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    Taylor Townsend, la mamma ribelle che ha incantato New York

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    Dalla discriminazione al rispetto: la tennista americana perde un match storico con otto match point falliti, ma conquista definitivamente il cuore di tutti

    Taylor Townsend non dimenticherà mai il match degli US Open 2025 contro Barbora Krejčíková. Un incontro che sembrava scritto per diventare il più grande successo della sua carriera in singolare e che invece passerà alla storia per un primato doloroso: mai nessuna, a Flushing Meadows, aveva perso dopo aver avuto a disposizione otto match point.

    La sua è stata una carriera segnata dai pregiudizi: troppo “grassa” per giocare a tennis, le dissero da ragazzina. La Federazione americana arrivò persino a negarle il sostegno. “Non mi ferisce se qualcuno mi chiama grassa. L’ho sempre saputo, ne sono consapevole. Quello che mi ha ferito è stato il fatto che mi abbiano tolto delle opportunità, che mi abbiano punito per non rientrare in un certo canone. Ero grassa, ero nera, e pensavano di poterselo permettere. Non si sono limitati a emarginarmi: hanno cercato di portarmi via quello che mi ero guadagnata. Ma non ci sono riusciti“, raccontò tempo fa a The Players’ Tribune.

    Già nel 2014, aveva fatto il giro del web un post di Andy Murray che, vedendola giocare al Roland Garros aveva scritto sull’allora Twitter: “How good is Taylor Townsend! #talent”. Per poi dichiarare davanti ai cronisti: “Adoro il modo in cui gioca. È una giocatrice che ha moltissimo talento. Un talento che si vede raramente, sia tra gli uomini che tra le donne. Ha una grande varietà di colpi, sa usare le smorzate, sa trovare ottimi angoli, ha un atteggiamento fantastico ed è divertente da guardare. Penso che diventerà una protagonista assoluta“.

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    E a distanza di 11 anni, Townsend è numero uno al mondo di doppio e capace di spingersi fino al terzo turno degli US Open in singolare.

    La conferenza stampa post partita

    Ho fatto tutto quello che potevo. Sono rimasta fedele al mio gioco, ma ci sono momenti in cui semplicemente non va come dovrebbe. È doloroso, ma so che questa esperienza mi renderà più forte“, ha detto Townsend davanti ai giornalisti, con la voce ancora spezzata per la delusione.

    L’americana ha poi insistito sul fatto che questa corsa agli US Open, pur conclusa in maniera amara, ha cambiato la percezione di sé nel circuito. “Penso di aver conquistato qualcosa che non si misura con i risultati: il rispetto dei miei colleghi e dell’intero mondo del tennis. Non credo di aver mai messo in campo una performance così. Non è stata solo una bella corsa o una serie di partite fortunate: ho dimostrato di appartenere a questo livello“.

    Ha inoltre raccontato che suo figlio, AJ, l’ha consolata con innocente saggezza dopo la sconfitta: “Gli ho detto che avevo perso e lui mi ha risposto: ‘Va bene così’. È questo l’atteggiamento che sto cercando di insegnargli”.

    In conferenza, non è mancato un accenno all’episodio con Jelena Ostapenko, che l’aveva accusata di essere “maleducata e irrispettosa” dopo la sconfitta al secondo turno. “Si aspettava una mia reazione plateale, ma non l’ha avuta. Questo l’ha esasperata, e l’ha portata a dire cose offensive, dannose, non solo verso di me, ma verso lo sport e una cultura che cerco di rappresentare al meglio. È positivo che poi abbia chiesto scusa“, ha commentato.

    Townsend tornerà in campo questa sera in doppio con la sua storica compagna Siniakova ed insieme affronteranno Osorio-Yuan. Il match è in programma non prima delle 22:30 ora italiana.

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