La numero 1 del mondo Sabalenka vince senza problemi con la spagnola Bucsa. Prossima avversaria Vondrousova che si è imposta al terzo contro Rybakina. Nel match più lungo di questi US Open Barbora Krejcikova annulla 8 match point e vince un match storico
[1] A. Sabalenka b. C. Bucsa 6-1 6-4
Dominio totale della Sabalenka che in un’ora e un quarto spedisce Bucsa spesso fuori dal campo e, dunque, anche fuori dal torneo. Il primo parziale dura 27 minuti con Sabalenka che prende letteralmente a “pallate” la spagnola, sempre in difficoltà nel rispondere alla potenza russa. Le difficoltà, per la giocatrice iberica, sono state principalmente con la seconda: Aryna infatti ha vinto il 100% dei punti in risposta giocati sulla seconda di Bucsa. La spagnola serviva e, una volta controllato che la palla fosse entrata o meno, non faceva in tempo a riorganizzarsi che riceveva una bomba centrale dritta sul corpo…punto perso.
La finalista, mai vincitrice, di tutti gli slam stagionali nel secondo cala d’intensità. Permettendo così a Bucsa di rientrare leggermente in partita. Un break trovato in apertura le consente di comandare sempre nel punteggio. Tuttavia la russa rischia di allungare il match annullando 4 palle del pareggio sul 4-3. Scampato il pericolo la numero 1 del mondo si invola verso la finale vittoria per 6-4.
M. Vondrousova b. [9] E. Rybakina 6-4 5-7 6-2
L’upset notturno l’ha trovato e compiuto Marketa Vondrousova. La tennista della Repubblica Ceca, in classifica al 60esimo posto, sta vivendo una settimana da incorniciare a New York: con due vittorie contro top 10. Vondrousova ha infatti bissato il successo contro la nostra Jasmine Paolini, vincendo con l’ex campionessa di Wimbledon Rybakina.
La partita è subito viva e piena di emozioni. Marketa sfrutta maggiormente la sua migliore arma: il servizio, mentre Rybakina cerca di costruire, palleggiare, allungare gli scambi. La kazaka parte malissimo subendo un break nel primo game. Break che la costringerà a inseguire, per tutta la durata del set. Una volta raggiunto, con fatica, il pareggio però immediatamente Elena ricommette qualche pasticcio consegnando di fatto lei all’avversaria (che poi al servizio si fa trovare pronta) il primo set.
Nel secondo set la partita è più equilibrata, soprattutto nel punteggio. Rybakina a questo giro è ben concentrata e non si fa sorprendere, come prima, a inizio set. Il fatto che il match sia in bilico lo dimostra il break e il controbreak che le due giocatrici si sono fatte, annullandosi, di fatto il vantaggio reciprocamente. Nel momento però di portare il match al tie break però, il servizio della ceca traballa e la strenua difesa della kazaka fa breccia portando l’epilogo del match al terzo.
La difesa, che aveva portato la kazaka a lottare e raggiungere il terzo, lentamente si sgretola. Nel terzo set Vondrousova sfonda e con ben 6 ace e 11 vincenti consolida il proprio vantaggio. Rybakina prova un insperato tentativo di rimonta finale, ma la ceca annulla le due palle break e chiude in grande stile. Adesso
B. Krejcikova b. T. Townsend 1-6 7-6(13) 6-3
Clamoroso risultato quello che ha portato alla sconfitta di Townsend. La statunitense, dopo aver eliminato giocatrici del calibro di Ostapenko e Andreeva, è uscita sconfitta dal match contro la ceca Krejcikova nonostante abbia avuto tra le mani ben 8 match point.
Il primo parziale è a senso unico. Townsend in 29 minuti non lascia che le briciole all’avversaria chiudendo con un ampio 6-1. Nel secondo set le cose cambiano: Krejcikova è più concreta e, soprattutto, limita gli errori non forzati. La partita si fa combattuta, punto a punto. Sul 5-4 servizio Krejcikova, la classe 1996, si fa annullare un match point. Niente in confronto a quello che succederà di lì a poco nel tie break. A volte, per rendere l’idea, è meglio lasciare che parlino le immagini:

Pensate che mai, nella storia degli US Open, vi era stato un match con 8 match point salvati. Krejcikova ha fatto storia. Subito, dopo aver perso questo set, inevitabilmente il contraccolpo psicologico, l’americana cerca di reggere nel terzo set. Ormai però è mentalmente, più che fisicamente, andata. E la tennista ceca chiude, il match sin qui più lungo dell’edizione femminile, per 6-3 dopo 3 ore e 6 minuti.
[4] J. Pegula b. A. Li 6-1 6-2
Se da un lato abbiamo Krejcikova che ha compiuto un autentico miracolo, dall’altro c’è Jessica Pegula che ha letteralmente asfaltato la classe 2000 Li. È anche sfortunata Krejcova perché, sì riposerà anche un giorno, ma dovrà affrontare una giocatrice in forma smagliante che per di più nel turno precedente non ha faticato nemmeno un po’.
Sulla partita non c’è molto da dire. 55 minuti di dominio assoluto di Pegula che nel primo set ha vinto tutti i game in risposta. Nel secondo set Li ha provato a scuotersi ma il margine tra le due è troppo ampio. Pegula, per adesso, non ha ancora perso un set in questa edizione degli Us Open.