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    “In queste partite serve il cuore, non conta la stanchezza”, Berrettini batte Alcaraz 3-2, sono ottavi

    Matteo porta a casa i primi due set 6-2, 7-6(3), Carlos pareggia aggiudicandosi 6-4, 6-2 terzo e quarto, all’inizio del quinto l’italiano si storta la caviglia, ma tiene botta, gioca sull’infortunio e trionfa 7-6[10-5].  

    “Devi giocare col cuore, in un super tie-break non ha importanza quanto tu sia stanco” dirà più tardi Berrettini, al microfono di Barbara Schett. 

    Un primo set sofferto come quel 6-2 finale non lascia intendere. Se Alcaraz infatti naviga agevolmente i suoi primi due turni alla battuta (40-0, 40-15) , non va così a Berrettini, costretto per sfangarla a sventare ben cinque break points. Le parti si invertono allo scoccare del 5° game, quando l’italiano, salito fin sul 15-40, riesce alla seconda opportunità a rubare il servizio all’avversario (lo spagnolo, piedi dentro al campo, manda sul fondo il dritto). Al 7° due errori non forzati in fila faranno perdere a Alcaraz altro terreno, con Berrettini che al game successivo chiude il set in scioltezza. 

    Il secondo set si apre sulla stessa lunghezza d’onda del primo, ossia con Matteo bravo a capitalizzare subito al 1° game sfruttando il secondo break point di disponibile. Passano diversi game senza scossoni da ambo i lati quando, all’8°, lo spagnolo si rifà sotto e pareggia i conti. La calma ritorna ancora una volta e dalla parità non ci si schioda. Nello spareggio decisivo incassato da Berrettini è da incorniciare il frame di quel rovescio lungo linea con cui il nostro congela un Alcaraz prepotentemente sceso a rete.

    Il terzo set va storto per il romano, che al 9° concede l’allungo al rivale e al 10° paga pegno (6-4). Un esito che Matteo non si aspettava – come dirà poi in intervista – dato che per ben due volte nel corso del set era salito sul 0-30 con lo spagnolo alla battuta. Sentiva l’inerzia della sua parte, eppure, riconoscerà, il tennis va così, il vento può cambiare da un momento all’altro. 

    Nel quarto set spadroneggia Alcaraz, con la seconda di servizio che non ingrana per Berrettini (ci ricava solo il 17% dei punti). Bravo comunque Carlos a mostrare precisione e mano ferma – proprio quel che gli è mancato a inizio partita – convertendo due dei tre break points totali sul piatto tra 5° e 7° game.

    Il quinto set è marcato in avvio dalla preoccupazione generata dal vedere Berrettini cadere dopo un colpo di dritto e restare a terra stringendosi con le mani la caviglia. Fortunatamente non è niente di troppo grave – provvidenziale sicuramente la cavigliera indossata –  e Matteo ha modo di proseguire l’incontro (“Forse c’è qualcuno che mi fa i riti voodoo con una bambolina” ironizzerà il romano nel post-partita). 3°, 4°, 5°, 6° più che game sono una lunga scazzottata in cui entrambi i contendenti evitano di volta in volta di subire il colpo del KO. Una parità nuovamente in bilico al 12°, quando Berrettini, avanti 30-40, manca la possibilità di realizzare il break point/match point decisivo, permettendo a Alcaraz di giocarsi il tutto per tutto al super tie-break.

    • 0-1 Il punto lo spagnolo lo costruisce con delle geometrie dettate dal suo potentissimo dritto, Matteo oscilla da un angolo all’altro, poi, ritrovatosi infine al centro, spedisce un rovescio sulla rete.
    • 1-1 Punto veloce. Sulla risposta di Berrettini Alcaraz manda sulla rete un rovescio lungo linea.
    • 1-2 Potentissimo servizio di Alcaraz che Matteo sporca ma non riesce a rimandare in campo.
    • 2-2 Chi di servizio ferisce di servizio perisce. La mina di Berrettini lo spagnolo la intercetta ma di più non fa, la risposta non raggiunge nemmeno la rete.
    • 3-2 Il dritto preciso e potente di Berrettini mette i pattini sotto i piedi di Carlos e apre la strada alla decisiva chiusura del punto alla volée.
    • 3-3 Dopo qualche scambio di rovescio Matteo si invola sull’altro lato per rispondere al dritto di Alcaraz, arriva in tempo, ma il suo dritto si spegne oltre la linea di fondo.
    • 3-4 Risposta di dritto di Berrettini sulla rete.
    • 4-4 La silurata confezionata dal romano alla battuta gli vale una palla comoda in volée che Matteo disintegra col dritto. Questa Alcaraz non la prendeva manco con un paio di gambe aggiuntivo.
    • 5-4 Risposta a lato di Alcaraz.
    • 6-4 Alcaraz svirgola col dritto e la pallina si alza in volo.
    • 6-5 Insidiosa palla corta dello spagnolo, Berrettini ci arriva ma il suo rovescio finisce sul fondo.
    • 7-5 Altra svirgolata di Carlos, non così eccessiva come quella ma è comunque fuori.
    • 8-5 Servizio e dritto in un una combinazione letale, due proiettili che eccedono le possibilità di Alcaraz di farci qualcosa.
    • 9-5 Altro dritto di molto sul fondo per Alcaraz, i nervi evidentemente non ci sono più.
    • 10-5 È un doppio errore alla battuta a regala la vittoria e gli ottavi a Matteo Berrettini.

    Intervista sul campo a Berrettini

    • Matteo è stata una partita incredibile, che privilegio guardarla… lui è tosto, ti aveva già battuto in precedenza… prima che passiamo a te, qualche rapida osservazione su Carlos e il suoi gioco.
    • È incredibile, credo che alla sua età non avessi nemmeno un punto ATP, è impressionante, può solo migliorare, giocando partite come queste ha mostrato a tutti il suo potenziale, fortunatamente oggi ho vinto, ma, davvero, complimenti lui.
    • E complimenti anche a te… può essere insidioso per un giocatore, sei avanti due set a zero, (il vantaggio) ti scivola via, come non ti disunisci nel quinto set e chiudi i conti?
    • Mi sentivo fiducioso, nel terzo penso ci fossero un paio di game in cui ero 0-30 (effettivamente, prima di perdere il servizio al 9° game, Berrettini in due occasioni era stato sullo 0-30, vicino a rubare quello dell’avversario) e pensavo che l’inerzia fosse dalla mia parte e poi il tennis è così (schiocco di dita) perdo il servizio, e nel quarto la mia energia non era quella giusta ma è parte del lavoro e quando poi ho cominciato il quinto set ho iniziato a pensare solo a lottare per ogni singolo punto poi… penso che ogni match debba accadermi qualcosa.
    • La tua caviglia – puntualizza il giornalista.
    • Questo è il mio corpo ma nonostante ciò ho combattuto per cui sono molto felice.

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