Il numero uno del mondo ha risposto alle domande di Laura Robson e Alex Corretja dopo la vittoria su Jiri Lehecka al terzo turno del Roland Garros: “Ho scelto Roberto Marcora come sparring perché siamo ottimi amici”

È un Sinner di ottimo umore e rilassato quello apparso davanti alle telecamere di TNT Sports dopo aver centrato la qualificazione agli ottavi di finale del Roland Garros, il che è comprensibile vista la luccicante prova offerta dal numero uno del mondo nel match di terzo turno che lo vedeva opposto a Jiri Lehecka.

Rispondendo alle domande postegli da Laura Robson e Alex Corretja, Jannik ne ha approfittato per valutare a caldo la prestazione contro il tennista ceco, ma anche per ripercorrere brevemente i mesi della sospensione e ragionare sul futuro del suo team.

“Hai giocato una delle migliori partite da quando sei tornato“, è stata la prima considerazione di Corretja.

“È stato tutto perfetto, a partire dalle condizioni di gioco,” ha dichiarato il numero uno del mondo. “Questo torneo è molto influenzato dal meteo, che può davvero costringerti a risolvere problemi inaspettati durante le partite. A volte fa caldo, altre freddo, spesso c’è vento. Oggi la temperatura era ideale, non c’era nessun elemento esterno a condizionare la partita. Sono partito bene in tutti e tre i set e in ognuno sono riuscito a fare il break molto presto, questo mi ha dato tanta fiducia e onestamente nell’arco di uno Slam servono giornate così“.

“Sei in gran forma,” ha poi continuato l’ex tennista catalano.

“Il primo mese della mia sospensione è stato particolare,” ha confessato Jannik, “perché ancora non avevo ben metabolizzato cosa fosse successo. Ho staccato un po’, sono stato con mio padre, ho fatto altro. Non ho guardato molte partite. Mi restavano due mesi per prepararmi al rientro, è staro un lavoro duro e complesso. Sono andato molto in palestra, e nelle ultime tre settimane ho ricominciato a sudare sul campo, a ricostruire un po’ di fiato. C’è voluto un po’ di tempo, perché qualsiasi allenamento è molto diverso dalla partita, ma sono contento di essere riuscito a giocare un po’ di match a Roma che mi hanno permesso di presentarmi qui in buone condizioni“.

Di seguito, inevitabile, è arrivata la domanda sull’argomento caldo della settimana, la scelta di Roberto Marcora come sparring partner in una villa in Costa Azzurra durante la squalifica, un argomento diffusamente sviscerato nel corso dell’intervista all’ex numero 150 ATP apparsa su queste pagine. Ma com’è caduta su Marcora la preferenza?

“Ho scelto Roberto innanzitutto perché siamo ottimi amici,” ha confermato Sinner, comprensibilmente bisognoso della vicinanza di persone private in un periodo così complicato. “Avevo bisogno di qualcuno al mio fianco che mi conoscesse per quello che sono; qualcuno con cui potessi sorridere e scherzare. Siamo sotto gli occhi di centinaia di persone che osservano ogni nostro minimo movimento tutti i giorni, quindi ogni tanto ho bisogno semplicemente di tirare un brutto colpo e sorriderne“.

Dopo una battuta sull’ormai dibattutissima somiglianza tra la tenuta da gara di Jannik al Roland Garros e quella di Luigi, il fratello di Super Mario nel noto videogioco – “l’ho detto io per primo,” ha scherzosamente sottolineato Sinner, “poi Cahill ha rilanciato la cosa” – è arrivata un’altra domanda ineludibile, relativa al prossimo innesto sulla panchina di Sinner vista la decisione presa da Darren Cahill di lasciare alla fine della stagione. Sarà Moya, come si sussurra, il nuovo coach?

“Per la verità sto ancora cercando di convincere Darren a continuare,” ha concluso il tre volte campione Slam, “perché secondo il mio punto di vista la combinazione tra lui e Vagnozzi è la migliore possibile. Se non riuscirò a fargli cambiare idea, mi guarderò attorno“.