questo modo, ma è peggio per lui che Alcaraz la veda così. Penso che per la prima volta Alcaraz ha fatto un passo in avanti e Sinner è rimasto lo stesso” – ha detto il tedesco.

Le parole di Becker ricalcano un po’ quello che l’azzurro stesso ha detto in conferenza stampa: “Nella conferenza dopo la partita Sinner, ha detto sempre molto onestamente, che lui (Alcaraz ndr.) ha sviluppato più gioco e io (Sinner ndr.) no. E credo che sia fantastico che lui lo dica. Io ho avvertito lo stesso. Non c’è mai stata discussione per me , anche dopo il secondo set, su chi avrebbe vinto la partita alla fine, e non ho mai visto ciò in un’altra finale tra di loro” – ha concluso il 6 volte vincitore di uno Slam.