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    Cobolli in lacrime a Roma: “Gioco sempre sullo stesso campo, mi sento fuori posto”

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    In conferenza stampa, il tennista romano si sfoga dopo la sconfitta con Nardi: “Vorrei solo una volta il privilegio di giocare davanti a un pubblico pieno. Roma è casa, ma così fa male”. Il messaggio incoraggiante di chi lo conosce bene [VIDEO]

    Lacrime, emozione, e un’inconfondibile sincerità. Flavio Cobolli, visibilmente provato dopo la sconfitta nel derby tutto italiano con Luca Nardi agli Internazionali BNL d’Italia, ha raccontato a cuore aperto tutta la sua frustrazione in conferenza stampa. Non solo per la prestazione – definita da lui stesso “una delle peggiori dell’anno” – ma per la sensazione, ricorrente, di non riuscire mai a vivere davvero come vorrebbe il torneo più importante della sua stagione.

    Credo di essere stato un po’ condizionato dal campo, che non è il mio preferito qua. È il quarto anno che gioco sempre lì, e questo un po’ mi dispiace“, ha detto tra le lacrime il classe 2002. “Ci metto tutto me stesso per prepararmi, ma mi sento un po’ fuori posto, perché ogni volta succede la stessa cosa”.

    Il campo in questione è la Grand Stand Arena, teoricamente la seconda per importanza del torneo, ma che per Cobolli è diventata sinonimo di frustrazione. L’atmosfera spesso tiepida e le tribune mai davvero piene gli tolgono la carica di cui ha bisogno. “Il mio sogno lo sapete qual è… Giocare su un campo pieno di gente che vuole vederci giocare. E purtroppo qua non è possibile ogni volta, perché gioco sempre in uno stadio mezzo vuoto”, ha detto, con voce rotta.

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    Cobolli è romano d’adozione – è nato a Firenze ma cresciuto nella Capitale – e il legame con il Foro Italico è viscerale. “Dormo a casa mia, ho le persone che amo vicine, il torneo cade proprio nella settimana del mio compleanno. Per me è tutto perfetto… o quasi”, aveva dichiarato prima del match in un’intervista a Sky Sport. Ma proprio per questo, ogni delusione pesa il doppio.

    Vorrei avere una volta il privilegio di assaporare altri stadi, ha aggiunto. “Anche se meno prestigiosi, magari più caldi, dove si respira davvero l’aria del Foro Italico. Giocare così questo torneo è un dispiacere. Roma è casa, ma così fa male”.

    Presenti a tifare per lui anche volti noti del calcio romano come Edoardo Bove, Tommaso Baldanzi e l’ex giallorosso Zibi Boniek. Ma il supporto calcistico presente sugli spalti non è bastato a sollevarlo da una giornata no.

    Nel 2023 la situazione non fu diversa: fu programmato in contemporanea con il big match tra Fognini e Murray, lasciando il suo campo semivuoto. Un dettaglio non trascurabile per un giocatore che vive e si nutre del calore del pubblico.

    Forse basterebbe poco. Un cambio campo, un’opportunità diversa. Magari il Pietrangeli, cuore pulsante del Foro, oggi penalizzato da tribune extra che ne soffocano la vista, ma ancora capace di creare magia.

    Tutto può servire nella carriera di un tennista”, ha concluso. “Ma io vorrei che Roma mi restituisse un giorno l’amore che le ho sempre dato”.

    E un messaggio di supporto per Flavio Cobolli è arrivato dal coach Claudio Pistolesi, che su Facebook ha postato le sue impressioni sulle prime notizie che lo hanno raggiunto appunto tornato negli Stati Uniti dopo la sua visita in Italia, a Roma. E noi speriamo che questo messaggio arrivi anche alle orecchie di Cobolli, perchè se lo merita.

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