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    TennisTalker MagazineTennis TTIntervisteSalvatore Caruso: ho iniziato a giocare a tennis grazie ad un volantino pubblicitario
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    Salvatore Caruso: ho iniziato a giocare a tennis grazie ad un volantino pubblicitario

    Oggi abbiamo incontrato Salvatore Caruso, tennista siciliano di Avola che a fine anno compirà 30 anni. In carriera ha conquistato la posizione numero 76 del ranking mondiale e ha raggiunto il terzo turno sia al Roland Garros nel 2019 che agli US Open nel 2020.

    SO CHE HAI COMINCIATO A GIOCARE A TENNIS QUASI PER CASO

    Sì esatto, infatti nessuno a casa mia giocava a tennis e un giorno, tornando da una festa del paese ho visto un cartellone pubblicitario di una scuola di tennis. E’ stato amore a prima vista, ho portato a mio papà i volantini e lui mi ha accontentato portandomi alla scuola di tennis. Da allora non ho più smesso. 

    ADESSO IL TENNIS E’ PIU’ PASSIONE O LAVORO?

    E’ iniziato tutto per puro divertimento e poi è diventata una passione. Ad oggi è anche il mio lavoro, ma oltre alla passione è subentrata anche l’ambizione che è ciò che ti spinge per farti andare sempre un po’ oltre i tuoi limiti.

    SEI SODDISFATTO DELLA TUA CARRIERA?

    Sì sono soddisfatto, ma il tennis è uno sport che ti insegna a non accontentarti mai. Non mi sento arrivato, oggi sono un po’ più indietro di classifica, ma proprio per questo mi alleno tutti i giorni con l’obiettivo di migliorarmi sempre.

    QUEST’ANNO, SOSTITUENDO DJOKOVIC, SEI STATO NUMERO 1 DEL TABELLONE DEGLI AUSTRALIAN OPEN. COME TI ARRIVATA LA NOTIZIA?

    Ero concentrato su quello che dovevo fare più che sulla notizia, anche perché altrimenti rischi di entrare in campo e di non riuscire ad esprimerti al meglio. Accade sempre che i lucky loser prendano il posto di chi non partecipa, quindi siamo preparati. In particolare però quel giorno mi stavo allenando e sono arrivati molti fotografi a bordo campo; ho subito pensato “eccoci qui” e ho capito che sarei entrato io al posto di Djokovic. E’ stato bello perché ho avuto una chance in più però è anche vero che, per quanto mi riguarda, c’è stata forse troppa attenzione mediatica attorno al mio nome, che mi può aver fatto comodo da un certo punto di vista, ma se ci pensiamo in realtà tutta l’attenzione era più legata al suo nome che non al mio. 

    QUAL’E’ IL TORNEO CHE RICORDI PIÙ VOLENTIERI?

    Probabilmente il Roland Garros del 2019 quando ho raggiunto il terzo turno e ho avuto la possibilità di giocare sul centrale contro Djokovic. Era venuta tutta la mia famiglia a vedermi e ho vissuto delle emozioni bellissime.

    HAI GIOCATO CONTRO MOLTI TOP TEN. QUALCHE TUA CONSIDERAZIONE?

    Tsitsipas per esempio è un giocatore che ti toglie il tempo di dritto e viene spesso avanti, ti senti un po’ affogare.

    Giocare contro Djokovic è bestiale perché fin dall’inizio sai che devi fare tutto alla perfezione perché lui non cala mai. Giocarci contro crea molta pressione e questo ti spinge a voler sempre fare quel qualcosa in più anche quando non ce n’è bisogno. Però stai giocando contro il numero 1 del mondo e non puoi fare diversamente.

    E I GIOCATORI ITALIANI?

    Stiamo vivendo un momento bellissimo con il tennis maschile e oltre a Sinner, Berrettini, Sonego e Musetti, nominerei Cobolli e Zeppieri che in questi mesi hanno dimostrato molto. Anche Nardi, con il quale mi sono allenato più volte al Roland Garros, è un gran giocatore ed è un ragazzo molto umile e tranquillo, è veramente una bellissima persona.

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