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    TennisTalker intervista Adriano Panatta

    E’ uscito Niente è impossibile, il nuovo libro scritto da Adriano Panatta con Daniele Azzolini

    Il più grande tennista italiano dell’era Open ci racconta tutto di Berrettini e Sinner senza dimenticare gli altri giovani campioni che si stanno affermando nella nuova età dell’oro del tennis italiano.

    Per chi segue il tennis, ma anche per chi si perde nel seguire il complicato punteggio dei games, questo libro è l’occasione per conoscere più da vicino i due fenomeni del tennis azzurro.

    Due ragazzi molto diversi fra loro, ma con un grande fattore in comune: la determinazione e la volontà di imparare.

    Capitolo dopo capitolo, conosciamo sempre più da vicino Matteo e Jannik, ma la loro carriera è anche l’occasione per raccontare divertenti e curiosi aneddoti della vita tennistica di Panatta.

    Nel libro si passa dal torneo di Wimbledon del 2022, con l’ottima prestazione di Sinner, alla finale di Parigi giocata da Adriano che solo in extremis riuscì a recuperare un paio di scarpe adatte per poter disputare l’importante incontro.

    E’ un libro scritto per i giovani che possono studiare i segreti dei due campioni e capire come siano riusciti ad arrivare così in alto, ma è altrettanto interessante e soprattutto divertente per chi ha vissuto gli anni d’oro di Panatta.

    Tanti i nomi conosciuti che ricorrono nel libro a partire da un certo John McEnroe che per qualche mese è sembrato che potesse arrivare nel Team di Sinner. E chissà se sotto la sua guida l’altoatesino sarebbe diventato un po’ più bad boy come lo vorrebbe l’americano.

    “Non perdo, imparo”, il motto di Nelson Mandela che Berrettini ha introdotto nel circuito – e che vale anche per Sinner – ci spiega lo spirito con il quale affrontano le partite Mat e Jan. Sì perché anche i nomi diventano sempre più confidenziali, brevi e veloci da pronunciare. Un po’ come i colpi rapidi dei due tennisti.

    Panatta sottolinea come anche nel tennis la cultura sia importante. Berrettini ama Dante, Hemingway, Tarantino, Sergio Leone che quotidianamente nutrono il suo se’ affamato. Un consiglio per tutte le fan di Matteo: se volete farlo contento, regalategli un libro.

    E nel libro c’è anche spazio per qualche curiosità extra tennistica – un po’ di gossip per essere più precisi – per conoscere sempre più da vicino Berrettini e Sinner, ma anche Musetti e Sonego.

    E le pagine scorrono via veloci come una partita di tennis giocata con la formula ideata per i Next Gen.

    Buongiorno Adriano, per scrivere il libro si è incontrato con Berrettini e Sinner prima o dopo la pubblicazione?

    I contatti fra “le parti” esistono sempre, ma il libro che ho scritto con Daniele Azzolini non è una biografia, ed è frutto del nostro punto di vista sul tema che abbiamo deciso di affrontare. Si tratta di una visione d’assieme del nostro tennis attuale attraverso vittorie, crescita e aspetti particolari dei nostri due tennisti più rappresentativi, Berrettini e Sinner (senza dimenticare però Musetti e Sonego, e nemmeno gli altri ragazzi che stanno crescendo abbastanza speditamente) sui quali vengono a darci un loro parere anche alcuni grandi del passato, come Pat Cash e John McEnroe. Credo, spero, che sia un libro che scorra veloce, di facile e coinvolgente lettura, ma è comunque un libro complesso, perché unisce interviste, profili, pareri, cronache del presente e ricordi del passato, e dunque si tiene in equilibrio su molteplici aspetti. Nasce dall’idea di confrontare la prima Golden Age del nostro tennis, quella che portò alla mia vittoria a Roma e a Parigi e al successo nella Davis che condivido con Barazzutti, Zugarelli e Bertolucci, con il periodo attuale, che ha tutto per diventare una seconda Età dell’Oro. Possibilità cui credo sinceramente e spero che prenda davvero forma.

    Nel libro, oltre a Berrettini e Sinner, sono nominati anche altri giovani tennisti che stanno scalando la classifica, come per esempio Cobolli, Zeppieri, Passaro, Nardi, Arnaldi… Potendo scegliere un nome, su chi punterebbe come futuro numero uno?

    Un numero uno per il futuro? Voglio rispondere in un modo che potrebbe apparire un po’ strampalato, ma ha una sua ragione. Difficilissimo da realizzare, eppure possibile. Parto da Berrettini. Può davvero diventare il numero uno sull’erba, fa fede la finale già giocata a Wimbledon. Sinner ha notevoli qualità, nella ribattuta, nel gioco da fondo che è potente e aggressivo, e sta migliorando su molti aspetti del proprio gioco. Può diventare il più forte sul cemento. Musetti ha gesti e colpi che possono portarlo a una carriera da primi posti sulla terra rossa. La conclusione? Troppa grazia, direte… In tre sulla cima del mondo del tennis, ognuno per le sue caratteristiche. E dietro ce ne sono tanti, sono 19 i ragazzi italiani nei primi 200 della classifica. Mi piace Nardi, ha qualità. Mi piace Zeppieri, è tosto. Cobolli è venuto a trovarmi nel nuovo circolo di Treviso, è un ragazzo di qualità fisiche importanti, e anche un ottimo tennista. E così gli altri. Credo che tutti possano trovare un loro modo di stare nel tennis che conta»

    Da Roma a Treviso: vantaggi e svantaggi tra il vivere in una metropoli e in una città di provincia

    Sono romano. Ho girato il mondo confrontandomi con molte differenti realtà. Ho vissuto in città grandi e piccole. Ora sono a Treviso con Anna, mia moglie, ed è una bellissima realtà, spesso prendo la bicicletta, mi diverte, mi rilassa. Mi sorprende anche, perché tutto è a portata di mano. A Roma ho il mio studio, ci vado spesso. È un bel momento.

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