Bublik – Vantando in doppio la finale al Roland Garros e raggiungendo la 37esima posizione nel ranking ATP, é un personaggio particolare, ma in senso buono. Quando si intervista un tennista famoso e con una bella carriera alle spalle ci si aspetta sempre di ricevere risposte quali: guadagno facendo ciò che amo, oppure: il tennis é la mia vita.
Aleksandr Bublik, accreditato come Alexander Bublik dall’ATP (in russo: Александр Станиславович Бублик), Alexander Stanislavovich Bublik; Gatčina, 17 giugno 1997), è un tennista russo naturalizzato kazako dal 2016. In singolare, nel circuito maggiore, ha raggiunto quattro volte la finale subendo altrettante sconfitte.
Inizia a giocare a tennis all’età di 2 anni grazie al padre, che verrà confermato come coach anche nella carriera professionistica del figlio. Ha raggiunto gli onori della cronaca per aver dichiarato di vedere il tennis solo come fonte di guadagno e non come una vera e propria passione, si legge su Wikipedia.
Sará vero tutto questo odio o c’é qualcosa sotto?
In un’intervista al quotidiano “L’Equipe” , il tennista kazako ha rivelato di giocare soprattutto per soldi. L’intervista è partita dalle famose parole pronunciate da Bublik durante il torneo di Montpellier ( ‘Odio il tennis, lo odio con tutto il mio cuore’ ) .
“Non vedo niente di positivo nell’essere un giocatore di tennis” , ha detto l’attuale numero 55 del mondo. “Gioco solo per i soldi. Se non ci fossero dei soldi in gioco, mi ritirerei subito. Non penso di guadagnare abbastanza soldi, altrimenti mi sarei già fermato.
O forse no… Non sono ancora arrivato al punto del mio amico Tomic, ma non sono così lontano! “.
Bublik ha poi cercato di spiegare più nel dettaglio il suo rapporto con il tennis, specificando quali sono gli aspetti che proprio non riesce ad accettare.
“Amo lo sport, adoro colpire la palla e sono sicuro che anche dopo il ritiro continuerò a colpire migliaia di palle. Probabilmente morirò giocando a tennis. Ma è difficile, essendo un professionista, giocare ogni giorno, sempre con nuovi avversari, anche se hai dolore dappertutto.
Anche se divorzi, se ti separi dalla tua ragazza, devi giocare e se perdi tutti ti chiedono perché hai perso. È questa la parte del tennis che odio. Negli sport di squadra puoi andare dall’allenatore e chiedere di non giocare se non stai bene, nel tennis no”, si legge su TennisWorld Italia.
Non sembrerebbe quindi un odio dettato dallo sport in sé, ma piuttosto dai sacrifici che questo comporta. Bublik, si sa, é molto giovane, e avere tutto questo peso mediatico addosso a volte non é semplice.
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