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    TennisTalker MagazineTennis TTIntervisteCosa ne pensate dell’esclusione di Djokovic da Indian Wells e Miami?
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    Cosa ne pensate dell’esclusione di Djokovic da Indian Wells e Miami?

    Anche quest’anno il numero uno al mondo non può competere nei due importanti Masters 1000 degli Stati Uniti

    La legge americana prevede che gli stranieri che entrano nel Paese siano vaccinati contro il Covid-19. Non è valido presentare il test con un risultato negativo come alternativa.

    La normativa cambierà a partire dall’11 maggio, ma fino ad allora non sono previste esenzioni.

    E così anche quest’anno i due Masters 1000 di Indian Wells e Miami non potranno avere il giocatore serbo, attuale numero 1 del mondo, fra i potenziali vincitori del titolo.

    Cosa ne pensate?

    Noi ne abbiamo parlato con Claudio Pistolesi, coach di fama internazionale e che vive in Florida.

    Claudio, cosa ne pensi del nuovo stop a Djokovic?

    Non è uno stop a Djokovic, ma è uno stop a tutti, senza fare distinzioni. La legge americana prevede che chi non è vaccinato non possa entrare nel Paese. Diversamente, se sei americano e non sei vaccinato, puoi regolarmente viaggiare all’interno degli Stati Uniti, senza restrizioni. Sarebbe però legittimo chiedersi se questa legge abbia senso… dato che internamente tutti possono spostarsi liberamente. Djokovic ha chiesto di fare un’eccezione, ma mi sarei molto stupito se il governo americano avesse cambiato idea.

    Pensi quindi che anche per Miami non ci siano possibilità di vederlo in campo?

    Esatto, dubito che per Miami possa cambiare qualcosa. Tennisticamente parlando sarei ovviamente molto contento se potesse giocare. Anche quest’anno sta facendo delle cose di portata storica. Ha 35 anni, ma gioca come un venticinquenne.

    Chi vedi favorito per il titolo di Indian Wells?

    Alcaraz, se sta bene, può dire la sua, ma il mio favorito è Medvedev, mi piace moltissimo. Ha personalizzato i suoi colpi e insegna a tutti, anche a noi coach, che personalizzare è la cosa migliore. Pensare out of the box, fuori dagli schemi, è il nostro compito. I coach devono cercare di personalizzare il gioco di ciascun giocatore, senza intrappolarli nella tecnica o nella presunta tecnica, così come si è fatto negli ultimi anni. Ci sono tante tecniche quanti sono i giocatori.

    E fra le donne?

    In campo femminile è più difficile dire un solo nome. So già che dovrò farne almeno 6 o 7 perché questa è la fotografia del tennis al giorno d’oggi. Devo dire Swiatek perché, se sta bene, è la più forte. Personalmente però faccio il tifo per la Giorgi, giocatrice fantastica, che ha già dimostrato di poter vincere tornei importanti. Affettivamente parlando sono molto legato anche a Samsonova, conosco benissimo il suo team. Si allena in Italia anche se gioca per la Russia. E sempre per parlare dell’Italia, sono contento del ritorno fra le top ten della Kasatkina perché è allenata da Flavio Cipolla. Siamo amici, è un bravissimo coach e mi fa piacere che abbia una bella occasione con la giocatrice russa. Ovviamente dobbiamo tenere inconsiderazione anche Sabalenka e Rybakina. Mi rendo conto di aver fatto tanti nomi, ma a parte il periodo dominato dalla Swiatek, oggi la situazione in campo femminile è questa e lo si è visto in Australia.

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