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    Come giocare contro il potente colpitore?

    Durante il decorso del tempo, attraverso l’ausilio dei nuovi materiali, il gioco è cambiato. La struttura profonda, il suo DNA, resta comunque inalterato. Questo perché i modi per conquistare il punto sono sempre tre, e passano attraverso l’errore gratuito, quello procurato, e la giocata vincente. Principi già discussi nei precedenti articoli di questa rubrica. Dunque, sono comparsi nuovi tipi di tennista, seppur sempre riconducibili al ceppo originale della stirpe di riferimento. Quanto detto è accaduto, per esempio, nella famiglia degli attaccanti. Il classico gioco di servizio e volée è stato in buona parte sostituito da quello dei colpitori, autentici bombardieri di rimbalzo del fondocampo.

    Restano comunque evidenti le stigmate originarie di appartenenza al vincolo comune degli attaccanti, le quali si manifestano in alcune significative caratteristiche. L’irruenza e il desiderio di far presto rimane un segno distintivo immutato, così come la dotazione di un servizio importante. Eppure, ciò che differenzia l’attaccante classico dal colpitore moderno si compendia nell’uso della volée, progressivamente sempre meno impiegata. In tal modo, la giocata di volo è stata sostituita da un colpo di rimbalzo roboante, una sorta di strumento per la distruzione di massa. Di norma, quest’azione possiede le sembianze di un diritto “killer”, in alternativa in altri interpreti l’arma letale prende forma attraverso una soluzione bimane. In particolare, questo strumento offensivo, prevale dal centro del campo.

    In questo modo il rovescio, un tempo stampella strategica del diritto, grazie al dilagare del rovescio bimane si è trasformato. Strada facendo, si è tramutato in un secondo diritto, condotto dall’arto contro laterale. In parole volgari, dal braccio e dalla mano opposti rispetto a quelli dominanti. Per queste ragioni, anche la risposta al servizio del colpitore risulta di gran lunga più robusta rispetto a quella del classico attaccante. Lo smash, invece, marchio di fabbrica originario di questa stirpe, ha conosciuto nel colpitore più di una sensibile involuzione. Del resto, il continuo evolvere di una disciplina sportiva che mira forse verso l’utopia della perfezione, attraverso il continuo montare, smontare e rimontare i pezzi, può incorrere anche in qualche intoppo. Di conseguenza, il colpitore a differenza dell’attaccante classico, ha sviluppato una certa allergia nei confronti di rimbalzi bassi, quelli tanto amati dai tennisti di volo. Di fatto, il colpitore gradisce proprio quelli opposti: quelli alti.

    Rimbalzi alti, oggi particolarmente di moda grazie all’omologazione dei campi di nuova generazione. Superfici che, a differenza di ieri, permettono ai rimbalzi vertigini un tempo impensabili. De facto, promuovono situazioni favorevoli al colpitore ponendolo nella condizione ideale per riuscire ad accendere i motori, quindi permettere loro il massimo sfogo in termini di rude potenza ercolina. Ma più ancora, palle alte, significa avere la possibilità di schiacciare le traiettorie impiegando quelle meno curve e dirette, quindi esprimere velocità sempre più elevate. Il fatto ha inoltre determinato un curioso adattamento evolutivo antropometrico della specie, da parte di questi interpreti. Mi spiego! Per riuscire a salire sopra questi superrimbalzi i tennisti attuali sono diventati sempre più alti. In pratica, il tennis pare essere divenuto uno sport in cui l’altezza determina la disciplina, come avviene nel basket o nella pallavolo. Giocatori di stazza che balbettano di volo e si disimpegnano di rimbalzo, è questo il risultato di tanta sapienza innovativa. Una novità che strizza l’occhio al tennis muscolare a spese di quello artistico, è possibile osservare. Sinceramente, penso che il fatto faccia sorridere, visto come il sistema complice di questo accadimento proclami poi la guerra al “doping”. Quanto appena detto, è magari un tema da affrontare in un prossimo appuntamento.

    Per cui, tornando all’argomento in questione, la domanda è: come bisogna comportarsi contro questa nuova specie di attaccante, più attrezzata per il fondo campo e meno abile sotto rete?

    In primo luogo, come già enunciato, se l’attaccante classico mal digerisce le palle alte il colpitore mal sopporta quelle basse. In particolare, quest’ultimo, soffre il continuo cambiamento di ritmo. Quindi, in questo caso, variare traiettorie, rotazioni, angoli, velocità e profondità dei colpi, è sempre un’ottima idea. Una buona regola rimane sempre quella di produrre scambi lunghi, improntati ad un progressivo logoramento psicofisico. Mantenere una prestazione di qualità in termini di potenza, quando il tempo di gioco si dilata, è un’impresa difficilissima. Ecco perché il colpitore va lavorato ai fianchi.

    Così, cercate di muoverlo, evitando di tirare nel centro del campo alla mercé del dritto avversario e, laddove non ci fosse alternativa, mantenete la palla bassa. Ribadisco, prolungate lo scambio usando tutti gli ingredienti utili per variare ritmo fino a quando vi sarà offerta l’opportunità di attaccare. Un momento nel quale non dovrete esitare per colpire avanzando verso la rete. Però, in questo specifico caso, potrete far leva su una ulteriore sorpresa: la palla corta. Il colpitore la patisce tremendamente e, inoltre, nei pressi della rete si trova spesso nei panni del famoso pesce fuori dall’acqua. Infine, cercate di non farvi staccare nel punteggio, il colpitore predilige la situazione di vantaggio, lo aiuta a tirar fuori il meglio di sé. La situazione di parità e di svantaggio lo rendono invece molto più vulnerabile.

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