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    Zverev esplode in conferenza stampa: le parole che faranno discutere

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    Dopo la sconfitta con Musetti, il tedesco si scaglia contro i giornalisti, i critici e le condizioni di gioco a Roma. “Il ranking non mente, io merito quella posizione”

    Più che una conferenza stampa, uno sfogo a tutto campo. Dopo la sconfitta contro Lorenzo Musetti nei quarti degli Internazionali BNL d’Italia, Alexander Zverev non ha nascosto la propria frustrazione e ha attaccato duramente su più fronti: il gioco del suo avversario, le condizioni di gioco e soprattutto i giudizi ricevuti da stampa e commentatori negli ultimi mesi.

    Del resto, al termine della partita c’era stata una stretta di mano fredda e brevissima a Musetti e stesso trattamento riservato per l’arbitro. Le racchette riposte velocemente nella borsa e via in fretta e furia dal Campo Centrale, senza un minimo di saluto nei confronti del pubblico romano. Uno Zverev sicuramente deluso ed arrabbiato quello che ha dovuto abbandonare il torneo.

    La conferenza stampa

    Partendo dal campo, il tedesco è stato tutt’altro che tenero nei confronti di Musetti, autore di un match solido e vincente: “Gioca sempre così sulla terra. Difende tanto e aspetta gli errori degli altri. Non è cambiato nulla rispetto al passato”, ha dichiarato Zverev, riducendo la prestazione dell’azzurro a una strategia attendista favorita – a suo dire – dalle condizioni del campo e dalle palle “impossibili” da colpire. “Era molto lento, molto pesante. Le palle diventavano enormi. Ho avuto quattro set point nel primo set, ma in queste condizioni è difficile fare vincenti”.

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    Ma il vero affondo è arrivato poco dopo, quando gli è stato chiesto della sua posizione nel ranking e delle critiche ricevute per essere, secondo alcuni commentatori, “il peggior numero 2 della storia dell’ATP”. La reazione non si è fatta attendere: “Sono lì perché ho vinto tornei e fatto risultati. Il sistema di classifica non mente”, ha detto, visibilmente infastidito. “Penso che i media amino denigrare i giocatori. Ho passato due mesi difficili, ma poi ho vinto a Monaco e all’improvviso è cambiato tutto. Non merito quel tipo di etichette”.

    Zverev ha poi fatto un paragone con altri big del circuito: “Anche Alcaraz non ha giocato al suo livello per mesi, poi ha vinto Monte-Carlo. Pensate che Djokovic sia felice dei suoi risultati? Nemmeno io lo sono. Ma alla fine, nei momenti importanti, i più forti emergono. E io mi considero tra loro”.

    Infine, ancora una stoccata all’organizzazione del torneo: “Le palle? Un disastro. Dicono che siano le stesse di Monaco, Madrid, Monte-Carlo… ma poi arrivi qui e sembra un altro sport. È da anni che ne parliamo e nulla cambia”.

    Zverev lascia Roma senza il titolo, ma con la ferma convinzione che il suo valore non sia in discussione. Ora l’obiettivo è il Roland Garros, dove dovrà dimostrare che non è il ranking a parlare per lui, ma il suo tennis.

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