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    Sinner e Paolini si raccontano ai microfoni di Sky

    Da oggi è disponibile il nuovo episodio della serie di interviste realizzate con Sinner e a dicembre un docufilm dedicato interamente a Jasmine Paolini

    Per celebrare il primo anno da numero uno del mondo, arriva il nuovo episodio della serie di interviste speciali realizzate con Sinner: da oggi, alle 22.30 su Sky Sport Uno e in streaming su NOW – disponibile anche on demand – Jannik, oltre il tennis – Capitolo 3, il dialogo a tu per tu tra il campione e il direttore di Sky Sport Federico Ferri, realizzato lo scorso 18 settembre a Milano, al grattacielo Gioia 22, negli spazi di Intesa San Paolo.

    Un bilancio sulla stagione in chiusura, per mettere a fuoco gli obiettivi futuri tra racconti di sport e di vita, alla scoperta dell’uomo oltre che del tennista, anche da un’inconsueta prospettiva vista da Jannik fuori dal campo.

    Un’intervista a 360° in cui Sinner racconta i segreti della sua ascesa al trono del tennis mondiale, i sogni, i traguardi ancora da raggiungere, le difficoltà, come quelle vissute nei momenti tormentati di questa stagione, a partire dal caso Clostebol e tutto quello che ha voluto dire per lui.

    Ecco alcuni passi dell’intervista a Sinner.

    “È partito tutto come un hobby, ora è il mio lavoro, ma quando vado in campo è ancora un hobby perché mi sento ancora come un ragazzino che gioca a tennis. Mi sento veramente fortunato”.

    Io quest’anno ho capito tante cose. Ero in una situazione molto difficile e delicata prima dello US Open, per i mesi precedenti, dove ho fatto fatica a comprendere quello che stava succedendo. Però a un certo punto mi sono dettoNo Jannik, alla fine è tutto abbastanza irrilevante, perché questo sport ti può dare soddisfazioni e ti può buttare giù anche moralmente, però alla fine io sto bene”.

    Cioè io sono sano, la mia famiglia è sana, sapevo però che c’era mia zia che non stava bene. Mia zia mi ha dato tanto quando ero piccolo, qualche volta mi accompagnava alle gare, i miei genitori lavoravano e io stavo un po’ con lei. D’estate andavo in piscina con lei, era una persona molto molto importante per me. Nel momento in cui una persona così sta male, il lavoro è abbastanza relativo”.

    Sinner è tornato anche sulla vicenda Clostebol e sulla capacità di resistenza che ha dimostrato in questa stagione, ricordando i giorni che hanno preceduto gli US Open.

    “Era difficile innanzitutto perché non mi potevo aprire con tante persone. Era un periodo molto complicato perché non sapevo come dovevo comportarmi io, di persona, non sapevo cosa sarebbe uscito, non sapevo cosa sarebbe successo con il team“.

    Il vero momento difficile secondo me era proprio quando è uscita la notizia. Ed è uscita in una fase molto delicata perché è arrivata prima di un Grande Slam. Io mi volevo già allenare dal mercoledì, la notizia è uscita il martedì e abbiamo deciso che era meglio di no, perché ci sarebbe stato troppo casino al circolo e quindi siamo andati il giovedì, di sera, perché così tanta gente sarebbe andata via. Arriviamo lì e avevamo tutte le camere addosso, era molto dura”.

    E sull’amicizia con gli altri giocatori, Sinner si è espresso così.

    Io guardavo gli altri giocatori per capire cosa pensavano veramente. Mi sono fatto tante domande, era difficile preparare un Grande Slam così. In fondo però sono convinto che niente succede per caso, e forse questo caso era proprio per capire chi è tuo amico e chi non lo è. E io ho separato proprio queste due faccende. E ho capito che ci sono tanti giocatori che non pensavo che fossero miei amici, e c’è una quantità abbastanza grande che pensavo fossero amici e invece non lo sono”.

    Magari vincevo una partita e mi vedevano proprio giù di testa e mi dicevano: “Ma tu hai vinto, perché stai così?”. E io lì cosa avrei dovuto rispondere? Ho detto: “No, no, sto bene, è tutto a posto”. E poi c’erano delle partite in cui la notte prima non dormivo. Come probabilmente avete visto, prima della gara con Medvedev (quarti di finale a Wimbledon). La notte prima non ho dormito. Poi certo che il mattino sono stato male“.

    E alla domanda su quale sia il suo punto di forza, Jannik ha così risposto.

    “Di sicuro, la forza mentale perché le partite si vincono con la testa. Tutti giocano bene a tennis, il problema sono sempre i piccoli dettagli. Sono riuscito a capire tante cose in questa stagione e ho vinto tante partite con la forza mentale”.

    E a dicembre arriverà anche una nuova Produzione Originale dedicata alla grande protagonista al femminile del 2024, Jasmine Paolini, un docufilm che racconterà la sua storia attraverso le parole della protagonista e di chi ha vissuto con lei la sua ascesa straordinaria ai vertici della classifica WTA.

    (Fonte Ufficio Stampa Sky Sport)

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