Incredibile l’episodio verificatosi ieri nel 250 normanno. Durante un cambio campo, incurante dei microfoni, Harriet Dart ha chiesto l’intervento del giudice di sedia per rimproverare l’avversaria: “Ha un cattivo odore”
Harriet Dart, attualmente collocata alla piazza numero 110 del ranking WTA, non è nuova a comportamenti discutibili all’interno del campo da gioco, ma la scenetta, in verità piuttosto triste, interpretata ieri dalla giocatrice britannica nel corso del match di primo turno del torneo di Rouen ha decisamente varcato i limiti di decenza comunemente accettati.
Durante un cambio campo nel secondo set, passando davanti al seggiolone dell’arbitro, Dart si è rivolta a quest’ultimo chiedendogli di suggerire all’avversaria, la ventunenne wild card francese Lois Boisson, di spruzzarsi del deodorante. “Ha un cattivo odore“, ha detto al giudice di sedia la giocatrice londinese, che vanta un best ranking alla settanta WTA guadagnato lo scorso settembre.
Non è la prima volta che Dart assurge all’onore delle cronache per i suoi comportamenti sopra le righe all’interno del Tour. La scorsa estate, al torneo di Nottingham, Harriet si è resa protagonista di una scenata farneticante provocata da una correzione della giudice di sedia su una palla precedentemente chiamata out. “Scommetto 50000 sterline che la palla fosse fuori“, educatamente comunicò nella circostanza Dart all’arbitro Kelly Rask, prima di dire in faccia a quest’ultima di essere “imbarazzante” e di provare vergogna per lei.
Tornando a Rouen, dopo la partita, vinta da Boisson per 6-0 6-3, Dart ha voluto scusarsi affidando il pentimento ai suoi canali social. “È stata una frase dettata dalla tensione del momento,” ha dichiarato la tennista inglese. “Non è il modo in cui mi voglio comportare, e sono sinceramente pentita di ciò che ho detto. Rispetto profondamente Lois e imparerò da quanto successo“.
Nel frattempo, come detto, sarà Boisson ad accedere al secondo round del 250 normanno: la sua prossima rivale uscirà dall’incontro tra Moyuka Uchijima e Kamilla Rakhhimova.