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    TennisTalker MagazineTennis TTIntervisteUna giornata a Vicenza con i ragazzi che partecipano al CTPE
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    Una giornata a Vicenza con i ragazzi che partecipano al CTPE

    Ospite d’eccezione Craig O’Shannessy, consulente FITP, pioniere della match analysis

    Come vi avevamo raccontato nell’articolo della scorsa settimana (link all’articolo), è ufficialmente partito il nuovo progetto federale che si chiamo Centro Tecnico Periferico Estivo (CTPE). La possibilità è data a tutti gli atleti convocati nei centri tecnici nazionali.

    Questa settimana il progetto si è spostato al Tennis Comunali di Vicenza e vi partecipano alcuni fra i migliori giocatori nati fino al 2007.

    Oltre ai Tecnici Nazionali, ai preparatori atletici e al mental coach, in questi giorni i ragazzi hanno avuto la possibilità di incontrare anche Craig O’Shannessy, coach australiano, ma residente negli Stati Uniti, famoso per aver lavorato per 2 anni al fianco di Djokovic come esperto di strategy analysis.

    Da qualche anno è consulente della FITP, ha collaborato con Matteo Berrettini e con altri giocatori Top 10 del tour maschile e femminile, è consulente dell’ATP e di Wimbledon.

    Il suo lavoro? Fornire l’analisi del loro gioco e stilare rapporti dettagliati sul gioco degli avversari, tramite i numeri. Il suo metodo evidenzia gli aspetti tattici degli incontri ed aiuta i giocatori a sviluppare la miglior tattica possibile.

    È stato il primo allenatore al mondo a sviluppare il software Dartfish Match Tagging per tracciare le partite di tennis, suddividendole in specifici schemi di gioco da analizzare.

    Se l’argomento vi interessa, nel suo sito braingametennis.com potete trovare molte strategy analyses e ricerche.

    Buongiorno Craig, come mai qui a Vicenza?

    Sono stato a lavorare al Roland Garros, poi dovrò andare a Wimbledon. Ma sono in viaggio con mio figlio Rourke che gioca a tennis e così, fra uno Slam e l’altro, anziché ritornare negli Stati Uniti ci siamo fermati in Italia.

    Facciamo una settimana a Palazzolo, una a Vicenza e una a Milano. Con anche una visita a Venezia per un po’ di vacanza!

    Di solito vengo in Italia 2 volte, per il master di Roma e a fine stagione per le Next Gen e le ATP Finals.

    Di che cosa ti occupi nello specifico quando, per esempio, vai al Roland Garros?

    Prima di tutto vado a supporto della Federazione per analizzare i match dei giocatori italiani. Contemporaneamente studio gli avversari per cercare la strategia giusta. Al termine dell’incontro c’è il post match analysis per vedere cosa il giocatore fa correttamente e cosa invece deve migliorare. A quel punto parlo con i loro allenatori e do loro le corrette indicazioni.

    Si tratta quindi di leggere i numeri?

    Il tennis è un gioco fatto di schemi e i numeri mostrano quali sono questi schemi. Uso i video per confermare se quel giocatore ha, per esempio, il rovescio più debole del dritto, la percentuale di palle che serve nella stessa direzione… Conoscere l’avversario aiuta moltissimo.

    Il tennis è sempre stato un gioco di sensazioni. Si entra in campo pensando a diverse variabili. Come sto oggi? Che tempo fa? Com’è il campo? Come sono le palline? Ma è solo studiando le partite vere e proprie che si possono avere le informazioni.

    Ho fatto ieri una lezione ai ragazzi che stanno partecipando al CTPE proprio sugli schemi. Ho insegnato loro che il tennis non è un flipper dove la pallina va in posti assurdi e ovunque, ma è un gioco dove gli schemi si ripetono. Quando si conosce la ripetizione degli schemi vincenti, allora si può affrontare l’avversario con una tattica ben precisa. Bisogna sapere se contro quel determinato avversario è meglio andare a rete, oppure giocargli sul dritto o sul rovescio, oppure incrociato…

    A sottolineare l’importanza di queste statistiche è intervenuto il Tecnico Nazionale Sebastian Vazquez, collaboratore della FITP, che ci ha raccontato:

    Quando Craig ha portato queste statistiche, ci ha cambiato il modo di insegnare. Le statistiche dicono che bisogna vincere i punti tra 0 e 4, cioè i primi quattro colpi nello scambio giocano un ruolo essenziale.

    Il servizio è quindi un’arma importante, così come la risposta che deve essere aggressiva. Quando insegniamo a bambini piccoli, tipo 5 o 6 anni, li mettiamo vicini alla rete e facciamo fare loro il movimento del servizio, così capiscono fin da subito che lo scambio parte da lì. E’ importante essere aggressivi fin da subito.

    Sebastian Vazquez e Craig O’Shannessy

    Ma nel tennis si sa che, oltre alla tecnica e alla preparazione fisica, un ruolo fondamentale lo gioca la testa. E per questo motivo i ragazzi sono accompagnati anche da un mental coach. A Vicenza c’è la dott.ssa Manuela Galiazzo che lavora per la FITP e alla quale abbiamo fatto un paio di domande.

    Su cosa lavora principalmente con i ragazzi?

    Lavoro principalmente sull’atteggiamento, su quello che è il loro modo di porsi rispetto a quello che succede.

    Qual è l’errore più comune che fanno i ragazzi?

    Prendersela con se stessi. Dovrebbero invece imparare a prendersela con quanto sta succedendo in campo. Arrabbiarsi con se stessi fa solo perdere un sacco di tempo e fa perdere il focus di capire cosa sta succedendo e di come riuscire ad uscire da quella situazione.

    Devono prendere le distanze da quelle che sono le proprie reazioni perché portano a degli automatismi. Lamentarsi, borbottare, fare delle sfuriate è un circolo vizioso dal quale, essendo ancora molto giovani, fanno fatica ad uscire.

    A sovraintendere tutta l’organizzazione era presente anche il Tecnico Nazionale Cristian Vinco al quale abbiamo chiesto qualche informazione in più su questo raduno.

    Sono coinvolti tutti i ragazzi dei raduni nazionali, dall’under 11 fino all’under 16. Diamo loro la possibilità, a spese della Federazione, di allenarsi nei centri estivi periferici. Organizziamo tutto, vitto e alloggio compresi.

    Svolgono allenamenti tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, mattina e pomeriggio.

    I raduni prevedono massimo 8 ragazzi per turno. Qui a Vicenza dovevano essere in 5, ma sono in 4 perché Alessandro Fronza, uno dei migliori 2011 in Italia, ha rinunciato perché troppo affaticato dopo l’ultimo torneo disputato.

    Ci sono Carolina Gasparini, Camilla Castracani, Gabriele Galesi e il figlio di Craig O’Shannessy, Rourke.

    L’obiettivo è quello di dare la possibilità ai ragazzi di potersi confrontare con giocatori diversi rispetto a quelli con i quali si allenano solitamente.

    Un sentito ringraziamento a tutti per il tempo dedicato!

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