A dodici mesi dalla sua storica corsa fino alla finale, Jasmine Paolini è tornata a calcare i prati dell’All England Club con un approccio maturo e consapevole. Nessun proclama, nessuna pressione: l’azzurra preferisce abbassare il volume delle aspettative e affrontare Wimbledon con la calma di chi ha già imparato a convivere con l’attenzione mediatica
Nel consueto media day della vigilia, Jasmine Paolini ha parlato del nuovo team, del ruolo sempre più centrale del doppio nella sua crescita e delle sensazioni speciali che questo torneo continua a trasmetterle.
Torni a Wimbledon dopo una finale storica. Che aspettative hai quest’anno?
Cerco sempre di tenere le aspettative basse, soprattutto qui. Sull’erba può succedere davvero di tutto, quindi preferisco restare concentrata sul presente. Il mio obiettivo è semplice: pensare una partita alla volta e cercare di esprimere il miglior livello possibile sin dal primo turno.
Quest’anno lavori con Marc Lopez. Che differenze hai trovato rispetto a Furlan?
In realtà abbiamo avuto poco tempo per allenarci insieme perché ho giocato tanti tornei consecutivi, anche in doppio. Rispetto a Renzo è una persona diversa, ma le indicazioni tecniche non cambiano molto. Forse è cambiato un po’ il modo di comunicare, ma per ora sta funzionando bene. Sono contenta, e sono anche curiosa di vedere come andrà quando avremo più tempo per lavorare insieme.
Il doppio ti ha aiutato a crescere anche in singolare?
Sì, tantissimo. Mi ha dato fiducia, soprattutto l’anno scorso. Mi piace giocare il doppio, credo migliori anche il mio gioco a rete e il servizio. È una bella sfida gestire entrambi, ma per ora continuerò sicuramente.
Dopo la finale dello scorso anno e un cambio di team, quali sono i tuoi obiettivi oggi?
Non penso alla vetta del ranking, onestamente mi sembra un traguardo molto lontano. Il mio obiettivo è restare a questo livello il più a lungo possibile, cercare continuità e migliorarmi. Ogni stagione è diversa, soprattutto sull’erba. Serve fiducia, ritmo, energia. Cerco di concentrarmi sul breve termine, una partita per volta.
Tornare qui ti dà emozioni particolari?
Sì, rispetto all’anno scorso è tutto diverso. Ho tanti ricordi qui, forse anche più che a Parigi. C’è qualcosa di magico in questo posto, si sente la storia. Voglio prendere tutto quello che di buono arriva, ma restare focalizzata. È il momento di scrivere una nuova avventura.