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    TennisTalker MagazineTennis TTFCTPAlessandro Giannessi: “Il tennis resta nella mia vita, anche dopo il ritiro”
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    Alessandro Giannessi: “Il tennis resta nella mia vita, anche dopo il ritiro”

    Intervista esclusiva ad Alessandro Giannessi sul suo addio al tennis professionistico e i progetti futuri

    Sabato 31 agosto si è svolta al Tennis Club Padova (link all’articolo) una tappa del Fight Club Tennis Project, un evento sportivo di beneficenza, ideato da Claudio Colussi insieme a un gruppo di giovani appassionati di tennis e divertimento.

    Non si tratta solo di un torneo di tennis, ma di una grande festa che coinvolge tutti, dai tennisti professionisti ai dilettanti!

    A Padova, oltre ad Alessandro Giannessi, best ranking n.84 ATP, erano presenti Maria Elena Camerin, ex numero 41 della classifica WTA e Matteo Viola, best ranking numero 118 dell’ATP.

    Da sinistra: Claudio Colussi, Presidente del FCTP, Alessandro Giannessi, Maria Elena Camerin, Matteo Viola e Massimo Bigaran, responsabile marketing del FCTP

    Abbiamo intervistato in esclusiva Alessandro Giannessi che, solo pochi giorni fa, ha pubblicato un post dove spiegava i motivi del suo ritiro (clicca QUI per leggere il post).

    Alessandro, cosa ti ha portato qui al Fight Club? Chi ti ha coinvolto in questa iniziativa?

    Mi ha coinvolto Riccardo Bonadio che mi ha mandato un messaggio un paio di settimane fa e mi ha subito convinto. È un progetto bellissimo, realizzato per una giusta causa, quindi mi fa molto piacere essere qui.

    Riccardo è stato uno dei protagonisti della tappa di Milano Marittima che si è svolta la settimana scorsa

    Esattamente, è stato lui a mettermi in contatto con i ragazzi dell’organizzazione, e sono molto contento di essere presente qui oggi.

    Abbiamo tutti letto la tua bella lettera sui social dove comuni che hai deciso di dire basta al tennis professionistico.

    Sì, ho deciso di smettere perché il mio corpo e la mia mente mi hanno dato i segnali giusti. Dopo 20 anni di professionismo, con tanti sacrifici, penso che sia importante capire quando è il momento di fermarsi, senza spingersi oltre. Credo di aver capito quando era il momento giusto.

    E ora cosa ti aspetta e che cosa ti aspetti?

    Ho molti progetti in mente, ma è ancora presto per parlarne con precisione. Ho appena smesso, quindi non ho ancora definito tutto. Sicuramente, spero di continuare a lavorare nel mondo del tennis e imparare nuovi mestieri all’interno di questo ambito.

    Ti piacerebbe anche insegnare?

    Assolutamente sì. Potrebbe essere una delle opzioni. Mi piacerebbe insegnare a livello professionistico e contribuire alla crescita dei giovani, trasmettendo loro l’esperienza accumulata in tutti questi anni.

    Qual è la partita che ricordi con maggior piacere e quella che ti ha lasciato più amaro in bocca?

    È una domanda difficile. Quelle che ricordo con meno piacere sono due, entrambe al Roland Garros. La prima, contro Nishikori, dove ho perso dopo essere stato in vantaggio 4-2 nel quinto set. È stata una sconfitta molto dura da digerire. L’altra, sempre a Parigi, contro Gojo: ho perso 7-5 al quinto set dopo 5 ore e 12 minuti. Anche quella mi ha fatto male. La partita che invece ricordo con più piacere è stata la mia vittoria in uno slam contro Kudla agli US Open, al quinto set.

    Hai partecipato a tutti e quattro i tornei del Grande Slam. Qual è, a tuo giudizio, il più bello?

    È difficile dirlo, perché ognuno ha le sue caratteristiche uniche. L’Australia è uno Slam stupendo per i giocatori. Wimbledon ha un fascino unico, gli US Open si svolgono in una delle città più belle del mondo e Parigi è sulla mia superficie preferita. Non saprei dire quale sia il mio preferito, sono tutti tornei meravigliosi.

    Ti lascio tornare in campo. Come stanno andando gli incontri della tua squadra qui al Fight Club?

    Abbiamo perso una sfida, ma abbiamo vinto tutte le altre e siamo in semifinale. Però qui quello che conta è il puro divertimento e, soprattutto, la solidarietà.

    Ed è esattamente così! Complimenti per la tua carriera e un sincero grazie per la tua squisita disponibilità.

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