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    US Open: Musetti sfida Munar, l’estro contro la concretezza

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    Munar, l’uomo che resiste. Musetti, il pittore che deve imparare anche a sporcare la tela. Stasera la sfida per un posto nei quarti di finale

    C’è chi nasce per brillare, per illuminare il campo da gioco con colpi da maestro e chi invece deve badare al sodo. Jaume Munar, tennista classe 1997 appartiene senza dubbio alla seconda specie: quella dei tennisti che fanno della garra e l’abnegazione la loro arma migliore.

    Hanno un obiettivo questi giocatori: non regalare niente. Per loro è come un mantra, un dogma; non hanno bisogno di schiacciare il piede sull’acceleratore, loro sono capaci di sfiancarti lentamente, in modo costante e inesorabile.

    La forza della pazienza

    E quale sport migliore per esprimere la forza della pazienza se non il tennis. Ne sa qualcosa l’idolo di Munar, ovvero Rafael Nadal, che con la pazienza e la caparbietà è riuscito a vincere 22 slam. Jaume è stato per anni descritto come il suo erede: ambedue maiorchini, ambedue nati e cresciuti sulla terra, ambedue grandi lottatori. Eppure, in realtà, negli anni lo spagnolo si è un po’ perso. Nel gennaio 2015 sale al 3º posto nel ranking mondiale juniores, poi esordisce nel circuito ATP. La sua favola sembra sbocciare ma negli anni raggiungerà “solo” come best ranking la 52ª posizione mondiale nel 2019.

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    Successivamente Jaume cade ed esce dalla top100. Tuttavia l’iberico non molla, a dimostrazione anche che il suo stile di vita combacia con quello di gioco, ed è sempre lì, testardo, granitico. Ripartendo dai challenger e dai tornei minori. Adesso Jaume è tornato stabilmente nella top100 ed è adesso al suo personale best ranking al numero 44 del mondo.

    La sfida con Musetti, il talento puro

    Se da un lato abbiamo la forza di non mollare mai, dall’altra, stasera, ci troveremo di fronte a estro e “pazzia”. Questo è (o quantomeno era e rimarrà un pochino per sempre) Lorenzo Musetti. Talento puro e assoluto. Una sfida che ha il sapore dell’arte rinascimentale ed elitaria contro la resilienza prosaica. Musetti sa che per vincere dovrà imporre il suo ritmo, evitare di cadere nella tela fitta e appiccicosa di Munar che, invece, punta ad allungare la partita il più possibile.

    I precedenti e lo stato di forma

    Lo spagnolo viene da un 2025 ottimo. A Flushing Meadows ha sconfitto rispettivamente Faria, Diallo (tra l’altro 3 set a zero) e Bergs. Inoltre la scorsa settimana aveva raggiunto i quarti di finale all’Atp Winston Salem.

    Per quanto riguarda il carrarino invece dobbiamo fare una distinzione. Musetti fino al Roland-Garros: probabilmente la miglior stagione della carriera. Musetti dopo il Roland-Garros: grossa delusione. Ci potevamo aspettare una stagione sull’erba poco positiva anche per colpa dell’infortunio rimediato, ma dopo, l’italiano non ha brillato, anzi: sconfitta al primo turno a Washington e Cincinnati e solo secondo turno a Toronto. Per sua fortuna Lorenzo si è leggermente ritrovato a New York con un’ottima e non scontata vittoria contro Mpetshi Perricard e le due prestazioni corrette quanto basta contro Goffin e Cobolli. Una sola cosa è sicura per stasera: c’è il rischio trappolone (e il nome del trappolone è Munar).

    Che il trappolone non sia una suggestione lo suggeriscono anche i precedenti. Infatti negli scorsi scontri il tennista spagnolo è in vantaggio 2-1. Munar ha vinto anche l’ultima sfida tra i due a Hong Kong con il punteggio di 2-6 7-6 7-5 (quindi attenzione se la partita si allungherà).

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