L’argentino è stato premiato da Francesca Schiavone. Onore delle armi per Matteo Gigante, affaticato dalle battaglie dei giorni scorsi
Vincendo l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (73.000€, terra battuta), il 22enne Facundo Diaz Acosta ha raccolto i punti necessari per raggiungere l’obiettivo sognato da chiunque inizi a giocare a tennis: entrare tra i top-100.
Battendo Matteo Gigante con un doppio 6-3, si è garantito la certezza di attestarsi intorno al numero 96 ATP.
Testa di serie numero 1 all’ASPRIA Harbour Club, l’argentino ha confermato i pronostici e ha intascato il terzo titolo stagionale dopo Savannah e Oeiras.
Il match si è deciso nel cuore del primo set: sul 3-3, Diaz Acosta ha giocato un brutto game di servizio, commettendo tre doppi falli e concedendo ben quattro palle break a Gigante, incapace di sfruttarle.
Sul 4-3, l’azzurro si è trovato 40-15 ma si è fatto brekkare con qualche errore di troppo. E ancora: chiamato a servire sul 5-3, Diaz Acosta ha commesso due doppi falli nei primi due punti e ha dovuto rimontare da 15-40, riuscendoci grazie a una maggiore solidità nello scambio.
In sintesi, dal 3-3 al 6-3 Gigante ha avuto la palla game in tutti i giochi, ma l’ha sempre spuntata l’argentino.
A quel punto è emersa la fatica e il secondo set ha offerto meno spunti. Il match è terminato con un urlo liberatorio di Diaz Acosta.
“Faceva molto caldo, poi era una finale ed eravamo entrambi nervosi – racconta Diaz Acosta – quest’anno ne avevo giocate alcune, quindi ero più abituato di lui. Tuttavia sapevo di giocarmi i top-100 ATP e il tabellone principale dello Us Open, dunque ero molto teso. Allora ho provato a concentrarmi sulla tattica, sul come giocare e non pensare a fattori esterni”.
È stata una finale tra mancini, dunque chiediamo a Diaz Acosta se ha dovuto pensare a qualche accorgimento tattico.
“In realtà dipende dai singoli giocatori – racconta – per esempio Matteo possiede un ottimo rovescio, dunque dovevo evitare che lo tirasse con i piedi dentro il campo, cercando di tenerlo lontano dalla riga. A quel punto, provavo a essere io a dominare lo scambio. Credo che sia stata la chiave”.
Come detto, con questo successo entrerà tra i top-100 ATP e si garantirà la sua prima ammissione diretta nel tabellone principale di uno Slam, al prossimo Us Open.
“Un traguardo davvero importante: chiunque inizia a giocare a tennis vorrebbe diventare top-100 per vivere di questo sport, che è incredibilmente difficile – dice con una punta d’orgoglio – adesso è il mio compito sarà mantenere questo livello e occuparmi delle cose da migliorare, che sono moltissime”.
Lo vedremo presto in campo a San Benedetto del Tronto, proprio come Gigante.
Durante la premiazione c’è stata una gradita sorpresa: accolta da un filmato con gli attimi più emozionanti del suo successo al Roland Garros, ha partecipato Francesca Schiavone.
E’ stata lei, insieme al presidente BCS Giuseppe Fumagalli, a premiare un Diaz Acosta felicissimo di poter scattare alcune foto insieme a una leggenda del tennis.
Va dunque in archivio la 17esima edizione di un torneo che ha passato a pieni voti l’esame del cambio di data: giocare nella prima settimana di Wimbledon ha permesso di irrobustire il campo di partecipazione, con tanti giocatori di livello assoluto e una partecipazione-record dei tennisti italiani.
È mancata la ciliegina sulla torta di un successo azzurro, ma si sono viste bellissime cose, soprattutto da Matteo Gigante (il cui livello è ben superiore alla 211esima posizione che acquisirà con i punti della finale) e Flavio Cobolli, unico a togliere un set a Diaz Acosta. Senza dimenticare quel Luca Nardi che nei quarti è arrivato a matchpoint contro Gigante.
(Fonte: Ufficio Stampa ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS)