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    TennisTalker intervista Jacopo Vasamì: il futuro del tennis è già qui!

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    Dalla Capitale all’erba di Wimbledon, passando per Nadal: storia di un giovane che sogna in grande, ma con i piedi ben piantati a terra

    Jacopo Vasami è atteso a Wimbledon, ma, dopo aver raggiunto la semifinale al Challenger 75 Aspria Tennis Cup di Milano, il giovane talento romano si è reso conto di aver dimenticato il passaporto a casa. Non perché fosse distratto, ma perché non pensava di arrivare così in fondo al torneo. Oggi, a portarglielo – e a tifare per lui – arrivano la madre, il fratello e la sorella.

    È con questo aneddoto, semplice ma emblematico, che Jacopo Vasami racconta il suo momento: un talento in ascesa, con la naturalezza di chi ancora si sorprende dei propri progressi, ma la consapevolezza di chi sa dove vuole arrivare.

    Nato ad Avezzano ma romano d’adozione da sempre, Jacopo vive e si allena nella Capitale. “Sono cresciuto a Roma, ho un fratello più grande di un anno e una sorella più piccola. Oggi stanno arrivando con mia madre per portarmi il passaporto, ma anche per sostenermi. Lo fanno spesso, anche lo scorso mese al Bonfiglio sono venuti di corsa per vedermi in finale”.

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    Sì perché Jacopo è il vincitore del Trofeo Bonfiglio 2025, uno dei tornei Junior più prestigiosi del mondo e che nell’albo d’oro vanta nomi del calibro di Zverev e Tsisipas, per esempio.

    Le origini: tra nuoto e racchetta

    Il tennis non era una tradizione di famiglia. “Mia madre era appassionata, faceva qualche lezione il sabato con le amiche, ma nessuno giocava agonisticamente. Da piccolo ho provato diversi sport, soprattutto nuoto e tennis. Ma quando è arrivato il momento di scegliere, non ho avuto dubbi”.

    L’inizio è stato al Tennis Club Parioli, poi il trasferimento al Club Nomentano, dove Jacopo ha incontrato il coach che lo segue tutt’oggi, Fabrizio Zeppieri. Una parentesi importante anche in Spagna, nell’accademia di Rafael Nadal: “Un’esperienza formativa, che mi ha dato tanto. Ma adesso sono di nuovo a Roma, con Fabrizio”.

    Una generazione d’oro

    La crescita di Vasamì si inserisce all’interno di una generazione italiana particolarmente brillante. “Con Basile ci conosciamo da sempre, abbiamo giocato anche il doppio insieme. Mi ha scritto per congratularsi, io avevo fatto lo stesso dopo il suo torneo a Perugia. Siamo molto amici. E ad agosto andremo in Francia insieme per la Summer Cup e, se ci qualifichiamo, saremo poi a Roma per le finali”.

    Anche con altri talenti, come Federico Cinà, c’è un legame solido: “Siamo tutti dello stesso anno, io essendo di dicembre sono il più giovane, ma abbiamo iniziato insieme e ci ritroviamo spesso nei vari tornei in giro per l’Europa e il mondo, oppure con la nazionale. È bello condividere questo percorso”.

    Obiettivi tecnici e maturità mentale

    Sul piano tecnico, Vasamì ha le idee chiare: “Sto cercando di mettere ordine nel mio gioco. Ho migliorato tanti colpi, ora devo armonizzarli. Dal punto di vista fisico sto lavorando molto, e lì ho ancora margini importanti. Ma ho già fatto tanti passi avanti”.

    E mentalmente come ti senti? “Negli ultimi mesi sono cresciuto tanto. Al Roland Garros, al Bonfiglio, qui: ho affrontato situazioni che un anno fa mi avrebbero mandato in crisi. Riesco a restare più lucido, e se a volte ho qualche gesto impulsivo, mi serve per scaricare. Dentro resto sempre concentrato”.

    Ci teniamo a sottolineare che, anche nei momenti di tensione, i gesti impulsivi di Jacopo Vasamì non sono mai fuori dalle righe. La cosa più “esagerata” che gli abbiamo visto fare in campo è stata lanciare con un po’ più di foga l’asciugamano sulla sedia, in un momento delicato del match quando era sotto 0-30 al servizio. Nulla di più! Gesto che l’ha portato poi a recuperare il game e a vincere la partita.

    Un’estate intensa (ma senza US Open)

    Il presente si chiama Wimbledon: “Un’esperienza che voglio fare a tutti i costi. L’US Open invece l’ho giocato l’anno scorso, ma per ora non è in programma: in quel periodo ci saranno tanti Challenger in Italia e voglio iniziare a spingere nel circuito ATP”.

    E poi, chissà, magari anche le Next Gen ATP Finals: “Sì, qualche settimana fa ero trentesimo nel ranking. L’anno è lungo e se continuo così… perché no?

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