More
    Pubblicato in:

    Che cos’è la tattica?

    Luca Bottazzi – Parlare di tattica senza prima conoscere cosa sia la strategia, sarebbe come pretendere di giocare una partita di tennis calzando una sola scarpa. Per cui, esorto gli appassionati a prendere visione del precedente articolo, dove viene trattata la strategia, qual’ora non l’abbiate già fatto.

    La tattica è un sottoprogramma della strategia. La sua funzione prende forma grazie ai processi cognitivi e all’azione tecnica. Se un piano strategico è utile in tutte le discipline sportive, la tattica interviene con maggior incidenza sul risultato principalmente negli sport di situazione ad abilità aperte. In particolare, laddove è prevista la contrapposizione diretta dell’avversario, come per l’appunto avviene nel tennis.

    La strategia, tiene conto delle possibili azioni dell’antagonista senza poter esserne direttamente condizionata, mentre la tattica scaturisce e si esplica proprio in relazione al comportamento avversario. In altre parole, sintetizzando, la tattica è totalmente dipendente dalle qualità dei contendenti. Viceversa la strategia, come già scritto nel precedente articolo, si riferisce a parametri relativi alla fisica (spazio, tempo, ecc.) così come alla geometria del gioco (angoli, traiettorie, ecc.).

    Nel tennis, il compito della tattica riguarda il tentativo di comprendere e così produrre con maggior frequenza possibile, le azioni che accadono durante il gioco ritenute strategicamente più favorevoli, in relazione alle proprie caratteristiche, a quelle del contendente e alle condizioni ambientali. Per capire tempestivamente l’azione avversaria è necessario passare attraverso la cosiddetta “lettura tattica”, in modo da arrivare a concepire un “pensiero tattico”.

    A tutti gli effetti, nel tennis moderno la maggior intensità del gioco sollecita maggiormente questa particolare abilità riconducibile a processi percettivi, decisionali, interpretativi, basati inizialmente sulla conoscenza dei “Fondamenti Strategici”. La sollecitazione e l’affinamento di aspetti percettivi e cognitivi determina l’insorgenza di quella abilità generalizzata definita dagli esperti come “pensiero tattico”.

    Ovvero la capacità di formulare un numero finito di schemi di risposta al problema ambientale, gerarchizzati per probabilità di accadimento. La capacità di “lettura tattica” e la conseguente anticipazione motoria sono tanto più determinanti quanto più è elevato il livello di gioco. In tal caso, gli errori dovuti a carenze tecniche o atletiche risultano rari. Così, il risultato viene determinato dal riuscire ad adattarsi alle situazioni varie e ingannevoli create dall’avversario e quindi come riuscire a volgerle a proprio vantaggio.

    In breve, il miglioramento della capacità di lettura tattica nel tennista si fonda attraverso tre passaggi generali:
    1- La conoscenza dei “Fondamenti Strategici”, la quale aiuta a stabilire cosa è più probabile che accada secondo modalità, tempi e spazi prevedibili
    2- Le abilità senso percettive, indispensabili per raccogliere le informazioni ambientali
    3- L’abilità attentiva (aspetto cognitivo) nel selezionare e orientare il focus su informazioni rilevanti

    Ulteriormente, è bene sapere come sul piano pratico esistano diversi modi per riuscire a capire il prima possibile come adattarsi al meglio rispetto alle variabili ambientali (es: superficie, palle, vento, umidità, altitudine, luce, ecc.), e quindi produrre una risposta tattica funzionale. Tra questi artifici non mancano certo quelli riferibili all’avversario. Del resto, scoprire in anticipo i punti di forza e di debolezza del proprio contendente risulta essere in molti casi un vantaggio decisivo.
    In questo modo, concludo illustrando solo tre semplici esempi, utili a far capire al volo la semplice A-B-C dell’avversario e quindi come comportarsi di conseguenza.

    1- Durante il palleggio preliminare tirate almeno cinque palle verso il centro, al corpo dell’avversario e lui si sposterà sul suo lato più sicuro per togliersi d’impaccio, rivelando così il suo punto (colpo) di forza. Fate quindi leva pressando le sue aree di debolezza durante il gioco, in particolare nei momenti più delicati della partita
    2- Tirate alto in modo da recepire se l’avversario indietreggia lasciando cadere la palla dopo il rimbalzo evidenziando una propensione all’attesa, anziché avanzare per colpirla il prima possibile in fase ascendente, svelando così un’inclinazione offensiva. Nel primo caso, il piano d’azione generale prevede di accorciare i tempi d’azione. Nel secondo invece, la pianificazione mira a dilatare i tempi di gioco, in modo da logorare l’impeto dell’antagonista.
    3- Osservate la continuità e la profondità della seconda palla di servizio del contendente, la qualità di questo fondamentale determina spesso il livello di gioco. Così, se il secondo servizio dell’avversario risulta debole non esitate a prendere il sopravvento dello scambio direttamente dalla risposta. Viceversa, se la seconda palla risulta invece robusta, rispondete verso il centro del campo, lontano dalle righe; una modalità per evitare errori gratuiti.

    Luca Bottazzi – Questi tre semplici punti sono solamente un breve accenno, parte di una vasta gamma di possibilità, in grado di disegnare l’intera disciplina. Un piccolo esempio in cui viene illustrato, solo in prima battuta, cosa fare per fronteggiare l’evenienza presa a campione. Maggiori approfondimenti riguardanti cosa fare ulteriormente, come fare, quando fare, quali e quante situazioni da fronteggiare esistono, ecc., sono aspetti ovviamente possibili da scoprire solo attraverso un lungo percorso formativo.

    Luca Bottazzi visita il sito ufficiale!

    Vuoi legggere il suo libro? Clicca qui!

    Commenti

    Newsletter

    Ti potrebbe interessare...

     

    Segui i tornei in collaborazione con TENNISTALKER MEDIA PARTNER

    più popolari