Lo statunitense numero quattro del mondo non ha mai battuto il serbo in dieci precedenti. “Adesso però sono un giocatore diverso”
Taylor Fritz si è guadagnato i quarti di finale dello US Open superando Emilio Nava, Lloyd Harris, Jerome Kym e, soprattutto, Tomas Machac negli ottavi, tramortito con un 6-4 6-3 6-3 senza appello. Ora però il tabellone lo mette di fronte al suo incubo: Novak Djokovic. Sono dieci le sconfitte raccolte in carriera dal ragazzo di Rancho Santa Fe contro il 24 volte campione Slam in altrettanti scontri diretti tra il 2019 e il 2024, comprese tre negli Slam. L’ultimo KO in ordine cronologico è arrivato lo scorso ottobre a Shanghai, quando il serbo la spuntò con qualche difficoltà annullando anche un set point nel secondo parziale
La leggenda da Belgrado ha sin qui superato nel torneo Learner Tien, Zachary Svajda, Cameron Norrie e Jan-Lennard Struff, convincendo soprattutto nell’ottavo contro il tedesco, che fino all’incrocio con Nole, partendo da qualificato, aveva giocato un ottimo torneo eliminando per via anche Holger Rune. Per Fritz il bilancio con Djokovic è durissimo: “Credo che le prime sette o otto volte che l’ho affrontato non fossi semplicemente abbastanza forte per avere delle chance, a meno che io non avessi la giornata perfetta e lui una molto negativa,” ha dichiarato il numero 4 del mondo alla stampa una volta materializzatasi la certezza dello scontro diretto numero undici.
Oggi però il californiano è convinto di essere un giocatore diverso: “Negli ultimi match penso di essere stato quel giocatore che può competere. A Shanghai ho avuto set point, al Masters di Torino ho servito per il set. Le occasioni ci sono state”.
Le difficoltà del match-up sono chiare – “Djokovic serve bene, anche la seconda è aggressiva. È difficile pescarne i punti deboli, perché poi dal fondo risponde e ti rimette sotto pressione,” – anche se quelle di natura psicologica, con ogni probabilità esacerbatesi sconfitta dopo sconfitta, non sono state citate dal numero uno USA.
Un cronista temerario gli domanda se abbia preso spunto da Coco Gauff, capace di vincere gli ultimi tre match consecutivi con Iga Swiatek dopo aver perso undici dei primi dodici scontri diretti con la polacca. Fritz abbozza, ma taglia corto: “Il modo per cambiare una rivalità è diventare un giocatore migliore. Coco lo direbbe allo stesso modo”.
Domani a Flushing Meadows ci sarà il quarto capitolo Slam di questa rivalità sbilanciata. Per Fritz, ventisette anni e dieci KO sul groppone, il sogno resta quello di trasformare la statistica in storia.