Dopo il trionfo a Washington, la canadese crolla al primo turno del WTA 1000 di Montreal e polemizza con l’organizzazione del torneo e con la WTA
Leylah Fernandez è uscita dal campo sconfitta, delusa e in lacrime. Non solo per la battuta d’arresto contro Maya Joint (6-4 6-1), ma per come – a detta sua – è stata trattata nel torneo di casa a Montreal. Reduce dalla vittoria al Citi Open di Washington domenica scorsa, la canadese sperava in un piccolo favore dalla programmazione: giocare in sessione serale per recuperare al meglio le energie.
“Mi avevano promesso il match di sera, invece ho scoperto solo domenica, mentre viaggiavo, che avrei giocato di pomeriggio”, ha raccontato in lacrime a più di un’ora dalla fine del match. “È stato un colpo basso. Avevo bisogno di riposare. Anche solo due o tre ore di sonno in più avrebbero fatto la differenza”.
Promesse, sarcasmo e delusione
Secondo Leylah, la questione non è solo fisica, ma anche di rispetto. “Mio padre (e coach) Jorge ha chiesto spiegazioni. Gli hanno risposto in tono sarcastico: ‘Cosa vuoi che cambino due o tre ore?’… Ma certo che fanno la differenza!”
“Forse avrei comunque perso, forse no. Ma almeno sarei scesa in campo nelle condizioni migliori”, ha dichiarato in conferenza stampa.
La direttrice del torneo, Valérie Tétreault, ha confermato che la decisione non spettava a lei ma alla WTA, aggiungendo: “Ho promesso che mi sarei battuta per darle più tempo, ma non ci sono riuscita”.
“Non ho idea di cosa sia successo. Forse il mio livello basso è dipeso dalla stanchezza, o dalla pressione che mi sono messa addosso da sola. Il pubblico non c’entra, mi ha dato un’energia pazzesca e mi ha emozionata. Volevo regalargli di più”, ha spiegato.
Ma non è stato possibile. E così la sua avventura a Montreal, il torneo di casa, si è chiusa al primo turno.