Nel tennis, la tecnica da sola non basta. Saper gestire la tensione, rimanere lucidi nei momenti chiave e affrontare la sfida con la giusta attitudine mentale fa spesso la differenza tra una vittoria e una sconfitta. In fondo, non è solo questione di saper giocare bene. Bisogna saper competere. È questo il principio alla base di Mental Tennis, un metodo ideato da Filippo Gioiello per allenare la mente dei tennisti con lo stesso rigore con cui si perfeziona un dritto o un rovescio
Abbiamo incontrato Filippo Gioiello, coach e fondatore di Mental Tennis: un percorso pratico e innovativo, diverso dal mental coaching, pensato per allenare la mente dei tennisti direttamente in campo, attraverso esercizi concreti che aiutano a competere al massimo del proprio potenziale.
In questa intervista scopriamo come funziona il suo metodo e quali strategie consiglia a chi vuole rafforzare la propria tenuta mentale in partita.
Filippo, cos’è Mental Tennis e cosa lo rende unico?
Mental Tennis è un metodo che allena la mente dei tennisti alla competizione. In campo, lavoriamo su qualità fondamentali come pazienza, solidità mentale, proattività, coraggio e serenità interiore. Sono virtù che emergono nei momenti cruciali di una partita, spesso più decisive della tecnica stessa.
Il percorso si articola in sette aree chiave: gratitudine, motivazione, gestione delle emozioni, focus, identità, strategia di gioco ed autostima e stato di flow.
L’allenamento parte dalle esigenze concrete del giocatore — come ad esempio imparare a gestire i punti importanti — e prosegue con un percorso personalizzato che lavora in profondità su ogni area.
Ma è vero che la mente può essere allenata come un dritto o un rovescio?
Assolutamente sì. Il punto di forza del metodo è proprio la praticità: ogni aspetto mentale viene allenato sul campo, attraverso esercizi concreti e situazioni reali di gioco. I risultati si vedono soprattutto nella gestione della pressione: molti giocatori imparano a trasformare la paura in lucidità, e la tensione in azione efficace.
Cosa consiglieresti a un giovane tennista per affrontare le pressioni e continuare ad amare questo sport?
Allenando ogni giorno tanti ragazzi, noto che oggi esiste una forma di “bullismo psicologico” nei circoli. I giovani sono spesso schiacciati da aspettative e giudizi — di genitori, allenatori, compagni. Questo li porta a vivere ogni partita come un esame, perdendo il piacere del gioco.
Il mio messaggio è semplice: la vera gioia del tennis sta nell’impegno, nel provare a disinnescare il gioco dell’avversario, nel superare le proprie paure anche quando significa uscire dalla zona di comfort. Se fai questo hai già vinto, perché è qui che avviene la vera evoluzione.
Il problema è che troppi ragazzi sono bloccati dalla paura del giudizio. Mi capita spesso di lavorare con giovani traumatizzati, che in realtà hanno solo bisogno di ritrovare fiducia in sé stessi.
Molti giocatori di terza e quarta categoria si lamentano di giocare bene in allenamento ma non riuscire a rendere in partita. Come si può sbloccare questa dinamica?
Il problema nasce da un approccio mentale sbagliato: “se vinco valgo, se perdo non valgo nulla”. Ma la competizione non è un test da superare. È un’opportunità per crescere.
Bisogna cambiare mentalità: la vera vittoria è riuscire a dare tutto, uscire dalla comfort zone, affrontare le paure. E se quel giorno perdi? Pazienza. Stretta di mano e si riparte.
C’è un divario enorme tra allenamento e partita perché in gara entra in gioco l’ego: invece di concentrarsi sulla prestazione, molti cercano solo di non perdere la faccia. Ma così si blocca la crescita.
Come abbiamo visto dall’ultima finale del Roland Garros, non tutti i punti pesano allo stesso modo. Come si impara a gestire i momenti decisivi senza farsi travolgere?
Per rispondere a questo bisogno ho creato un protocollo chiamato “ingannare la mente”. È un esercizio mentale per rimanere calmi nei momenti chiave e comunicare con sé stessi nel modo giusto.
Se ti dici: “con questo non posso perdere”, dai al cervello un messaggio sbagliato. Invece, prova a dirti: “ok, è un match point. Tranquillo, dai tutto, vediamo cosa succede.”
La chiave è restare attivi: nei momenti cruciali l’istinto dell’avversario sarà difendersi. È proprio lì che devi osare, con lucidità e coraggio.
In conclusione
Mental Tennis non è solo un metodo, ma uno strumento pratico per chi vuole competere con più consapevolezza, ritrovare fiducia nei momenti difficili e imparare a giocare davvero il proprio tennis, soprattutto quando conta.
Se sei un giocatore che in partita non riesce a esprimere tutto il suo potenziale, inizia da una semplice domanda: “Che atteggiamento mentale porto in campo?”
Allenare la mente significa proprio questo: imparare a parlarsi nel modo giusto, affrontare le paure senza farsene travolgere e usare ogni competizione per diventare più forte, non solo come atleta ma come persona.
La tecnica ti fa giocare bene.
La testa ti fa vincere davvero.

TennisTalker Club è nato per offrire una navigazione più agevole senza POPUP e pubblicità invadente, si è poi arricchito delle esclusive funzionalità di classifica SUPERSIMULATA, classifica ARMONIZZATA, pagina CLASSIFICHE e tanto altro… ma non è tutto
Insieme a te, vogliamo ancora crescere!
Entra anche tu nel TennisTalker Club! Come Club Member avrai accesso senza limiti a tutti i contenuti e sconti ESCLUSIVI dei nostri partner commerciali presenti e futuri.