Naomi Osaka ha portato i pupazzi cult di Kasing Lung agli US Open 2025: così i Labubu sono diventati i protagonisti di Flushing Meadows
Naomi Osaka sa sempre come distinguersi su un campo da tennis: abiti, dettagli, scelte che trasformano ogni suo ingresso in campo in un piccolo evento. Agli US Open 2025, la tennista nippo-americana ha incuriosito tutti con un nuovo accessorio: i Labubu, i pupazzetti più eccentrici e collezionati del momento.
“Oh, don’t make me cry, man. Oh my God, the most devastating question” (“Oh, non farmi piangere… mio Dio, la domanda più devastante”), ha detto Osaka quasi in lacrime in conferenza stampa, dopo la sconfitta in semifinale contro Amanda Anisimova. Il motivo della sua emozione? Non solo l’uscita dal torneo, ma anche l’impossibilità di mostrare al mondo l’ultimo dei suoi Labubu personalizzati: “Onestamente, perdere va bene, ma non chiedetemi di questo Labubu… sì, sarebbe stato me”.
Facciamo un passo indietro: cosa sono i Labubu?
I Labubu sono creature nate dall’immaginazione dell’artista Kasing Lung e prodotte da Pop Mart, l’azienda cinese che ha trasformato i ‘blind box’ in un fenomeno globale. Con i loro occhi grandi e le orecchie a punta i Labubu sono diventati oggetti da collezione per milioni di appassionati, grazie ad edizioni limitate, collaborazioni e versioni customizzate.
La mania è partita dall’Asia, ha conquistato le celebrità e ora – grazie a Osaka – è arrivata anche nel magico mondo del tennis.
I Labubu scintillanti di Naomi Osaka
Agli US Open Osaka ha portato in campo i suoi Labubu personalizzati e tempestati di cristalli, abbinati agli outfit Nike e appesi al manico del borsone, ben visibili a ogni suo ingresso in campo.
Ha debuttato con Billie Jean Bling, un omaggio a Billie Jean King, accanto a un completo arancione con dettagli brillanti, accompagnato da un Labubu rosso abbinato.
Nel secondo turno, è stata la volta di Arthur Flashe, in riferimento ad Arthur Ashe, con un outfit lilla e un pupazzetto tempestato di cristalli blu e viola. Poi ancora Althea Glitterson, tributo ad Althea Gibson, e Andre Swagassi, dedicato ad Andre Agassi.

“Avrei avuto il fiocco, e sono a pezzi per questo”, ha detto Osaka, spiegando che il suo ultimo Labubu avrebbe avuto la gonna verde e il fiocco bianco, in ricordo dell’outfit delle sue vittorie nel 2018 e 2020.
Mania Labubu anche nel tennis?
Con Naomi Osaka i Labubu hanno fatto un salto di qualità e di notorietà: da oggetto cult del collezionismo a vero e proprio statement di stile nel mondo dello sport. Non più solo pupazzetti da ‘blind box’, ma accessori in stile con l’abbigliamento.
L’artista Kerin Rose Gold, che ha curato le versioni scintillanti viste a Flushing Meadows, ha raccontato che ogni Labubu è stato realizzato a mano e ogni nome – leggermente modificato – è stato abbinato ad alcune leggende del tennis americano.
Naomi Osaka non è arrivata in finale, ma sicuramente ogni sua apparizione in campo non è passata inosservata. Chissà, magari il Labubu versione tennista diventerà presto un oggetto da collezione, tra i più ricercati nelle “blind box”.