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    Ben Shelton furioso per lo stop a Wimbledon: il direttore ammette “Aveva ragione ad essere infastidito”

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    Il match è stato sospeso sul 5-4 per Shelton, che si preparava a servire per chiudere il terzo set dopo aver vinto i primi due

    Si potrebbe intitolare: “Il curioso caso di Benjamin… Shelton” quanto successo ieri sera sui campi di Wimbledon. Ben Shelton oggi ha impiegato appena 65 secondi per chiudere il match sospeso al tramonto su No.2 Court. Ma quella manciata di secondi ha generato un’intera notte di polemiche.

    Il giovane talento americano, testa di serie numero 10, era ad un punto dalla vittoria contro Rinky Hijikata ieri sera, avanti 5-4 nel terzo set. Stava per servire per chiudere il match in tre set, quando gli arbitri hanno interrotto tutto per “oscurità”.

    Shelton è stato trattenuto in campo mentre protestava visibilmente, poi ha continuato il suo sfogo sui social: “Non volevano vedere altro da me stanotte, ma ci vediamo domani.”

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    Venerdì mattina, è tornato in campo. Tre ace, zero punti concessi e pratica archiviata in 1 minuto e 5 secondi. Game, set, match. Ma la polemica è rimasta accesa.

    Il direttore del torneo: “Anch’io mi sarei arrabbiato”

    Jamie Baker, direttore di Wimbledon, ha riconosciuto la frustrazione del tennista americano: “Era alla fine del match, no? Anch’io sarei stato piuttosto infastidito.”
    Ha poi spiegato che l’organizzazione ha esteso il gioco “fino al limite massimo consentito”, ma senza prendere rischi sulla visibilità: “Era quasi completamente buio. Non possiamo far giocare i tennisti nell’oscurità.”

    La direzione del torneo difende quindi la scelta, spiegando che la decisione non è stata presa per via del sistema Hawk-Eye, ma per garantire le condizioni ottimali per tutti: “Abbiamo fatto il massimo, ma Wimbledon è Wimbledon. Qui non si improvvisa.”

    Fra coprifuoco e niente luci artificiali si riapre il caso

    Il campo No.2 non è dotato né di tetto né di illuminazione artificiale e il pubblico da casa, vedendo ancora chiara visibilità in TV, si è scatenato online:

    “Il match sarebbe finito in 2-3 minuti.”
    “Oscurità? Il sole splende ancora!”

    Shelton però non è stato l’unico americano vittima delle regole rigide del torneo. Anche Taylor Fritz, n.5 del seeding, ha dovuto interrompere il match di primo turno contro Mpetshi Perricard, sfogandosi poi sui social. Ma in quel caso la regola seguita è stata quella del coprifuoco che impone di interrompere tutti i match entro le 23 (ora di Londra).

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