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    Berrettini e Sinner si allenano insieme a Montecarlo, Matteo ci riprova

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    Matteo Berrettini non si vuole arrendere, il tennista romano nonostante i guai fisici si sta allenando a Montecarlo insieme all’amico Jannik Sinner

    Matteo Berrettini, che ha da poco annunciato il forfait anche al 1000 di Cincinnati, ha postato una foto sui social insieme a un collega speciale. Il tennista romano ex numero 6 al mondo si sta allenando, sui campi in duro di Montecarlo, con il numero 1 al mondo Jannik Sinner. Vedere Berrettini sorridere è la notizia che più di tutte ha reso felici fan e colleghi, soprattutto dopo un ulteriore periodo nero per Matteo. L’azzurro non scende in campo da ormai un mese e, dopo un rientro in Top 30 è sprofondato in un’ulteriore crisi psicofisica.

    Dopo la sconfitta a Wimbledon contro Majchrzak, l’ex finalista dei Championships si era indicato la testa dicendo “Mi sono rotto qui“. Un segnale poco confortante, soprattutto se seguito da continui ritiri senza alcuna “giustificazione” fisica. The Hammer dopo lo Slam londinese aveva chiaramente detto di stare pensando al proprio futuro, non nascondendo una remota idea di ritiro. La sensazione è che Berrettini stia provando innanzitutto a recuperare solidità mentale, una forza emotiva in grado di rispondere ai guai causati dal fisico di cristallo. È ancora incerta la presenza di Matteo ai prossimi US Open, ma vederlo in campo con Jannik fa ben sperare.

    Sinner a Montecarlo prova qualche novità

    Nel frattempo Jannik Sinner, sotto gli occhi di Vagnozzi e Ferrara, a Montecarlo è stato visto provare qualcosa di nuovo: il serve and volley. Nel bagaglio del numero 1 del mondo, già ben equipaggiato, può fare sempre comodo qualche soluzione in più. I momenti di difficoltà arriveranno, e non solo contro Alcaraz, per questo serve avere più frecce possibili al proprio arco. Il serve and volley potrebbe aiutare l’azzurro a schiodarsi dal fondo del campo, magari in un momento in cui l’avversario risponde bene o il servizio non funziona benissimo. Abbiamo spesso visto Federer, Djokovic e più recentemente anche Alcaraz affidarsi con successo a questo schema, chissà che non possa diventare anche un marchio di fabbrica dell’altoatesino.

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