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    “Guardami negli occhi!” – Fognini e Moutet, scintille sul verde di Stoccarda

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    Il francese si impone in tre set, ma nel saluto finale a rete, Fognini reagisce… in pieno Fognini style. Una cosa però è certa: da come ha spezzato la racchetta in due, l’azzurro ha dei muscoli d’acciaio! [VIDEO]

    Che sarebbe stato un match ad alta tensione, lo sapevamo un po’ tutti. Quando il tabellone dell’ATP 250 di Stoccarda, conosciuto anche come Boss Open, ha regalato al primo turno la sfida tra Corentin Moutet e Fabio Fognini, abbiamo subito immaginato che non sarebbe stato solo una questione di dritti e rovesci. Troppo simili e troppo diversi, i due: talento, carattere e… possibili scintille sempre dietro l’angolo!

    Il campo in erba ha fatto da palcoscenico ad una partita tirata vinta da Moutet con il punteggio di 6-4 6-7 6-3. Ma la scena più inaspettata è arrivata dopo, alla stretta di mano, o meglio: allo scontro di sguardi mancato.

    Fognini, deluso per l’ennesima occasione sfumata in una stagione complicata, ha chiesto al francese di guardarlo in faccia. E al mancato contatto visivo, ha lasciato andare un sarcastico – ma colorito – “Regarde-moi, petit cochon! (tradotto: “Guardami, maialino!”). Il tono era stizzito, ma non cattivo. Anzi, in pieno stile Fabio: impulsivo, verace, viscerale.

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    Fognini: un protagonista, mille emozioni

    Fognini ha sempre diviso, mai annoiato. Dai duelli con Andy Murray a quelli con Tsonga, dalle giornate magiche a Roma alla vittoria in Coppa Davis: chi lo conosce, sa che con lui si gioca sempre su due piani – quello tecnico e quello emotivo. E anche se stavolta la racchetta è finita spezzata (ebbene sì, è successo anche questo) e la partita persa, lo spettacolo è rimasto intatto.

    E Moutet?

    Dal canto suo, Corentin Moutet ha fatto il suo. Ha vinto, ha festeggiato con un gesto alla testa (“ci vuole cervello”, sembrava dire), e poi ha evitato qualsiasi replica al “petit cochon”. E la cosa ci ha stupiti non poco, visto che il francese è uno che ama provocare, ma stavolta ha scelto il silenzio scenico.

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