Oggi risponderemo alla domanda più ricorrente che viene posta agli insegnanti che lavorano nel mondo del tennis, cercando di dare una risposta più esaustiva e sintetica possibile: dipende
Facciamo un passo indietro e scopriamo subito che il tennis nel passato non era uno sport adattato ai bambini. Questi, infatti, utilizzavano le racchette degli adulti lunghe e pesanti, le palline dure e quindi veloci, l’altezza della rete e le dimensioni del campo standard e soprattutto erano sottoposti ad una didattica fondata sul ripetersi dello stesso movimento fino allo sfinimento.
Immaginiamo di mettere un adulto in un campo da calcetto con la rete da pallavolo e una racchetta gigante, non sarà difficile pensare che nel tempo questi elementi possano provocare tante complicazioni.
Oggi invece?
Il tennis è diventato a misura di bambino, le racchette sono piccole e leggere, ce ne sono di tante misure. Stessa cosa per l’altezza della rete e per le dimensioni del campo: crescono insieme al bambino.
Le palline? Leggere e depressurizzate, in modo tale da essere non solo più lente ma da determinare un rimbalzo proporzionato all’altezza ideale dell’impatto del bambino, altezza in cui l’articolazione della spalla è più stabile.
Insomma, siamo riusciti a convincere anche i pediatri che il tennis non è più uno sport sconsigliato ai bambini, tanto da renderlo ufficiale in un Convegno Nazionale tra Federazione Italiana Tennis, CONI e Società Italiana di Pediatria: “Minitennis e salute dei bambini”, 2009.
Da un punto di vista didattico, l’insegnamento del tennis verte molto sui principi di gradualità, multilateralità, multiformità , bilateralità e multisport!
Per cui fino agli 11 anni resta uno sport lontano dalla specializzazione, quindi preparatevi a vedere i vostri figli giocare a tennis-volley o calcio-tennis nel riscaldamento o in conclusione dell’allenamento.
IL RUOLO DELLA PREPARAZIONE FISICA
Il tennis è sempre affiancato dalla preparazione fisica che per i bambini altro non è che un momento ludico. Non c’è tecnica da imparare ma spesso ci sono giochi da “risolvere”. È un’attività che parte dal consolidamento degli schemi motori di base corretti per poi sviluppare tutte le capacità coordinative, la propriocezione, la flessibilità e le capacità organico-muscolari tutte, forza inclusa.
Si gioca con due racchette, con le mani, con i piedi, con la testa e in altri 1000 modi, tutti con stimoli diversi o con lo stesso stimolo proposto in modi differenti. In questo modo cura l’armonia della crescita e lo sviluppo simmetrico delle parti. Anticipa, con giochi di prevenzione e compensazione, la comparsa di quei paramorfismi a cui il tennista va incontro, come ad esempio l’atteggiamento cifotico, dovuto alla continua spinta in avanti che porta al raccoglimento delle spalle.
La parola d’ordine è quindi varietà, che corrisponde anche ad un bisogno del bambino. Come ultimo obiettivo, la preparazione fisica introduce in maniera semplificata il concetto di tattica e offre il piacere dei giochi di squadra in uno sport per lo più individuale.
Perché allora abbiamo esordito alla domanda con un “dipende”?
Perché, se è vero che il tennis per i bambini può essere effettuato senza nuocere alla salute e alla crescita del bambino, è anche vero che come ogni attività deve essere insegnata correttamente, con grande serietà e professionalità, mascherando questa complessità con la semplicità del gioco senza banalizzare. I bambini lo sanno bene, giocare è una cosa seria.
Il nostro dipende, quindi non fa riferimento allo sport, ma alla qualità del suo insegnamento e all’orientamento e il progetto che i genitori dovranno condividere con il club e gli insegnanti. Talvolta le mamme hanno paura che, con due sole ore di allenamento a settimana, le figlie possano diventare fisicamente come Serena Williams…
Se ci sono dei punti che vorresti approfondire di più, poniceli e li condivideremo con piacere!