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    Daniel Evans risponde infastidito alle lamentele di Davidovich Fokina riguardo gli orari di gioco

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    Dopo la critica nei confronti dell’organizzazione, Davidovich Fokina riceve una risposta pesante da Daniel Evans, parecchio infastidito

    Alejandro Davidovich Fokina, tennista spagnolo alla disperata ricerca del suo primo titolo ATP, si è recentemente lamentato della gestione degli orari di gioco con l’ATP. In particolare il tennista spagnolo ha parlato del terzo turno contro il ceco Jakub Mensik: la partita è stata inserita in orario alle 11.00, il che risulterebbe complicato per gli spostamenti e ingiusto perché programmato un’ora e mezza prima degli altri match, secondo Fokina.

    Il messaggio di Davidovich Fokina sui social

    “Buonasera, oggi voglio condividere la mia delusione e frustrazione con l’ATP. Domani tutte le partite inizieranno alle 12:30, tranne la nostra, che è stata programmata per le 11:00. Inoltre alloggiamo a un’ora di distanza dal circolo, il che significa che dovremo svegliarci molto presto per arrivare in buone condizioni. Abbiamo chiesto una modifica, ma la risposta è stata che tutto è già stato venduto, dai biglietti ai diritti TV. Ancora una volta, è chiaro che i giocatori non vengono presi in considerazione. Oggi è successo ad altri, domani a me, e da dopodomani tutte le partite tornano alle 12:30. Ci sono molti campi disponibili, eppure siamo gli unici a giocare alle 11:00. L’ATP promette sempre che risolverà i problemi, ma non cambia mai nulla. Non è la prima volta che succede, e quando ci sei dentro, ti rendi conto che non è così bello come sembra da fuori”

    La replica di Evans

    Il britannico Daniel Evans, molto attivo quando si parla di dibattiti tra tennisti e organizzazioni, ha risposto pubblicamente, infastidito dalle eccessive lamentele, con un attacco diretto allo spagnolo: “Svegliati e gioca. Il mondo si sveglia e lavora dalle 9 alle 17, persino dalle 8 alle 18. Patetico“, ha scritto sulle story, sopra lo screen del messaggio dello spagnolo.

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    Sui social si può notare che il comportamento dello spagnolo non ha riscontrato sostegno alla sua tesi da parte dei colleghi. Questa uscita da parte di Davidovich Fokina potrebbe essere condizionata anche dalla grande delusione dell’ultima finale, persa a Washington, contro l’australiano Alex De Minaur. Non si parla di delusione riguardo solamente a quella specifica partita: come ben sappiamo, lo spagnolo non ha ancora vinto un titolo ATP, nonostante abbia attraversato ottimi periodi di forma tennistica, tra cui quello attuale, con il raggiungimento del suo best ranking di 19 ATP.

    Sono ben quattro le finali raggiunte in singolare dal giocatore andaluso, tre delle quali proprio in questa stagione: la prima a Montecarlo nell’ormai lontano 2022, la più recente a Washington, citata sopra, e le due tra febbraio e marzo, prima a Delray Beach e poi ad Acapulco.

    Le finali perse da Alejandro Davidovich Fokina

    A Montecarlo Alejandro ha perso per 6-3, 7-6(3) contro il greco Stefanos Tsitsipas, nell’anno in cui Jannik Sinner è stato battuto da Alexander Zverev al tiebreak del terzo set, per accedere poi alla semifinale contro il vincitore del torneo.

    Negli USA, all’ATP 250 di Delray Beach, vince il suo secondo titolo Miomir Kecmanovic, che si è imposto su Fokina, con il punteggio di 6-3, 1-6, 7-5, rimontando da 5-2 sotto di punteggio nel terzo set, con la cancellazione di due match point a favore dello spagnolo. Due settimane dopo, all’ATP 500 di Acapulco l’iberico ha avuto l’occasione di vincere il primo set contro Tomas Machac, che ha preso in mano le redini della partita, conclusa poi 7-6(6), 6-2 a sfavore di Davidovich.

    Si arriva all’ultima e recente finale a Washington, in cui Alex De Minaur vince il titolo al tiebreak del terzo set, dopo 3 ore di partita. Anche in questa occasione, lo sfortunato spagnolo era in vantaggio di break e ha avuto tre match point. A fine match le lacrime, asciugate dal vincitore, hanno evidenziato la disperazione del possibile eterno secondo classificato, che deve sfogare la sua frustrazione in un modo o nell’altro.

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