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    Marco Cecchinato: “All’inizio dell’anno volevo smettere, poi qualcuno mi ha convinto a continuare…”

    Durante il recente torneo Aspria Tennis Cup, conclusosi con la vittoria di Federico Agustin Gomez su Filip Cristian Jianu, ho avuto l’opportunità di incontrare Marco Cecchinato e di intervistarlo in esclusiva per i lettori di TennisTalker

    Penso che più o meno tutti gli appassionati di tennis conoscano Cecchinato per essere stato numero 16 della classifica ATP e per aver raggiunto nel 2018 la semifinale del Roland Garros dopo aver sconfitto Novak Djokovic con il punteggio di 6-3, 7-6, 1-6, 7-6 .

    Una partita che ancora adesso lui stesso definisce il ricordo più bello ed emozionante di tutta la sua carriera.

    Innanzitutto grazie Marco per questa intervista. Se non ti dispiace, vorrei cominciare parlando della tua vita privata. So che vivi a Brescia con la tua famiglia al quale sei molto legato

    Sì, è da tanto che non mi chiedevano di questo. Qualche anno fa, posso tranquillamente dirlo, ho perso la testa per Gaia, detta “Peki”. Nel 2020 è nato nostro figlio Edoardo, che adesso ha 4 anni. Gaia aveva già due bimbi, Jacopo e Mia, che hanno 9 e 11 anni. Siamo una famiglia un po’ numerosa, o come si dice oggi, una famiglia allargata. Per fortuna abbiamo una baby sitter che ci aiuta, così qualche volta Peki riesce a seguirmi nei tornei in Italia ed in Europa.

    Pensi che qualcuno di loro possa diventare un futuro tennista?

    Speriamo calciatori! Io sono molto appassionato di calcio, quindi vediamo…

    Per che squadra tifi?

    Tifo Milan e quando posso vado allo stadio. Conosco anche qualche calciatore, sia in attività che ritirati, e ho un bellissimo rapporto con molti di loro.

    Parlando di sport in generale, l’Italia adesso sta vivendo un momento magico in diverse discipline: tennis, atletica, nuoto, pallavolo… Ritieni che il fatto di avere così tanti campioni possa aiutare i ragazzi giovani ad appassionarsi sempre di più ad una disciplina sportiva?

    Sì, penso proprio di sì, perché lo sport è qualcosa di bello e sano. Mi dispiace constatare che, soprattutto nell’ultimo periodo, i social stiano letteralmente prendendo il sopravvento distogliendo l’attenzione dei giovani dallo sport. Io, per fortuna, sono cresciuto in un circolo dove si praticava qualsiasi sport e dalla mattina alla sera stavo lì: calcio, tennis, basket…

    E come mai, un appassionato di calcio come te, ha scelto il tennis?

    Perché mio cugino e mio zio, che purtroppo è mancato, erano maestri di tennis. Da piccolo io giocavo a calcio nel Palermo, ma loro mi hanno convinto a provare a giocare a tennis. Devo dire grazie a loro per avermi trasmesso questa passione.

    Il tuo ricordo più bello di sempre su un campo da tennis?

    Sicuramente la vittoria contro Novak Djokovic ai quarti di finale del Roland Garros nel 2018. Quel momento resterà nella storia per me!

    Qual è la forza che ti spinge a continuare a lottare in un campo da tennis?

    Qualche mese fa ho avuto un crollo e volevo smettere di giocare. Sono andato a parlare con il mio storico allenatore, Massimo Sartori, con cui ho iniziato a 17 anni. Quando gli ho detto che volevo smettere, mi ha risposto: ‘Non pensarci nemmeno, tu torni qui’. Grazie a lui ho ritrovato la voglia di giocare e allenarmi, e sono tornato a Vicenza dopo un periodo difficile in Spagna. È stato un inizio d’anno brutto, non lo nego. Ora, grazie a Max, ho ritrovato energia e motivazione. Da qualche settimana mi segue anche Marco Moretto, che è di Bassano, vicino a Vicenza, e lavora con Max. Finalmente, mi è tornata la voglia di competere.

    Hai già un piano B per quando smetterai di giocare a tennis?

    Ancora non ci ho pensato, ti dico la verità, ma spero che quel momento sia lontano. Quando deciderò di ritirarmi, avrò un anno di tempo per organizzare il mio futuro.

    Marco Cecchinato e Vanna Rizzo

    Grazie, Marco, per aver condiviso con noi la tua storia e le tue passioni. Ti auguriamo il meglio per il futuro, sia dentro che fuori dal campo.

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