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    Toni Nadal: cosa non va nel gioco di Kyrgios

    Intervistato da El pais, Toni Nadal ha detto la sua riguardo la personalità e lo stile di gioco di Kyrgios, fresco finalista a Wimbledon.

    “Nei momenti decisivi non è stato capace di controllare la sua ansia, che, ancora una volta, è degenerata in constanti rimproveri all’indirizzo della sua squadra, come se loro fossero da incolpare per la brutta piega che il tabellino stava prendendo”.

    “Alla partita è mancata brillantezza, principalmente perché ci sono stati troppi punti non giocati. La mancanza di perseveranza dell’australiano, specialmente nel mantenere la sua aggressività, ha rivelato quello che, a mio parere, è il problema principale del suo gioco”.

    “Ha la brutta abitudine di colpire troppe palle in qualunque modo, fondamentalmente senza prestare alcuna attenzione e posizionandosi male. Nel tennis di oggi, per via della velocità a cui va la palla, non c’è altra scelta se non cercare un buon posizionamento in modo da avere un buon controllo”.

    “I grandi giocatori misurano bene i propri passi, cercano una buona posizione, e da lì provano a colpire una buona palla e aumentare le possibilità di vittoria. Nick Kyrgios, col suo modo confusionario di intendere il gioco, è intralciato non tanto da quel che fa con la palla, ma dal modo in cui vuole farlo.”

    “È molto difficile per lui appropriarsi della continuità richiesta per segnare dei punti. Il tennis è uno sport di ripetizioni, più che di spettacolo”.

    Queste invece alcune delle dichiarazioni di Kyrgios a partita conclusa: “Io e il mio team, credo che siamo tutti esausti. Abbiamo macinato così tanto tennis. Ho decisamente bisogno di una ben meritata vacanza dopo questo”.

    “Sono davvero contento del risultato e basta, è il migliore della mia carriera – spero di poter arrivare fin qui ancora, ma a questo proposito non so”.

    “Ovviamente ero super emozionato di essere qui e avevo molte speranze, ma, a essere onesto, non mi sono mai sentito bene. Ho sentito solo tanta di quella pressione. C’è così tanta ansia e pressione di fare cose o ottenere cose”.

    Da lì che una volta finito tutto ha detto che si sentiva “come mi fossi scolato due birre”.       

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