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    Fede Gomez e quel dramma interiore: “Ho pensato più volte al suicidio”

    Federico Agustin Gomez, attuale numero 135 del mondo, rivela in un lungo post su Instagram il tremendo periodo che da qualche tempo sta passando. “Gli ultimi sei mesi tra i più difficili che abbia mai vissuto”

    Nemmeno la fama, nemmeno il successo, lo sappiamo bene, bastano a difendere l’essere umano dai demoni che in qualsiasi momenti ne possono attanagliare l’anima. Nemmeno le star sono immuni dal vuoto interiore che paralizza, che fa vedere tutto nero. Federico Agustin Gomez non è una supersatar e non ha per il momento conosciuto né fama, né successo; il suo nome non è mai giunto alle orecchie di chi non segue il tennis professionistico di secondo livello, quello dei Challenger e degli ITF. “Fede” Gomez è semplicemente un giovane uomo di ventotto anni che ha ottenuto ottimi risultati nella sua professione, specialmente nell’ultimo periodo. Non sufficienti, tuttavia, ad alleviare il peso che da qualche tempo gli grava sul cuore.

    Nato a Merlo, nell’area metropolitana di Buenos Aires, il 26 novembre del 1996, Gomez ha raggiunto il proprio best ranking alla posizione numero 133 del ranking lo scorso tre febbraio (oggi è lì attorno, alla 135) ed è reduce dalla migliore stagione della sua vita: nel 2024, il tennista argentino ha vinto quattro tornei, inclusi i primi tre Challenger della carriera a Milano, Trieste e Guayaquil, guadagnando, nell’anno solare, qualcosa come 236 posti nel ranking. A suo modo, un trionfo. Eppure gli ultimi sei mesi sono stati i più difficili della vita di “Fede”, tanto difficili da aver spinto il ragazzo a pensare più volte di lasciare il tennis, ma soprattutto di non voler fare più parte di questo mondo.

    Attraverso una lunga confessione affidata al proprio profilo Instagram il giocatore ha voluto aprirsi, svelare i cupi pensieri che gli sono passati per la testa. Nella speranza che la condivisione dell’enorme fardello possa aiutarlo a stare meglio, a liberarsi, a trovare un appiglio che possa permettergli di guardare al futuro con un po’ di serenità. Ovviamente, non possiamo che augurarglielo.

    Caro tennis… Lo sport che mi ha dato tutto e allo stesso tempo mi ha tolto tante cose. Rimpiango di aver toccato il fondo, ma allo stesso tempo voglio prendere i lati positivi di questa situazione per prendere slancio e ritornare in superficie. Finora non sono riuscito a parlarne con nessuno, quindi ho scelto quella che in questo momento è la mia opzione migliore per farlo. Ciò che sto per dire potrebbe sorprendere molte persone, ma se quello passato è stato senza dubbio l’anno migliore della mia carriera, è anche stato il più difficile a livello personale, e l’ultimo periodo non ha fatto eccezione. Gli ultimi sei mesi sono i più difficili che abbia vissuto. Ho pensato di continuo di lasciare il tennis, mi sono chiesto se valesse la pena fare tutto questo, ho avuto in ripetute occasioni pensieri suicidi e sentito la voglia di lasciare questo mondo. Sono cose davvero difficili da esprimere per me, ma spero che possano spiegare alcuni miei comportamenti di quest’ultimo periodo. Mi costa molto scrivere queste parole senza piangere a dirotto, ma credo sia la decisione migliore che potessi prendere per liberarmi di un peso enorme che mi tormenta 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Non lo faccio per ottenere qualche minuto di fama, ma perché tutti capiscano che ognuno di noi può sperimentare lotte interiori a prescindere dal fatto che lo si dimostri o meno. Spero che dopo essermi aperto potrò sentirmi un po’ meglio e riuscirò a vivere in pace facendo ciò che amo, cioè giocare a tennis. Sono grato di avere attorno persone che cercano di tirare fuori il meglio di me, anche se è difficile. Cercherò di ritrovare quella gioia che mi ha sempre contraddistinto, sapendo che ‘è ok non essere ok’. Come ho già detto prima, mi provoca un enorme dolore aprirmi in questo modo, ma sentivo la necessità di raccontare un po’ la mia situazione. Sto ancora cercando la mia miglior versione. Lavorerò per ritrovare quel benessere emotivo che un tempo provavo“.

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