Luca Bottazzi – Per introdurre questo argomento, mi avvalgo di quanto avevo già scritto nel 2010, insieme al Prof. Carlo Rossi e al Prof. Michele Pisaturo, nel libro “Dal bambino al campione di se stesso”. Sono passati diversi anni, eppure il testo risulta ancora assolutamente innovativo.
Il tema in questione è di fondamentale importanza perché la strategia viene spesso confusa nell’ambiente con la tattica, così come la tecnica con la destrezza e così via.
L’intento è quello di fornire agli appassionati un breve sunto in merito a questo basilare elemento, accompagnandolo con alcuni riferimenti pratici pronti per l’uso.
La strategia – Luca Bottazzi
Innanzitutto, il termine strategia indica un piano di azione predeterminato, generalizzato, ritenuto funzionale al conseguimento di uno scopo specifico e perciò elaborato per eseguire compiti nelle condizioni ritenute ideali.
Si tratta di un progetto di azione a lungo termine che:
tenendo conto delle regole e delle condizioni di gara previste, individua i comportamenti considerati in linea teorica adeguati ad ottimizzare le probabilità di successo.
La strategia spesso viene riferita ad aspetti immodificabili, indipendenti dal valore e dalle qualità dei contendenti, di carattere logico, geometrico, fisico (tempi, spazi, angolazioni, traiettorie, velocità, ecc.) che per facilitare il compito definivamo a suo tempo “Fondamenti Strategici”.
La conoscenza di tali fondamenti è la base di partenza della formazione dell’abilità strategica e successivamente, come vedremo nel prossimo appuntamento, anche di quella tattica.
La conoscenza dei “Fondamenti Strategici” è quindi il presupposto necessario per selezionare in maniera automatizzata programmi motori idonei, ulteriormente, definiscono le modalità di conduzione dell’azione in fase di attacco, manovra e difesa.
Dunque, riconosciamo la fase di attacco come una situazione attiva di vantaggio che si attua in avanzamento sul campo per togliere spazio tempo all’avversario, con il preciso intento di concludere il punto, di rimbalzo o al volo.
La manovra è invece una circostanza neutra che si sviluppa a ridosso della riga di fondo campo e a seconda della maestria individuale volge a vantaggio o meno del giocatore che la conduce.
La difesa – Luca Bottazzi
Questa situazione può quindi preludere a un’azione di attacco o, nel caso l’avversario prenda il sopravvento, per ripiegare nella difesa.
La difesa, invece, avviene in situazioni di svantaggio, solitamente all’esterno del campo, con poco spazio tempo a disposizione. Un momento nel quale l’obiettivo è quello di contenere e possibilmente respingere l’attacco del contendente.
In questo modo, le diverse situazioni di gioco si determinano in rapporto alla possibilità di poter giocare angolazioni, traiettorie, velocità, in relazione all’altezza e distanza della palla rispetto alla rete e al centro del campo. Da qui sorgono i principali “Fondamenti Strategici”, risorse in grado di consentire l’elaborazione del piano di gioco anche quando ci si trova lontani dalla partita.
Riferimenti, ribadisco, incorporati nella disciplina del tennis, quindi indipendenti dalle qualità di ciascun giocatore.
Di seguito, illustro brevemente solo alcuni postulati per fornire un’idea utile alla pratica
1- SPAZIO: nella direzione diagonale la palla percorre più spazio rispetto a quella in lungo linea
2- TEMPO: più si gioca dentro al campo e più si restituisce la palla in minor tempo
3- ANGOLI: più ci si trova dentro al campo e maggiori sono le angolazioni disponibili
4- TRAIETTORIE: più si gioca lontani dalla rete, più la traiettoria della palla deve essere alta, al contrario, più ci si avvicina, e più la traiettoria della palla deve essere bassa
5- VELOCITA’: se la palla viene colpita sopra il livello della rete allora è possibile imprimere tutte le velocità, anche quelle elevate. Al contrario, se si colpisce al di sotto della rete l’opportunità sopramenzionata viene preclusa.
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