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    TennisTalker MagazineNewsAndy Murray tra il punto sulla sua situazione e la speranza nel ritorno di Federer
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    Andy Murray tra il punto sulla sua situazione e la speranza nel ritorno di Federer

    Dopo la partecipazione al Master 1000 di Madrid – frutto di una wildcard inaspettata, contestata da più parti, ma certo non rifiutata – Murray solo da poco è tornato a gareggiare, e lo ha fatto nella sua Gran Bretagna, al Challenger di Surbiton. Lì lo scozzese, testa di serie del torneo, si è fatto largo fino alla semifinale, dove è stato sconfitto dall’americano Denis Kudla (n. 77) 5-7, 7-6(4), 6-3. Il piano naturalmente è di accumulare partite sull’erba in vista di Wimbledon, che inizia il 27 giugno. Per continuare la sua preparazione, dopo Surbiton Murray ha scelto il 250 di Stoccarda – torneo in cui Tsitsipas è la testa di serie e nel quale è impegnato anche Berrettini. Superato l’australiano O’Connell al primo turno con un agevole 6-4, 6-3, Murray domani se la vedrà agli ottavi con Bublik. Il britannico alla stampa ha parlato sia di sé che della sua speranza che Federer torni a competere, a cui si accompagna quella di giocarci insieme in un qualche torneo. Ecco quel che ha detto. 

    “Mi piacerebbe molto vedere Roger tornare di nuovo a giocare. È sempre difficile sapere quand’è la fine. Ovviamente la gente ne parla da diversi anni. Si è fatta largo la nuova generazione, (ma) a vincere i Grandi Slam sono ancora gli stessi e mi piacerebbe molto vedere Roger tornare nuovamente a gareggiare. Non conosco la sua situazione, ma credo che tornerà a gareggiare. Non so per quanto, ma spero davvero che possiamo giocare assieme un altro torneo. Ne è passato di tempo”.

    “(La mia motivazione) viene dal godermi lo sport, dall’amare lo sport. La mia situazione, con l’operazione che ho avuto, è un po’ diversa dalla sua. Credo giochi per provare a infrangere record e vincere Majors. Ovviamente, quando diventi un atleta in là con l’età, devi amare qual che fai ed essere disposto a giocare nonostante il dolore, ma penso sia più facile giocare nonostante il dolore quando gareggi per un Major. Per me gli ultimi quattro o cinque anni sono andati molto diversamente, tra il giocare i Challenger e il mio ranking che è sceso. Penso che le nostre situazioni siano differenti, ma in definitiva le ragioni per cui sto ancora giocando sono perché amo il gioco, e perché penso ancora di poter competere al livello più alto”.

    Qui Murray si focalizza sul suo livello di gioco, dicendo di aver dato prova finora di poter battere anche i migliori, ma riconoscendo che a tal proposito gli è mancata continuità: “Non l’ho dimostrato con continuità negli ultimi anni, ma quanto a risultati presi singolarmente, sì. Ho battuto parecchi dei migliori al mondo da quando sono tornato, ma non con continuità. Spero adesso, con un periodo senza infortuni e con parecchi tornei, di tornare presto a farlo. L’hanno scorso prima del Queen’s a malapena mi ero allenato, e quando mi allenavo non mi muovevo (bene)… Non mi ero sentito bene fino a quattro giorni prima di Wimbledon, a quel punto sì stavo bene, ma la mia preparazione era inesistente”.

    “Quest’anno mi sono allenato per tre settimane sull’erba, senza davvero avere dei problemi fisici che fermassero la mia preparazione. La scorsa settimana ho giocato molte partite, e con un po’ di fortuna (ne giocherò) ancora un po’ nelle prossime due settimane di avvicinamento a Wimbledon”. 

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