In conferenza stampa dopo l’eliminazione, l’americano elogia Jannik e riflette con lucidità su limiti, ambizioni e futuro nei tornei dello Slam
Ben Shelton è uscito dai quarti di finale di Wimbledon 2025 con il volto provato di chi si rende conto di essersi trovato davanti ad una montagna invalicabile, dal nome Jannik Sinner.
Durante la conferenza stampa post-partita ha più volte ripetuto: “Non ho mai visto una velocità di palla simile”.
Shelton ha descritto Sinner come un avversario diverso da tutti gli altri: “Quando lo affronti, è come se il tennis si giocasse al doppio della velocità. Di solito mi adatto bene, ma è dura quando qualcuno colpisce così forte e con così tanta costanza, da entrambi i lati del campo. Oggi era ovunque, al servizio ha fatto la differenza.”
Eppure, l’americano si era presentato in campo con l’atteggiamento giusto. Ha cercato di giocare in maniera intelligente, ha servito bene, ha provato a forzare i colpi. Ma nei momenti decisivi è mancato qualcosa. “Il mio primo servizio è calato quando più ne avevo bisogno. Forse sono stato troppo titubante. Su tante palle di dritto che dovevo spingere, ho finito per alzare la traiettoria, quasi stessi giocando su terra o su un cemento lento. Sto ancora imparando cosa funziona sull’erba.”
Shelton ha anche provato a spiegare la caduta nel rendimento al servizio nei punti cruciali. “Contro uno come Sinner, senti sempre la pressione e forse ho esagerato, ho cercato troppo potenza. Volevo forzare a 235 km/h, ma era una scelta sbagliata. Devo restare calmo e fidarmi della mia meccanica naturale.”
Anche sul fondamentale della risposta l’analisi è chiara: “Penso di essere migliorato molto, ma con Sinner è quasi inutile. Ogni volta che arrivavo a 30-30, non vedevo più un secondo servizio. Solo prime, magari ace, o servizio-dritto e punto chiuso. Mi ha tolto ogni possibilità.”
La sconfitta, per quanto netta, non cancella i progressi fatti in questa stagione. Shelton è arrivato almeno ai quarti in tre Slam su tre quest’anno. Solo due nomi lo hanno fermato finora: Carlos Alcaraz e, due volte, Jannik Sinner.
“Non sono soddisfatto. Sarebbe scorretto dire che sono deluso, perché su terra e su erba ho fatto il mio miglior cammino nei Major. Ho migliorato i miei risultati in ogni Slam rispetto all’anno scorso, e questo non mi era mai successo. Ma so che non sono ancora dove voglio essere. E questa sconfitta fa male.”
Non cerca alibi, ma soluzioni. “Arrivare così spesso alle fasi finali ti fa venire ancora più fame. Mi sento in fiducia dopo questi tre Slam, e sono eccitato per l’opportunità che arriverà con lo US Open. Ma intanto, oggi, questa sconfitta brucia ancora.”