Ne abbiamo parlato con Giuliano Cecchini, presidente del circolo di Casale Monferrato
Dopo la sorprendente, e forse un po’ inaspettata, vittoria nel 2022, la società Canottieri Casale si è ripetuta nel 2023 e ha conquistato lo scudetto femminile nel massimo campionato a squadre di tennis.
Il Circolo è nato circa 130 anni fa lungo il fiume Po e non a caso il suo nome è legato proprio agli sport di acqua. Il tennis è arrivato dopo, insieme ad altre attività sportive, ma oggi è probabilmente il fulcro di tutta la struttura.
Sette campi da tennis, un campo da padel, una piscina scoperta e una coperta, la palestra, l’area wellness e la club house sono circondati dal verde della natura che arriva fino alle sponde del fiume più importante d’Italia.
Il circolo vanta 2.500 soci e se pensate che a Casale ci sono solo 35.000 abitanti, significa che circa il 7% della popolazione fa tappa qui!
Buongiorno Presidente Cecchini, oltre alla serie A1 della quale parleremo dopo, il vostro circolo da qualche anno ospita anche un importante torneo ITF 400 dedicato ai veterani, categoria non sempre particolarmente seguita, ma che riscuote molto successo in termini di partecipazione
Sì è esatto. Anzi siamo felicissimi di questa scelta. Il tennis lo viviamo a 360 gradi, dal mini tennis fino all’agonistica, ma ci sono anche tutti gli altri soci e non ci dimentichiamo mai di loro. So che il torneo veterani qualcuno lo vede in maniera differente rispetto alle competizioni dedicate ai giovani o ai giocatori professionisti, eppure questa manifestazione attira partecipanti da tutte le parti d’Europa e perfino dall’Australia.
Sono giocatori che hanno sempre avuto una grande passione per il tennis e adesso, complice anche probabilmente la maggiore disponibilità di tempo, possono dedicarsi a questo sport più assiduamente. Inoltre è un’occasione per visitare nuovi posti ed è infatti utile anche per la promozione del territorio. Noi, per esempio, abbiamo abbinato al torneo la visita a varie cantine vinicole della zona e l’iniziativa ha riscosso molto successo fra i partecipanti.
Esiste inoltre una graduatoria stilata sulla base dei voti dati dai giocatori ai singoli tornei in merito all’hospitality, ai campi, all’assistenza, al coinvolgimento dei media e a tanti altri parametri. È con orgoglio che posso dire che il nostro circolo è risultato fra i migliori in Europa.
E sicuramente anche il doppio titolo vinto con la squadra femminile in A1 vi ha portato sotto le luci della ribalta. Emotivamente parlando, come ha vissuto le due vittorie?
Confesso che il primo titolo è arrivato inaspettato quando in finale abbiamo vinto contro il Parioli di Roma. Eravamo stati in A2 per diversi anni, poi siamo saliti in A1, ma siamo subito retrocessi l’anno successivo per poi risalire. Il nostro è stato un progetto a medio lungo termine che alla fine ha portato i suoi frutti.
Nel 2021 abbiamo infatti raggiunto i play-off contro il Parioli, poi abbiamo vinto il titolo l’anno dopo e bissato quest’anno
Il primo scudetto però è stato storico e non lo dimenticheremo mai. Per un circolo come il nostro essere riusciti ad affermarci a livello nazionale davanti a circoli molto blasonati è stato motivo di grande orgoglio. Devo però dire che siamo stati sicuramente aiutati da una giocatrice importanti come Sara Errani che ci ha trascinati in finale vincendo doppio e doppio di spareggio.
Quello del 2023, nonostante il punteggio dei vari incontri sembra dica diversamente, è stato molto sofferto. Ripetersi è sempre difficile quando si hanno i favori dei pronostici. In finale, come da regolamento, non abbiamo potuto schierare Sara Errani e se siamo riusciti a vincere il merito va a Lisa Pigato e Deborah Chiesa che hanno vinto i loro incontri di singolare e il doppio decisivo. Il terzo singolare è stato giocato e purtroppo perso da Andreea Mitu ma sapevamo che essendo reduce da un leggero infortunio non avrebbe potuto giocare al meglio il suo match.
In tutto il campionato il punto forte della nostra squadra sono state indubbiamente le atlete italiane: anche Jessica Pieri è stata fondamentale sia nel girone che nel combattutissimo incontro di semifinale con Verona.
In finale il nostro avversario, il Circolo Tennis Palermo, si è presentato con grande merito e con una squadra composta da 3 giocatrici del vivaio; secondo me questa è la strada corretta da intraprendere perché bisogna far crescere e far giocare le giocatrici italiane di casa, quelle che rappresentano lo zoccolo duro della competizione.
Infatti, dietro Lisa abbiamo altre ragazze che stanno crescendo con noi: Enola Chiesa che sta ottenendo buoni risultati anche a livello internazionale, Greta Rizzetto un’atleta under 16 molto promettente e Angelica Sara, tesserata per noi dallo scorso anno, che è una giovane promessa del tennis italiano come dimostrato dalle vittorie nelle varie categorie under e che sta velocemente scalando le classifiche internazionali. Ha solo 14 anni e pensiamo che possa essere un valore aggiunto per il futuro.
Il nostro capitano Giulia Gabba è stata un’importante giocatrice che è tornata a Casale prima come maestra e poi come responsabile della nostra scuola tennis e che, grazie ai suoi valori tecnici e umani, ha saputo essere un’ottima guida per le atlete durante il campionato. Giulia in primis punta molto sul nostro vivaio ed è molto attenta allo scouting: ci tiene a far crescere le giovani promesse per poi farle giocare nelle competizioni di vertice.
Si dice che non ci sia due senza tre…
No no, non parliamone neanche adesso! (Ndr: ride) Il nostro obiettivo sarà sicuramente quello di mantenere il titolo e poi si sa che ci sono tante variabili, ma la squadra rimarrà la stessa.
In un campionato così ravvicinato con 2 soli gironi da 4 squadre ciascuna, dove le prime 2 fanno i play-off e le altre due i play-out, è una sorta di lotteria. Il confine è molto sottile.
Il nostro primo obiettivo saranno i play-off e quello che viene sarà un di più.
Sara Errani ci ha già garantito la sua presenza essendo molto dispiaciuta per non aver potuto giocare la finale. E’ un’agonista pura ed è venuta a giocare da noi per l’amicizia che la lega a Giulia Gabba. Sara non aveva mai giocato le competizioni a squadre, Federation Cup esclusa ovviamente, ma Giulia l’ha convinta. Si è integrata molto bene nel gruppo e nel circolo ed è un esempio per tutte le altre ragazze, sia in campo che fuori.
Oltretutto è fortissima in doppio e si sa che in questa competizione i doppi spesso sono fondamentali. Per le nostre atlete poter giocare in coppia con lei è stato importantissimo per imparare e crescere.