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    Becker contro Zverev: “Non si parla di fragilità dopo una sconfitta”

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    Dopo la sua eliminazione al primo turno di Wimbledon, Alexander Zverev ha sorpreso molti con una conferenza stampa dai toni molto personali. Il tennista tedesco ha parlato apertamente del suo malessere, dichiarando di sentirsi “vuoto” e di attraversare un periodo difficile anche fuori dal campo. Una confessione sincera, che però non è stata accolta positivamente da tutti

    Tra le voci critiche c’è quella di Boris Becker, leggenda del tennis tedesco ed ex allenatore di Novak Djokovic. Durante un evento in Germania, Becker ha spiegato che, al posto di Zverev, avrebbe evitato di esporsi in quel modo, soprattutto subito dopo una sconfitta. Secondo lui, aprirsi al mondo in un momento così delicato, come un’eliminazione al primo turno di uno Slam, non è una scelta saggia.

    Fragilità da gestire in privato

    Pur esprimendo una critica, Becker ha mostrato grande empatia nei confronti del giovane connazionale. Ha raccontato di essersi commosso ascoltando la conferenza stampa di Zverev, definendola un momento “molto umano”. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di affrontare certi problemi in modo più riservato, affidandosi a persone fidate piuttosto che all’opinione pubblica.

    Non è mancato un riferimento al fratello di Zverev, Mischa, che ricopre il doppio ruolo di manager e commentatore. Per Becker, questa sovrapposizione non giova alla stabilità di Alexander: la risposta pubblica di Mischa alla sconfitta è apparsa troppo distaccata, priva dell’empatia necessaria in un momento simile.

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    Una pausa per ritrovare equilibrio

    Nonostante le critiche, Becker ha ribadito la sua fiducia nel talento di Zverev. È convinto che il tedesco abbia ancora le potenzialità per vincere uno Slam e arrivare al numero uno del ranking mondiale. Ma per farlo, potrebbe essere utile staccare temporaneamente dal tennis, prendersi del tempo per sé e ritrovare la serenità lontano dal circuito.

    Un tema sempre più centrale

    Il caso Zverev riaccende il dibattito sulla salute mentale nel tennis professionistico. Un argomento sempre più presente nel mondo dello sport, grazie anche al coraggio di atleti come Naomi Osaka, Aryna Sabalenka e Madison Keys, che negli ultimi anni hanno iniziato a parlare apertamente delle proprie difficoltà.

    Le parole di Zverev, pur criticate, potrebbero rappresentare un punto di svolta. Un primo passo verso una maggiore consapevolezza e un cambiamento culturale anche nel tennis maschile, dove spesso fragilità e pressioni vengono ancora nascoste.


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