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    Come fare per spostarsi rapidamente e presidiare gli spazi sul campo?

    Nel gioco del tennis l’abilità di sapersi muovere è un’arte imprescindibile. Un tratto in grado di definire il livello di ogni tennista. Muoversi bene sul campo è una dotazione determinante costituita da vari elementi, i quali, generano per l’appunto l’azione motoria. Un processo di cui fa parte anche la cosiddetta tecnica.

    L’azione motoria è un’evoluzione subordinata al pensiero il quale, tra i molteplici compiti, possiede anche la funzione di innescarla e gestirla. Così, saper entrare come uscire dall’azione motoria nel minor tempo possibile, risulta essere una risorsa fondamentale. Per affinare questa caratteristica, è indispensabile innanzitutto conoscere i presupposti strategici correlati agli spostamenti e alle posizioni da presidiare sul campo. Una competenza capace di favorire il tennista, ponendolo nella miglior situazione possibile di gioco. In particolare, quando ricevere la palla prima di colpirla.

    Ulteriormente, questa condizione permette al giocatore di ridurre la visione tattica dell’avversario e di restare a galla nella partita anche nelle giornate più buie, quando i colpi non funzionano.
    Negli spostamenti, il dilettante arriva spesso in ritardo sulla palla. In altri casi, invece, vi arriva addirittura addosso per il timore di non intercettarla. Tendenzialmente, la sua corsa si avvia lentamente per poi accelerare nei pressi della palla ribaltando così, in modo copernicano, le dinamiche proprie di questa azione. Ma non è tutto! Il tennista amatoriale resta spesso fermo ad osservare la traiettoria della palla dopo averla colpita, rallentando in modo ulteriore la propria azione.

    Lo spostamento eseguito con competenza nasce invece dallo scatto – Luca Bottazzi

    Un effetto per sua natura esplosivo e rapido. In questo modo si attiva la corsa, la cui velocità rallenta sistematicamente per frenare nei pressi del rimbalzo dove, per mezzo di passi corti e immediati, viene ricercata la distanza tra il corpo e la palla prima del colpo. Questo è il processo relativo alla dinamica dello spostamento che avviene nello specifico nel gioco di rimbalzo.
    In generale, la diversità negli spostamenti si differenzia sensibilmente in azioni quali il servizio, la risposta e nel gioco di volo. Nell’approccio d’attacco, così come nella manovra (scambio) e nella difesa, le dinamiche restano invece legate alla descrizione contenuta nelle precedenti righe, riferite per l’appunto al processo nel gioco di rimbalzo. A tutti gli effetti, quando invece si gioca di volo, la corsa scompare. La stessa, viene sostituita da balzi e da salti i quali, oltre a illustrare l’azione motoria, assolvono il compito strategico della copertura degli spazi, per presidiare le dovute posizioni.

    Capire di volta in volta quale posizione sia necessario occupare sul campo durante il punto, non è affatto una competenza scontata. A tal proposito, nei circoli di tennis viene spesso suggerita la strategia di rientrare sempre e comunque al centro del campo, indipendentemente dal colpo giocato.

    Ma siamo proprio certi che le cose possano funzionare efficacemente in questo modo?

    Secondo la letteratura e i maggiori esperti, quando si sviluppa una situazione di gioco la posizione da presidiare dipende sempre dalla traiettoria impressa alla palla. Per cui, nello scambio (manovra) a fondo campo e nella fase difensiva, quando per intenderci si corre lateralmente lungo la riga di base, giocare una diagonale comporta rientrare tendenzialmente verso il centro muovendo solo uno o due passi e nulla più, rispetto al punto dal quale è stato eseguito il colpo. Nel centro vero e proprio del campo si rientra solo quando viene utilizzato il lungo linea.
    Nel gioco d’attacco, avanzando verso la rete, capire come trovare la posizione transita inevitabilmente da altre specifiche conoscenze. Dunque, immaginate per un breve istante il punto nel quale rimbalza il vostro attacco (approccio) o il colpo di volo, fungere da vertice di un triangolo.
    Punto dal quale i rispettivi lati si estendono fino agli angoli della riga del fondo campo, tradotta per questa funzione nella base stessa di questa ipotetica figura geometrica. Ebbene, la bisettrice in grado di dividere in due parti il suddetto triangolo, dal vertice alla base, risulta essere la linea sulla quale si trova la posizione ideale per avanzare nell’attacco e, successivamente, per presidiare la rete. Durante tale presidio, la distanza dal “net” si configura nei pressi della riga di metà campo, quando è il momento della volée di approccio, a due/tre metri dalla rete stessa quando invece si è consumato lo spostamento in avanzamento nella fase di attacco. Nessun giocatore esperto si posizionerà mai a una distanza inferiore ai due metri dalla rete, proprio per evitare di essere uccellato dal più misero dei pallonetti.

    Infine, per migliorare il proprio tennis, risulta evidente quanto essenziale, riuscire a progredire negli spostamenti e nella ricerca delle posizioni. A tale scopo, esistono suggerimenti ed esercizi in grado di supportare questo obiettivo a qualsiasi livello, in relazione ovviamente alle caratteristiche di ciascun praticante. Per questa ragione, laddove si manifesti un interesse concreto da parte degli appassionati, si potrebbe pensare anche alla realizzazione di una serie di tutorial audiovisivi, predisposti per questa e altre esigenze.

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