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    Roland Garros: Jannik sei uno schiacciasassi! L’Italia per la prima volta dal 1960 manda due uomini in semifinale

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    Niente da fare per l’istrionico Bublik, Sinner è una macchina e non perde nemmeno un set. Con la vittoria odierna dell’altoatesino il tennis italiano raggiunge un traguardo storico nei tornei del Grande Slam

    [1] J. Sinner b. A. Bublik 6-1 7-5 6-0

    Il primo set è il classico primo set di Sinner degli ultimi tempi. Dal suo rientro in campo Jannik ha giocato undici partite: in questi dieci incontri il numero uno del mondo ha rifilato per ben tre volte 6-1 ai suoi avversari (a Ruud a Roma e a Lehecka e Rublev a Parigi). Bublik non è da meno e anche lui si unisce al club. Jannik non concede niente e parte fortissimo. Alex tenta di scompaginargli i piani cercando soluzioni estemporanee come tirare la seconda più forte della prima o fare dropshot che però spesso e volentieri si traducono in punti dell’italiano. In poco più di 25 minuti il punteggio è di 5-0 per il tre volte vincitore slam con il kazako che non ha nessuna palla game. A questo punto Bublik si scioglie un po’ e, con qualche bel punto annulla due set point e rientra in partita, almeno dal punto di vista del gioco (ma non nel punteggio).

    Un primo set a senso unico che non ha dato nessun problema al muro Sinner. Bublik riconosce il valore e la superiorità di Jannik e, come Ruud a Roma e Lehecka due turni fa al Roland Garros, ha esultato per la conquista del primo game

    Bublik esulta dopo aver vinto il primo game del match
    Bublik esulta dopo aver vinto il primo game del match – foto profilo X “maxperri”

    Nel secondo set la partita è molto più combattuta e il campione italiano ha nel servizio la sua migliore arma. Il kazako non sbaglia più e aspetta il momento giusto per colpire e fare male durante gli scambi. Sinner in palleggio sbaglia anche troppo rispetto ai suoi standard e soffre tremendamente i cambi di velocità di Alexander. La combinazione accelerazione-palla corta vincente del kazako adesso funziona alla perfezione e, spesso, è suggellata dai vari ace che fioccano. Così nel corso del secondo set si arriva sul 5-4 Bublik. Nonostante questo parziale complesso, Jannik aspetta il passaggio a vuoto del kazako e rimane sempre attaccato nel punteggio. Il passaggio a vuoto puntualmente arriva nel momento topico della partita sul 5-5 quando l’italiano fa break portando a casa il secondo per 7-5.

    La qualità e la forza di Sinner in questo secondo set è quello di aver sempre fatto le scelte giuste al momento giusto e esser sempre rimasto lì. Ha sofferto all’inizio perché meno reattivo ma alla fine ha vinto

    Con il cominciare del terzo set si avvalora la tesi del Sinner schiacciasassi. Il tennista altoatesino va subito avanti di un break e il kazako sembra piano piano arrendersi. Alexander non sa più cosa fare e rimane aggrappato al match solo grazie alla prima di servizio. Il terzo game è in pieno stile Bublik: serve and volley, servizi da sotto, qualche ace, colpi giocati solo di braccio e palle corte. L’esito però è 3-0 Sinner. La potenza di Jannik è impressionante: distrugge letteralmente l’avversario dal punto di vista mentale.

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    Pensate al “povero” Bublik: gioca concentrato e meritando per un set e nonostante questo l’avversario è sempre lì e non molla un punto; al primo momento di distrazione il rivale vince il secondo set. La conseguenza è quella di scoraggiarsi e il risultato è riconoscere la bravura altrui e arrendersi. Ed è quello che Bublik fa anche pur giocando con grande professionalità fino all’ultimo secondo le sue opportunità. Così il terzo set volge al termine con Sinner che rifila un bagel (il quinto nelle sue 10 partite post ritorno in campo). Ci è voluta un’ora e cinquanta minuti all’italiano per raggiungere la sua sesta semifinale slam. Adesso il numero 1 del mondo attende il vincente della sfida tra Zverev e Djokovic in una semifinale al cardiopalma.

    Il record del tennis italiano

    Il tennis italiano ha due semifinalisti slam per la prima volta nell’era Open e per la prima volta dal 1960. Nell’anno delle olimpiadi romane al Roland Garros arrivarono in semifinale Nicola Pietrangeli (che poi vinse in finale contro Ayala) e Orlando Sirola. Un tennis italiano in continua crescita che di settimana in settimana infrange ogni record e riscrive la storia.

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