Dopo due set perfetti, Jannik crolla nei momenti chiave. Alcaraz rimonta da campione, con lo stadio tutto dalla sua. La finale più lunga della storia di Parigi non si tinge di azzurro
I numeri non mentono. Quando le partite si allungano oltre le tre ore e cinquanta, la storia è sempre la stessa: vince Alcaraz. Il bilancio, prima di oggi, parla chiaro: 9 vittorie e 1 sconfitta per lo spagnolo nei match maratona. Sinner? 0-6. E oggi fa 0-7.
An interesting stat as the French Open final reaches the three-hour mark:
— Stuart Fraser (@stu_fraser) June 8, 2025
In matches lasting three hours and 50 minutes or longer, Carlos Alcaraz is 9-1. Jannik Sinner is 0-6.
Eppure, sembrava la volta buona. Jannik non aveva perso nemmeno un set fino alla finale. Reduce da 20 vittorie consecutive negli Slam e pronto per prendersi anche Parigi. Ma contro Alcaraz, soprattutto questo Alcaraz, non basta essere pronti. Bisogna essere perfetti.
Il primo set è da manuale: Sinner serve bene, risponde meglio, e si prende il 6-4. Il secondo set è ancora suo, al tie-break, lottato punto su punto. Il pubblico? Schierato al 90% con Carlos. Ma lui regge. Fino a quando Alcaraz, come nei peggiori incubi, inizia a carburare. Si prende il terzo set 6-4. E da lì inizia un’altra partita.
Il quarto set è la chiave di tutto. Sinner si porta avanti 5-3. Alcaraz al servizio, sotto 0-40. Tre match point per l’azzurro. Tre. Match. Point. E qui si ferma il sogno. Jannik gioca un game che un numero 1 del mondo non dovrebbe mai giocare. Troppo contratto, troppo frettoloso. Alcaraz ringrazia, controbreak, e poi si prende anche il set.
E intanto sulle tribune è tutto un red carpet. Da Natalie Portman a Spike Lee, da Pharrell Williams a Dustin Hoffman: il pubblico del Roland Garros sembra uscito da una serata di gala del Festival di Cannes. Ma a prendersi la scena, adesso, è uno solo: Carlos Alcaraz.

Il quinto? Un déjà-vu con l’illusione sul finale. Si comincia con il break immediato dello spagnolo. Sinner comincia ad accusare i crampi, le gambe cedono. Alcaraz, invece, sembra aver appena iniziato il match. Parigi lo acclama come un re, e lui, come un vero matador, colpisce.
Sotto 3/5, Sinner si riprende il break e porta il match al long tie-break. Ma l’illusione, il sogno e la speranza durano poco. Alcaraz si porta in pochi “secondi” sul 7/0 e arrivare al 10 è un attimo.
Fine di una storia triste. Ma solo per ora. Sinner ha ancora tante occasioni davanti a sé. È reduce da 20 vittorie consecutive negli Slam, ha già vinto gli US Open e l’Australian Open, e oggi, pur perdendo, ha dimostrato di essere lì. Di potersela giocare, anche sulla terra rossa.
See you at Wimbledon!