“Non so per quale motivo io abbia avuto tutto questo successo. Non puntavo a vincere 20 Slam. La cosa in cui credo davvero è provare a non sprecare il proprio talento. Dando il massimo e non lasciando nessun rimpianto sulla tua strada, potendo essere così sempre orgoglioso di ciò che hai ottenuto”
[Roger Federer]
Eccoci tornati in compagnia della nostra Mental Coach Sara Bordo e del suo collega Gabriele Costanzo. Finalmente oggi vi presenteremo il modello accennato negli articoli precedenti.
L’approccio che segue, è uno dei modelli maggiormente utilizzati in questo campo per guidare lo sportivo nella messa in atto della visualizzazione mentale. Stiamo parlando del PETTLEP-approach sviluppato da Paul Holmes e David Collins (2001).
L’importanza di questo approccio risiede proprio nel suo acronimo. Gli autori infatti sono riusciti ad identificare 7 componenti specifiche che rappresentano una guida determinante durante l’esecuzione di una pratica di imagery efficace.
L’acronimo PETTLEP:
Vediamo insieme quali sono queste 7 componenti a cui l’atleta dovrebbe prestare attenzione per i propri esercizi immaginativi:
P – Physical: La componente fisica fa riferimento al considerare durante la pratica immaginativa tutte le risposte fisiche che l’atleta ha nella preparazione ed esecuzione dei suoi movimenti. Per un tennista questo significa riprodurre fedelmente nella propria mente gli strumenti i cui dispone (racchetta, indumenti, pallina) cercando di percepire le sensazioni che questi trasmettono ai propri sensi.
E – Environment: È necessario che venga anche replicato nel dettaglio in immaginazione il reale ambiente competitivo in modo da familiarizzare con le immagini che rappresenteranno poi il tuo contesto di gara. Cercando quindi di rappresentare mentalmente il campo in cui avviene la prestazione e tutto ciò che lo circonda.
T – Task: Per far sì che l’imagery sia efficace è necessario che questa comprenda una consapevolezza ed attenzione rispetto a tutte quelle che sono le micro-componenti di ogni singolo movimento. Cerca quindi di dedicare la giusta preparazione al gesto motorio in immaginazione focalizzandoti su tutti i passaggi che compieresti se lo stessi davvero eseguendo. Ad esempio, nell’immaginare un servizio, cerca di percepire il posizionamento del tuo corpo, osserva l’angolazione delle tue braccia, qualsiasi routine che metti in atto per poi concentrarti su ogni singolo passaggio che compone quel gesto motorio: la posizione dei tuoi piedi rispetto alla riga, il movimento delle braccia e della racchetta, il lancio della pallina, fino al momento del colpo.
T – Timing: Un’imagery efficace deve necessariamente corrispondere con un’esecuzione reale anche in termini di tempo. Inizialmente sarai sicuramente portato ad avere tempi più brevi in immaginazione piuttosto che nella pratica fisica, ma con l’esercizio e mantenendo la giusta concentrazione riuscirai a far equivalere questi tempi. Un consiglio può essere quello di iniziare a cronometrare le tue partite di tennis o i tuoi scambi, ma anche e soprattutto i tuoi singoli gesti motori in modo da avere una corrispondenza il più esatta possibile anche durante gli esercizi di imagery. Anche perché se ora ti chiedessi: quanti secondi impieghi per compiere il tuo servizio, come mi risponderesti?
L – Learning: Cerca di riprodurre tutte le componenti che connotano la tua pratica sportiva. Considera quindi qualsiasi cambiamento, tecnica o abilità che hai sviluppato in allenamento e riportala all’interno dei training immaginativi. Questi non rappresentano altro che un ulteriore possibilità di allenamento e pratica per il tuo corpo e per la tua mente. Allenamento tecnico, tattico e mentale vanno infatti di pari passo e scommetto che anche il tuo allenatore sarà d’accordo con me su questo e contento di vederti allenare anche al di fuori del campo da gioco.
E – Emotions: Non potevamo dimenticarci di una delle componenti più importanti: le emozioni. Durante l’immaginazione è infatti necessario riprodurre il più fedelmente possibile le sensazioni che sperimentiamo in gara. Solo così riusciremo ad immedesimarci alla perfezione in quella situazione specifica e ad ottenerne i massimi benefici. Se durante i minuti finali di una gara provi ansia o agitazione, non dimenticarti quindi di riportarlo anche nell’imagery. Questo può sicuramente aiutarti ad imparare a gestire queste componenti anche durante la successiva prestazione.
P – Perspective: Un ultimo aspetto: la prospettiva. Devi sapere infatti che durante l’immaginazione possiamo avere due prospettive di visualizzazione: una interna, quindi ci immaginiamo l’azione vedendola con i nostri occhi, come se la stessimo realmente eseguendo; ed una esterna, come in una ripresa video, vedendoci da fuori. Il consiglio che possiamo darti è quello di adottare il più possibile una prospettiva interna, perché questo ti permette di approssimarti il più possibile alla visione che avrai anche al momento della prestazione. Nell’immaginare l’esecuzione del tuo servizio, cerca di vedere quindi la pallina, la racchetta, la rete, il tuo avversario, sempre dalla tua prospettiva interna. Anche perché sappi che questa rappresenta la prospettiva maggiormente utilizzata anche dagli atleti di alto livello internazionale.
Lo sappiamo, sono tanti aspetti e sicuramente adesso immaginiamo che non sia facile ricordarli tutti. Non preoccuparti, così come ogni tecnica ed ogni nuovo apprendimento necessita di tempo e pratica.
Il nostro consiglio è quello di avvalersi sempre di professionisti del settore per ottenere i massimi vantaggi dall’utilizzo di questa che rappresenta una delle tecniche più importanti per ottimizzare la tua preparazione mentale e la prestazione sportiva.
E se volete seguire le parole di Roger Federer che con la sua citazione aprono questo breve articolo, non potete fare altrimenti che sfruttare anche questa possibilità per ottenere il massimo da voi stessi ed essere orgogliosi di ciò che riuscirete ad ottenere!
Sara Bordo e Gabriele Costanzo
Perform-up Team