Il ventiquattro volte campione slam vince, dopo quasi quattro ore di gioco, contro Carlos Alcaraz in una partita che è già scolpita nella storia del tennis
[7] N. Djokovic b. [3] C.Alcaraz 4-6 6-4 6-3 6-4
Nella sfida tra “passato” e “presente” (37 anni da un lato e 21 dall’altro), Novak Djokovic ha dimostrato di non sentire lo scorrere del tempo, muovendosi più veloce del ragazzo di Murcia, già vincitore di 4 slam, ma che nulla ha potuto contro la storia del tennis, in continuo aggiornamento. Perché Djokovic è la storia (con 24 slam vinti, l’oro olimpico e 428 settimane al numero 1), ma è anche l’attualità. “Se guardassi ai trofei vinti da Novak, non riuscirei a giocare” aveva dichiarato Alcaraz prima della partita. Il palmares ha avuto però un peso quest’oggi e, dall’alto della sua esperienza, Nole continua la sua corsa verso l’obiettivo del 25esimo slam.
Il match
Ad inizio partita, è il vento a dirigere l’orchestra del gioco, costringendo i giocatori a seguire il ritmo imposto dalla natura. Alcaraz fatica a trovare la giusta sensibilità sulla palla, sbaglia diversi colpi e perde immediatamente il proprio turno di servizio. Ma il serbo non riesce ad approfittarne e arriva subito il contro break dello spagnolo, che accorcia le distanze portandosi sul 2-1.
Il ragazzo da Murcia è il primo ad adattarsi meglio alle condizioni in campo, e inizia a prendere l’iniziativa negli scambi con il dritto e a variare di più il gioco. Sul 4-4, prendendosi dei rischi, Carlos riesce a spingersi fino ai vantaggi. La terza palla break è quella buona: Djokovic cede il servizio e Alcaraz può servire per il set. Ma non subito.
Djokovic si siede in panchina e chiede il medical time-out per farsi curare negli spogliatoi a causa di un problema all’inguine, avvertito durante il game. Al rientro in campo, il serbo appare limitato nei movimenti ed evita lunghi spostamenti. Alcaraz ne approfitta e chiude facilmente il primo parziale, tenendo il servizio a zero e fissando il punteggio sul 6-4.
Nel secondo set, Djokovic, sicuramente condizionato dal problema fisico, prova ad accorciare gli scambi lasciando andare il braccio. Alcaraz ha meno tempo per caricare i propri colpi e si ritrova sorpreso dalle accelerazioni del serbo. Con una risposta vincente di dritto, Nole trova di nuovo il break in apertura, ma il suo vantaggio dura poco. E’ evidente come il problema all’inguine lo condizioni negli spostamenti e questo non sfugge ad Alcaraz che inizia a muoverlo utilizzando qualche drop-shot in più.
Ma la smorzata, se non è eseguita con la giusta coordinazione, può rivelarsi un’arma a doppio taglio e le ‘carezze’ della racchetta di Alcaraz sulla pallina non impensieriscono troppo il serbo che riesce ad ottenere subito il controbreak. Lo spagnolo alterna, come è solito fare, delle grandi giocate a scelte tattiche discutibili.
Con il passare degli scambi il dieci volte campione sembra rinascere come una molla che si carica, ritrovando agilità e liberando colpi sempre più incisivi. Sul 5-4, gioca un gran game in risposta e si procura tre palle break, ma gliene basta solo una per rimettere l’incontro in parità.
Nel terzo parziale, un rivitalizzato Djokovic parte di nuovo meglio e si procura due palle break nel secondo game, ma Alcaraz le riesce ad annullare con sicurezza. I problemi per lo spagnolo sono solo rimandati, perché sul 3-2 in favore del serbo arriva la palla break decisiva per le sorti del set: doppio fallo Alcaraz e Nole conquista un vantaggio che si rivelerà determinante. Il dieci volte campione del torneo sul 5-3 ottiene un set point, che riesce a concretizzare con uno scambio che manda in visibilio il pubblico di Melbourne.
Nel quarto set l’andamento del match sembra ormai indirizzato sulla stessa scia degli ultimi due parziali. Alcaraz alterna momenti di spettacolo ad errori banali e regala di nuovo un break in apertura a Djokovic. Ma lo spagnolo non ci sta e, con un colpo d’ala, si libra verso la possibilità di ristabilire l’equilibrio. Il problema però è che dall’altra parte del campo c’è un giocatore cinico, dotato di maggiore esperienza, immune alle pressioni e mai scosso dagli eventi del match. Nole riesce ormai a portare a casa anche gli scambi più lunghi e cancella ogni tentativo di rimonta del numero 3 al mondo. Sul 4-2 il serbo si guadagna una palla break decisiva, che potrebbe metterlo in posizione di servire per il match. Alcaraz, però, non ha intenzione di cedere. Ne nasce uno scambio al cardiopalma, di quelli che metterebbero a dura prova chiunque. Alla fine, è lo spagnolo ad imporsi e, seppure affannato, offre alla telecamera un sorriso che esprime tutta la sua gioia.
L’appuntamento con la vittoria è solo rimandato per Novak, che sul 5-3 arriva al match point: Alcaraz non tiene con la diagonale di rovescio e consegna la partita al serbo dopo 3 ore e 37 minuti di gioco. L’età è solo un numero.
L’intervista post match
“È stata una delle partite più epiche che ho giocato qui,” ha dichiarato Djokovic al microfono di Jim Courier. Alla domanda sul problema fisico che lo aveva condizionato nel primo set, il serbo ha risposto: “Non voglio rivelare troppo, ma quello che ho preso ha iniziato a fare effetto e la situazione è migliorata. Carlos ha mostrato un po’ di esitazione, mentre io ho iniziato a prendermi dei rischi, a muovermi meglio, e alla fine non sentivo quasi più nulla. Vedremo domani mattina come starò“.
Djokovic raggiunge così in semifinale Alexander Zverev, che ha sconfitto in quattro set Tommy Paul, e che a Melbourne cerca il suo tanto atteso primo Slam. A tal proposito, Novak ha voluto dire la sua circa il prossimo incontro, e in che modo pensa di poter battere il tedesco: “La chiave è recuperare, questo giorno in più di riposo arriva al momento giusto, speriamo sia sufficiente, spero di sentirmi alla grande venerdì”. Poi aggiunge sornione: “Con Sascha abbiamo un patto, fino a quando io gioco mi deve lasciar vincere, soprattutto negli slam“. La caccia al venticinquesimo titolo Major è ancora aperta.