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    Intervista a Lorenzo Fares: “A casa da piccolo abbassavo il volume della televisione e facevo le telecronache degli incontri di tennis”

    La sua voce distintiva lo ha reso celebre come telecronista di SuperTennis e in questa intervista, in esclusiva per TennisTalker, ci racconta la sua esperienza nell’affascinante mondo della televisione sportiva

    Ho incontrato all’Aspria Tennis Cup, il Challenger che si è appena concluso a Milano, uno dei giornalisti più noti di SuperTennis, Lorenzo Fares, e ne ho approfittato per farmi raccontare qualcosa di più sul suo lavoro.

    Ciao Lorenzo, raccontaci della tua storia a SuperTennis

    Ho iniziato a lavorare con SuperTennis fin dall’apertura del canale, nel settembre 2008. Dopo un paio di mesi di preparazione, il 10 novembre siamo andati in onda per la prima volta. Posso dire di aver visto nascere SuperTennis!

    Qual è stato il tuo primissimo incarico?

    Sono apparso in video una settimana dopo l’inaugurazione del canale, conducendo il telegiornale. Non sono stato il primo in assoluto, ma uno dei primi. All’epoca eravamo solo cinque ragazzi in redazione.

    Ricordi anche la prima partita che hai commentato?

    Era gennaio 2009, al torneo di Auckland, in Nuova Zelanda. Commentai un match femminile tra Dementieva e Vesnina e poi, al maschile, una partita di Del Potro contro Querrey o Soderling.

    Oggi ti senti più a tuo agio nei panni di telecronista o di conduttore?

    Ormai faccio telecronache da 16 anni e penso di averne fatte circa 10-11 mila. Mi sono abituato al ruolo di telecronista, che è diventato il mio compito principale a SuperTennis, ma mi piace fare anche altro. Recentemente mi sono concentrato sulla conduzione e faccio l’inviato nei vari tornei, come per esempio qui a Milano in questi giorni. Siamo tutti versatili, ma la telecronaca è il mio habitat naturale.

    Hai seguito un corso per fare le telecronache o ti è venuto naturale grazie alla tua conoscenza del tennis?

    Sono appassionato di tennis da sempre. Mio padre mi portò a vedere gli Internazionali di Roma del 1994, quando avevo 12 anni, e la finale tra Sampras e Becker mi illuminò. Fino a quel momento seguivo solo il calcio, come probabilmente tutti i bambini della mia età. Poi ho iniziato da solo a fare le telecronache abbassando il volume della TV a casa. Quando aprì SuperTennis, inizialmente non ero un telecronista, ma quando iniziammo a trasmettere i tornei mi proposero di provare. Era tutto in diretta e da lì ho imparato i tempi e il lessico del tennis. Mi sentivo a mio agio. Ho imparato sul campo, è stata una questione di abitudine.

    Ti è mai capitato di fare una gaffe in diretta?

    Se c’era il rischio di fare una gaffe, fortunatamente mi sono sempre corretto in tempo. Non sono un grande sostenitore della telecronaca troppo parlata; cerco di dire poco e farlo bene. Però a volte può capitare di sbagliare.

    Qual è il torneo a cui sei più affezionato?

    Il Trofeo Bonfiglio, perché è stato uno dei primi tornei che ho seguito. La mia prima trasferta di lavoro fu al Bonfiglio nel 2009. Mi appassionai subito al tennis juniores. Da quel momento in poi l’ho sempre seguito. Ci sono altri tornei come il Foro Italico e la Coppa Davis, ma il Bonfiglio ha un posto speciale nel mio cuore. È bello vedere i giovani che poi diventano campioni.

    Da quest’anno SuperTennis si concentra sui Challenger. Come stanno andando gli ascolti?

    Sono molto contento di questa scelta perché i Challenger vengono spesso sottovalutati e invece personalmente mi piace molto l’atmosfera che c’è intorno a questi tornei. Non è vero che non li gioca nessuno, anzi. Li stiamo seguendo praticamente tutti quelli in Italia, anche fisicamente. Abbiamo commentato anche qualche Challenger all’estero. Il livello è alto e l’atmosfera è bella. In passato non venivano trasmessi in televisione, ma ora c’è una vera e propria produzione televisiva con interviste e tutto il resto. È una cosa nuova che stiamo facendo, ma è molto bella e sta funzionando bene.

    C’è qualcosa che non hai mai detto in un’intervista e che vuoi condividere con TennisTalker?

    Oltre al tennis, le mie passioni sono il calcio e la Formula 1. In passato seguivo molto anche il ciclismo, ma il tennis ormai mi occupa la maggior parte tempo. Oltre al discorso professionale, c’è infatti anche una passione personale. Ho una mia agendina dove segno tutti i risultati: anche quando non lavoro, “vedo” il tennis. Essendo romano, tifo per la Roma, ma il tennis è una passione vera e propria!

    Grazie a Lorenzo Fares per aver chiacchierato con TennisTalker. Non vediamo l’ora di ascoltarlo ancora durante le sue telecronache!

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