Carlos Alcaraz si prende la rivincita su Novak Djokovic e conquista la finale dello US Open 2025. Sul cemento dell’Arthur Ashe Stadium, il murciano ha battuto il serbo con il punteggio di 6-4 7-6(4) 6-2, in due ore e 23 minuti di grande intensità
Djokovic, 38 anni e alla sua ennesima battaglia contro il tempo e i limiti fisici, ha provato con orgoglio a resistere, ma nulla ha potuto di fronte alla freschezza e alla qualità dello spagnolo. Alcaraz, dal canto suo, ha raggiunto l’ultimo atto senza perdere nemmeno un set: un’impresa che a New York non si vedeva dal 2015, quando ci riuscì Roger Federer (poi sconfitto proprio da Nole in finale).
Il match
L’inizio è stato subito in salita per Djokovic: break Alcaraz nel game d’apertura, colpi esplosivi che hanno subito messo in chiaro le intenzioni del campione del Roland Garros. Il serbo ha reagito, affidandosi al servizio e alla sua proverbiale solidità, ma il primo set si è chiuso 6-4 in favore dello spagnolo.
Nel secondo parziale sembrava potersi scrivere un copione diverso: Nole avanti 3-0 grazie a un break, capace di imbrigliare Alcaraz con variazioni e scambi durissimi. Ma il murciano, con un passante incrociato solo di polso, ha trovato la scintilla per ribaltare l’inerzia. Recuperato lo svantaggio, ha poi imposto il suo ritmo nel tie-break, chiuso 7-4 con lucidità e freddezza nei momenti decisivi.
Il terzo set è stato quasi una resa: due doppi falli di Djokovic nel quarto game hanno consegnato il break ad Alcaraz, che da lì in avanti ha dilagato fino al 6-2 finale, sotto gli applausi del pubblico newyorkese che ha salutato con rispetto l’uscita di scena del campione serbo.
I numeri e la prospettiva
Con questa vittoria, Alcaraz raggiunge la sua settima finale Slam in carriera a soli 22 anni, diventando il terzo più giovane di sempre dopo Borg e Nadal a toccare questo traguardo. In più, il 2025 del murciano ha numeri impressionanti: 60 vittorie e solo 6 sconfitte, con un cammino che non lo ha mai visto uscire prima della finale da marzo in poi.
Djokovic, invece, lascia New York con la consapevolezza di aver dato tutto. Per la quarta volta consecutiva si ferma in semifinale Slam, ma resta comunque l’alternativa più credibile ad Alcaraz e Sinner, nonostante l’età. A 38 anni, la sua stagione ha avuto poche apparizioni fuori dagli Slam, eppure è arrivato tra i migliori quattro in ognuno dei Major. Segno di un livello ancora altissimo, anche se inevitabilmente condizionato dallo scorrere del tempo.