In avvio di partita spadroneggia il maiorchino, nel 3° set arriva la reazione di Berrettini, in grado di sfruttare i primi scricchiolii nella prestazione dello spagnolo e portare a casa il parziale. È uno spiraglio della vita breve, perché al 4° Rafa si riappropria delle redini e chiude i conti. 6-3, 6-2, 3-6, 6-3 il tabellino a fine incontro.
È stata la trentaseiesima semifinale di un Major della sua carriera e Nadal ci è arrivato in uscita da un periodo decisamente travagliato. Prima, a fine agosto, l’operazione invasiva necessaria per curare il malconcio piede sinistro, roso dalla sindrome di Muller Weiss -“Chissà se tornerò a giocare, devo prendermi tutto il tempo necessario”, aveva detto, inquadrando la criticità del momento. Poi il ritorno al torneo-esibizione di Abu Dhabi, a metà dicembre, frangente in cui lo spagnolo ha contratto il Covid-19. “Ho avuto sintomi abbastanza forti per tre o quattro giorni. Dolori ovunque, febbre alta”. Vuoi per i recenti problemi di salute, vuoi per i cinque set di lotta contro Shapovalov che lo avevano “distrutto fisicamente”, sta di fatto che alla vigilia della partita l’armatura dello spagnolo appariva non priva di brecce su cui Berrettini potesse far leva. A far ben sperare aveva contribuito anche il fatto che, causa acquazzone, si giocasse al coperto – oltre a non essere particolarmente amato dallo spagnolo, l’indoor favorisce chi punta tanto sul servizio.
E invece Nadal è folgorante già dalla partenza. La strategia di attaccare il rovescio di Matteo funziona, e una serie di errori da quel lato del campo permette al maiorchino di portarsi subito avanti 3-0. Mai in difficoltà, Rafa archivia il 1° set proprio con un servizio sul rovescio di Berrettini, che spedisce la pallina sulla rete.
L’apertura del 2° set è altrettanto devastante, con Nadal che riesce a rubare il servizio all’italiano nei suoi primi due turni alla battuta e si porta nuovamente sul 3-0. Quando, al termine di un’ora e venticinque minuti di gioco, Rafa si sarà aggiudicato con facilità anche il secondo parziale, la somma degli errori non forzati dirà ventiquattro per Berrettini, a fronte dei soli sei dell’avversario. “I primi due set sono stati i miei migliori da tanto tempo” è il commento in proposito del nativo di Manacor. “Non sono stato al suo livello di intensità mentale. All’inizio ero sfasato, lui non ha sbagliato una decisione” sarà invece l’ammissione di Matteo a conti fatti.
Il nostro riesce a metterci una pezza e fermare il sanguinamento al 3° set. Berrettini infatti resiste agli assalti di Nadal nei suoi primi due turni al servizio, conquista che gli permette di ritrovare la necessaria fiducia nei suoi mezzi (servizio e dritto sono di nuovo lì). La svolta si corona definitivamente all’8° game, con l’azzurro in grado di realizzare il secondo dei suoi break points a disposizione.
La solidità mostrata nel 3° set consente a Matteo di restare affiancato all’avversario per buona parte dello svolgersi del 4° – i due navigano per un po’ senza particolari rogne di sorta né da un lato né dall’altro. All’8°, però, la calma si rompe Nadal piazza l’allungo decisivo che gli vale la possibilità di giocarsi domenica il ventunesimo titolo Slam. Sull’altro lato del campo lo spagnolo troverà il russo Daniil Medvedev (battuto Tsitsipas 3-1), uno che gli appuntamenti altrui con la storia sa come mandarli a monte.
Fonti: https://www.bbc.com/sport/tennis/60165435, https://www.gazzetta.it/Tennis/ATP/28-01-2022/australian-open-nadal-ora-corre-il-record-4301135700064.shtml