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  • Scopriamo Threat Matrix, il sistema IA contro gli abusi online 

    Scopriamo Threat Matrix, il sistema IA contro gli abusi online 

    Il fenomeno che contrasta gli abusi online nello sport: Threat Matrix, una soluzione dell’Intelligenza Artificiale utile anche nel tennis

    Anche il mondo dello sport sta vivendo un numero crescente di abusi online, che minacciano soprattutto l’alto livello. Gli sportivi fino ai più grandi campioni sono infatti le prede ideali di gente che si diverte a rovinare la loro salute psicologica. Insulti, molestie e, purtroppo, anche minacce di morte sono all’ordine del giorno.

    Proprio per questo, molti atleti hanno chiesto aiuto per trovare una soluzione a questo grande problema. Così è nato Threat Matrix, un servizio sviluppato dalla società di intelligenza artificiale Signify Group e supportato dal team investigativo di Quest. L’obiettivo è quello di far sentire al sicuro gli atleti, garantire il loro benessere mentale e promuovere un ambiente sportivo sempre più inclusivo.

    Threat Matrix nel tennis: ITF, WTA, Wimbledon e USTA uniti contro gli abusi social

    Threat Matrix è un sistema che è stato adottato nel mondo dello sport per proteggere gli atleti. Nel tennis, dal 2023 gli organi come l’ITF, la WTA, l’All England Lawn Tennis Club (AELTC) e la United States Tennis Association (USTA) stanno attuando un metodo per contrastare il più possibile gli abusi online contro giocatori, dirigenti e chiunque si trovi nell’ambiente del tennis. 

    Questo programma è entrato in azione il 1° gennaio 2024. Esso si occupa di rilevare gli abusi sui social media e i contatti online inappropriati che fungono da minaccia verso i giocatori. Questo sistema è attivo in tutti i tornei partner e per ogni giocatore che partecipa ad eventi ITF World Tennis Tour, WTA Tour, Wimbledon e US Open.

    Il grido di aiuto di Raducanu, Osaka, Stephens e Dart 

    Nel mondo del tennis, il sistema si è attivato a seguito delle richieste di aiuto di Emma Raducanu e Naomi Osaka. Le due giocatrici avevano lanciato un grido d’allarme pubblicamente, pensando anche di cancellarsi dalle piattaforme social come Instagram e Twitter. Un esempio è anche la tennista Harriet Dart, che aveva dichiarato di aver limitato la sua presenza sui social. Questo per stare alla larga degli haters, dopo essere stata spesso al centro di commenti d’odio indipendentemente dalle sue vittorie e sconfitte.

    Un altro esempio è Sloane Stephens. Secondo quanto riportato dalla BBC, la tennista americana ha ricevuto oltre duemila messaggi offensivi dopo aver giocato una partita.

    Emma Raducanu scossa dopo aver notato uno stalker sugli spalti a Dubai
    Emma Raducanu scossa dopo aver notato uno stalker sugli spalti a Dubai / Credit: AFP

    Non solo il tennis dà l’allarme. Altre voci provengono dalla pattinatrice cinese Zhu Yi dopo i giochi olimpici del 2022 e dal capitano della squadra femminile di basket indiana Shireen Limaye. Anche il giocatore di rugby Owen Farrell e la campionessa olimpica di sci alpino Lindsey Vonn hanno preso parte al coro. 

    Proprio per questo i sistemi di intelligenza artificiale sono stati utilizzati in altri eventi come la Coppa del Mondo di rugby e la Coppa del Mondo FIFA. 

    Come funziona Threat Matrix 

    Threat Matrix è un progetto congiunto sviluppato dalla commissione atleti e dalla commissione medico-scientifica del Cio (Comitato olimpico internazionale). Si tratta di un software che utilizza una combinazione di intelligenza artificiale e dati open source, e opera in quattro fasi: approvvigionamento dei dati, elaborazione, revisione umana e input azionabili.
    Questo sistema, attivo in 39 lingue, riconosce e neutralizza i contenuti ritenuti offensivi verso gli atleti. Successivamente questi vengono classificati in base al tipo di abuso e segnalati a un team di revisori umani, il quale decide le conseguenze (dalla semplice rimozione del post a misure più severe). Una volta trovati i responsabili, essi vengono rimossi dal social in questione. Questo processo è così veloce che molto spesso avviene ancor prima che un atleta abbia la possibilità di visualizzare il contenuto.

    Interessante è il fatto che i nuovi sistemi come Threat Matrix superino la semplice individuazione di post volgari o offensivi. Per intendersi, esso assomiglia a Chatgpt: modelli linguistici che analizzano enormi porzioni di testo e identificano le intenzioni anche in assenza di “parole chiave”. Threat Matrix è impostato proprio nello stesso modo. L’approccio utilizzato è di tipo multiforme: attraverso l’analisi del sentiment questo programma è in grado di rilevare ed elaborare anche il tono dei commenti sarcastici, le immagini e le emoji che possono alterare il significato di un testo.

    Come citato in un comunicato dell’ITF, Threat Matrix si occupa di:

    monitorare gli account pubblici social (come X, Instagram, YouTube, Facebook e TikTok) in cerca di contenuti offensivi, e interviene anche nel caso di abusi e minacce ricevuti nella messaggistica privata;

    – dare una valutazione tempestiva delle minacce per garantire la sicurezza personale dei giocatori e degli altri membri;

    avvertire le piattaforme social nel caso di abusi e minacce, in modo tale che venga effettuata la loro rimozione;

    – dare supporto alle forze dell’ordine nei casi più gravi;

    -prevedere programmi di supporto educativo ai giocatori per ridurre gli abusi e le minacce. 

    Dati che dimostrano l’efficacia di Threat Matrix

    Ci sono alcuni dati che mostrano che Threat Matrix stia dando i suoi frutti.

    Nel 2022 la piattaforma ha condotto uno studio su oltre 1,6 milioni di post pubblici su X e 19.000 commenti su Instagram, inviati ad un campione di 454 giocatori scesi in campo in tornei di tennis. I risultati dell’indagine hanno mostrato che un giocatore su quattro è stato oggetto di abusi

    Secondo quanto riporta l’ITF, il servizio attualmente protegge 7.739 giocatori che competono nei tornei ITF e 563 giocatori che partecipano agli eventi WTA. Sono stati tenuti sotto controllo anche tutti i giocatori che hanno partecipato a Wimbledon e agli US Open nel 2024, così come i giudici di sedia presenti.

    Tra gennaio e ottobre 2024 il servizio ha monitorato 2,47 milioni di post. Tra questi, circa 12.000 post e commenti sono stati rilevati come offensivi e poi rimossi, e le identità di 15 autori di account altamente pericolosi sono state trasmesse alle forze dell’ordine nazionali. Nei casi più gravi si è arrivati a segnalare, bloccare e rimuovere gli account per gravi violazioni, minacce e uso da parte di associazioni criminali. È stato rilevato che il 48% dei casi provengono da “scommettitori frustrati”, che si sono infuriati e sfogati direttamente contro i giocatori.

    Non solo tennis: le rilevazioni dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 e della Olympic esports week

    Anche i Giochi Olimpici di Parigi del 2024 hanno rappresentato un’ottima “cavia” per valutare l’efficacia di Threat Matrix. 

    Secondo una stima effettuata dal Cio avvenuta prima delle Olimpiadi, esse avrebbero dovuto generare oltre mezzo miliardo di post sui social media. A questi numeri esorbitanti bisogna poi aggiungere gli infiniti commenti degli utenti. Nel concreto sono stati individuati più di 15mila atleti e 2mila ufficiali di gara, le cui prestazioni e benessere mentale erano a rischio. 

    Durante la Olympic esports week, invece, Threat Matrix ha analizzato più di 17mila post pubblici. Sono stati identificati 199 messaggi potenzialmente offensivi, i quali sono stati rimossi e sono state applicate sanzioni ai responsabili.

    L’Intelligenza Artificiale per un futuro migliore: nel 2025 Threat Matrix verrà potenziato

    Un portavoce dell’iniziativa ha affermato le potenzialità di Threat Matrix: “Proteggere i giocatori e la famiglia del tennis in generale dagli abusi online è fondamentale per tutti noi. Ecco perché ci siamo riuniti un anno fa per mettere in atto un servizio di monitoraggio proattivo per i nostri atleti e dirigenti. Mentre entriamo nel 2025, l’iniziativa Threat Matrix sarà ulteriormente potenziata. Siamo realisti sulla battaglia che affrontiamo, ma siamo risoluti nel fare tutto il possibile per proteggere i nostri atleti, la loro salute mentale e il loro benessere generale dagli abusi online”.

    L’Intelligenza Artificiale è sicuramente una soluzione innovativa per proteggere gli atleti e il mondo dello sport. Threat Matrix può essere l’inizio di un cambiamento più grande. Come ha detto la responsabile dell’Unità sport sicuro del Cio Kirsty Burrows alla BBC, si tratta di adottare un approccio olistico al benessere degli atleti. 

    È bello conoscere queste iniziative che sono da trampolino di lancio per un futuro migliore nel mondo dello sport, a tutti i livelli. Lo sport è simbolo di vita, divertimento, rispetto e benessere. E così deve restare. 

  • Olimpiadi, cultura sportiva e giornalismo

    Olimpiadi, cultura sportiva e giornalismo

    Un webinar (gratuito) per spiegare Parigi 24 dietro le quinte

    Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono terminate da qualche giorno, con tutto il loro carico di emozioni, di medaglie, di imprese realizzate o sfuggite d’un soffio. Ma alla fine dei Giochi nella capitale di Francia resta anche la memoria di come i media italiani hanno raccontato questo evento.

    Con modi diversi di guardare uno stesso risultato: attraverso gli occhi di un racconto destinato alla cultura pop o secondo gli schemi di coloro che lo sport lo vivono da dentro, 365 giorni l’anno. E che dunque sanno bene che vittorie e sconfitte sono
    questione di dettagli, spesso senza alcuna colpa particolare per chi non ce la fa.

    Alessandro Nizegorodcew, insieme al team di SportFace.it (testata che dirige), ha vissuto i Giochi di Parigi dietro le quinte, raccontando ogni disciplina con competenza e attenzione. Dal tennis all’atletica, dalla ginnastica agli sport di squadra, compreso il memorabile Oro del doppio Errani/Paolini.

    Proprio il direttore di SportFace.it è dunque la persona ideale per dare un’occhiata più approfondita alle Olimpiadi francesi, forte di un’esperienza a Cinque Cerchi che arriva da lontano. La persona ideale per spiegare perché un quarto posto olimpico non è una delusione, bensì qualcosa da ricordare e da raccontare nel modo corretto.

    Affinché il pubblico possa capire che lavoro c’è dietro alle imprese che vediamo in tivù.

    Il webinar gratuito – in calendario per sabato 31 agosto alle ore 18 – nasce dall’iniziativa di Game Comunicazione & Media, realtà leader nel settore (con una forte presenza nel mondo del tennis), che organizzerà poi dal 21 settembre 2024 il primo corso base di giornalismo sportivo: 20 ore di lezione on-line, con una panoramica di tutti gli aspetti del mestiere.

    Dalla scrittura di un articolo, all’intervista, dai media vecchi e nuovi alla telecronaca, passando per social e uffici stampa.

    COME ISCRIVERSI

    Chi vuole iscriversi al webinar a tema Olimpiadi – durante il quale sarà possibile interagire con i giornalisti di Game Comunicazione e Media e di SportFace.it, anche attraverso domande mirate sui Giochi – può mandare una mail all’indirizzo redazione@gamecomm.it indicando il proprio nome e cognome.

    In seguito sarà inviato il link d’ingresso al webinar, da utilizzare nella giornata di sabato 31 agosto, a partire dalle ore 18.

  • I 3 Moschettieri di Parigi

    I 3 Moschettieri di Parigi

    Lorenzo Musetti, Sara Errani e Jasmine Paolini tornano a casa dalle Olimpiadi con un bottino di medaglie che farebbe invidia a chiunque

    Il Gladiatore di Bronzo

    Lorenzo Musetti, con la sua grinta e determinazione, ha combattuto come un vero gladiatore, conquistando una meritatissima medaglia di bronzo nel singolare. Ogni scambio sul campo era una battaglia, ogni punto una conquista, e alla fine, il giovane talento ha fatto brillare il bronzo italiano sul podio olimpico.

    Nel suo percorso ha dovuto “duellare” con Gael Monfils (6/1 6/4), Mariano Navone (7/6 6/3), Taylor Fritz (6/4 7/5) e Zverev (7/5 7/5) per poi arrendersi solo a Novak Djokovic (4/6 2/6) che avrebbe poi conquistato la tanto ambita medaglia d’oro in finale su Carlos Alcaraz. Infine la vittoria su Auger Aliassime (6-4 1-6 6-3) per entrare nella storia.

    Lorenzo Musetti

    È stata una partita difficile, si sente la stanchezza accumulata nel mese. L’ho voluta e me la sono meritata. Lui ha servito bene e alzato il livello come me nel terzo set. Ho fatto belle giocate, coraggiose e queste meritano la medaglia. Bronzo? Se me l’avessero detto tempo fa li avrei mandati a quel paese…” le parole di Musetti dopo il match.

    Le Regine del Doppio 

    Nel doppio, Sara Errani e Jasmine Paolini hanno dimostrato un’affinità e una sinergia perfette, come se giocassero insieme da sempre. Invece solo due anni fa, Sara, in ottica olimpiadi, aveva chiesto a Jasmine se volesse provare a fare il doppio con lei. E quanta strada hanno fatto da allora insieme! Vittoria nell’ATP 1000 di Parigi, finale al Roland Garros e ora la medaglia d’oro alle olimpiadi.

    È stato difficilissimo, io ero molto tesa. Poi la tensione è andata via, abbiamo giocato meglio e ora siamo contentissime. Emozioni uniche” le parole di Paolini ai microfoni Sky dopo la vittoria.

    Sara Errani centra il Career Golden Slam (la vittoria in tutti e 4 gli Slam più la medaglia olimpica) e racconta nell’immediato post-partita: “Questa è pazzesca per come è andata dopo il 1° set. È stata dura, l’abbiamo tirata su e siamo troppo felici“.

    Parigi non sarà più solo la città delle luci, ma anche la città dove il tennis si è tinto di azzurro grazie ai nostri straordinari moschettieri!

  • Olimpiadi parte 2nda: una giornata nel Roland Garros… che non esiste

    Olimpiadi parte 2nda: una giornata nel Roland Garros… che non esiste

    Il momento in cui Novak Djokovic si pone al collo la medaglia che corona la sua straordinaria carriera mi pare quello giusto per riflettere sulle differenze fra il torneo parigino “formato Slam” e quello invece cui ho assistito durante la competizione olimpica

    Va detto innanzitutto che, con ogni probabilità, il Torneo Olimpico sui campi del Bois de Boulogne è qualcosa che non si vedrà mai più, oltre che a non essersi mai visto sinora.

    Salvo sconvolgimenti che fatico ad immaginare, il campionato del mondo della terra rossa tornerà a svolgersi nella capricciosa primavera parigina, prendendosi due comode settimane senza essere compresso nei ritmi forsennati della programmazione olimpica.

    Per cui, questi sette giorni di match estivi sono destinati a essere un bellissimo, stralunato ricordo. E con esso, sbiadiranno le differenze fra le due versioni dell’RG, quello Slam e quello Olimpico, che invece hanno costituito motivo di curiosità e interesse per chi ha avuto modo di esserci, e anche per chi lo ha guardato da casa.

    Ma procediamo con ordine, partendo… dagli ingressi.

    GLI INGRESSI

    La complessa biglietteria delle Olimpiadi prevede un meccanismo che funziona esclusivamente via App ufficiale e che non prevede più il biglietto tradizionale. Il giorno stesso della competizione, preceduto da un profluvio di e-mail e notifiche di avvertimento, lo spettatore riceve sul proprio telefonino il QR code che da’ l’accesso all’impianto, e più in generale alla zona dell’impianto.

    Senza di quello, inutile anche sperare di avvicinarsi ai cancelli di ingresso. I quali cancelli di ingresso sono appunto strettamente correlati al biglietto stesso, col risultato come nel mio caso che l’accesso dal Gate 1 richieda l’intera circumnavigazione dell’impianto, fra percorsi transennati degni dei cari vecchi Giochi senza Frontiere, in compagnia di altri tifosi altrettanto spaesati.

    Alla fine, però si arriva al punto giusto, e devo dire la trafila di sicurezza è piuttosto rapida, sia per la scansione del QR code che per l’ormai tradizionale “pesca nello zaino” effettuata dagli scrupolosi controllori della sicurezza.

    LA FOLLA

    Dentro, l’impatto è la prima delle sorprese. Se vi ricordate i vialetti dell’impianto pieni di gente, moltiplicate l’effetto per due. Nel Roland Garros del secondo giorno di gara olimpica, semplicemente non si cammina.

    L’impressione piuttosto evidente è che si sia scelto di vendere il massimo quantitativo di tagliandi fisicamente possibile, senza tener conto dalla capienza assicurata dagli stadi e dai campi con tribuna. E come si è capito, tutti i biglietti di tutte le manifestazioni sono stati venduti.

    Mentre sguardi desolati e talvolta disperati osservavano dall’inizio della coda il lontano ingresso delle pur molte toilette presenti, i cassieri dell’enorme negozio di merchandising fronteggiavano l’orda degli acquirenti come neanche Tom Berenger in Platoon di Oliver Stone coi Vietcong.

    La folla di spettatori che si dirige a vedere gli incontri di tennis al Roland Garros per le Olimpiadi Parigi 2024

    “RESTEZ HYDRATÉES”

    I punti di ristoro se la giocavano, quanto a lunghezza delle code, con le colonnine d’acqua e i nebulizzatori posti a salvaguardia dell’ossessionante monito “restez hydratées” che inseguiva gli spettatori praticamente in tutta la città.

    Già, perché la vera, grande sorpresa di questo torneo che non esiste, è stato il caldo. Abituato alla tradizione, e un po’ anche indotto dalla variabilità del tempo parigino, mi ero nascostamente portato un k-way. Risultato, quaranta gradi e un’umidità altissima, in un impianto peraltro largamente cementificato.

    Letteralmente un inferno, cui nessuno della parte di pubblico rappresentata dagli habituées dell’impianto (direi circa la metà) era minimamente preparata.

    Ad un certo punto del match fra Navone e Musetti, in una calura soffocante che neanche a Indian Wells a Ferragosto, i due giocatori erano chiaramente accomunati al loro pubblico dal medesimo pensiero: la partita finisce con una vittoria o un decesso (dei giocatori, di uno spettatore o di entrambi)?

    Lorenzo Musetti

    IL PUBBLICO

    Vero, non era costituito solo dagli spettatori abituali, ammesso e non concesso che questo sia un male. Schiamazzi, qualcuno, ma non ho visto nulla che non abbia visto altrove, incluso il tifo fuori dal comune e soprattutto fuori luogo per i giocatori e le giocatrici francesi, risultati alla mano.

    L’IMPIANTO

    Qui, il rebranding è stato essenziale, RG si è vestito dei colori olimpici ma senza rinunciare al suo aplomb, le differenze sono state minime.

    Desolante invece l’esclusiva venduta a VISA per tutte le transazioni con carta di credito, al RG come negli altri siti. Se avevi una VISA bene, se non ce l’avevi come me dovevi rassegnarti al caro vecchio contante oppure all’acquisto di una card virtuale, sempre di Visa.

    Bizzarro e forse eccessivo, ma per una manifestazione che fattura dodici miliardi di euro contro i dieci spesi, una scelta piuttosto conveniente.

    GLI INSERVIENTI

    E no, gli inservienti non parlano inglese. Sono tanti, gentili, affidabili, addirittura simpatici in taluni casi, ma salvo rare eccezioni biologicamente refrattari alla lingua d’oltremanica.

    Per cui molti hanno dovuto fare come me, e mettere tutte e due le mani nell’armadio delle cose dimenticate del proprio cranio per estrarre almeno brandelli del francese imparato al liceo.

    Monsieur, s’il vous plait, où est mon siège?

    ANCORA IL PUBBLICO

    Il pubblico, dicevo. Ed è questa la vera differenza fra le due versioni di RG. Non è il tennis (e i suoi spettatori) ad essere andato a vedere le Olimpiadi, è accaduto esattamente il contrario: sono le Olimpiadi, coi loro spettatori e tifosi multicolori, ad essere andati a conoscere il Tennis.

    Una moltitudine di persone allegre, multicolori, coi colori delle proprie nazionali si catapultava da un campo all’altro per tifare la propria squadra, in qualche caso senza conoscere neanche benissimo le regole.

    Non importa nulla, si fa comunque il tifo mangiando un hamburger gigantesco a quarantun gradi e senza nessuna speranza di agguantare una bottiglietta d’acqua.

    Ma lasciatemi dire una cosa. Dopo anni di torneo compassato e attento, in cui anche l’eleganza contava fra i vialetti, a me è piaciuto un sacco!

    La mascotte di Parigi 2024

    (Paolo Porrati)

  • Olimpiadi parte 1a: à la recherche dello Spirito Olimpico

    Olimpiadi parte 1a: à la recherche dello Spirito Olimpico

    Appena rientrato a Milano, sono pronto a raccontare perché le Olimpiadi di Parigi 2024 sono secondo me un’esperienza che valeva la pena di essere fatta

    Partiamo da una considerazione logica, probabilmente più visibile sul posto che da lontano. La Francia si è trovata a organizzare l’evento sportivo più grande del mondo in un periodo storico drammatico, con due guerre in corso e minacce terroristiche di tutti i tipi, incluse quelle ambientaliste.

    Considerata la complessità organizzativa anche solo a livello di sicurezza, a me sembra un vero miracolo che le Olimpiadi si siano potute anche solo iniziare. E credo la pensassero in maniera simile alla mia le migliaia di persone che con me percorrevano il dedalo di transenne che collega il Trocadero al meraviglioso stadio del beach tennis costruito proprio sotto la Tour Eiffel.

    Disagi ce ne sono stati, sciocchezze ce ne sono state (come il bizzarro “balletto della Senna”), ma l’emozione è stata talmente forte da rendere il tutto sopportabile. Incluso il “cigno nero” rappresentato dal trittico metro chiusa + autobus fermati + bike sharing limitato che mi ha appiedato all’uscita del Roland Garros, proprio in concomitanza con l’ingresso dei tifosi al Parc des Princes per la partita di calcio della Francia.

    Un vero delirio cui mi sono sottratto solo grazie ai cari vecchi … taxi!

    Lo Spirito Olimpico, alla fine è questo ciò che ti resta. Un’ineffabile combinazione di sensazioni, immagini, odori ed emozioni prodotti da un’Umanità che per due settimane corre suda mangia e dorme pensando solo allo sport.

    È l’arcobaleno di colori e sorrisi delle squadre che nei giorni liberi visitano la città con le loro divise nazionali addosso.

    Sono i turisti e tifosi che si scalmanano per il proprio connazionale impegnato in una disciplina della quale neanche conoscono le regole.

    È il volontario sudato che ti sorride scusandosi perché non spiccica una parola di inglese mentre ti indica a tentoni la toilette più vicina.

    È il russo (si, proprio russo) vestito come un incubo di Prada che spedisce moglie e figli indisciplinati alla brasserie del Roland Garros per gridare “Alé Mahac” (ndr giocatore Ceco di modesta entità tennistica) mentre si fa sfracellare da Zverev.

    Ma anche il francese che sempre al Roland Garros tifa spagnolo con addosso la maglia di Insigne, o l’inserviente della metropolitana che canta e balla per intrattenere i passeggeri della metropolitana chiusa perché la Polizia sta controllando il solito maledetto zaino dimenticato.

    È questo è molto altro, lo Spirito Olimpico, e in fondo è questo ciò che si viene a cercare qui: il breve respiro di un mondo possibile.

    Post Scriptum: si, lo rifarei, nonostante la spesa, anzi probabilmente prenderei anche i biglietti per il Grand Palais [Scherma], lo Stadio del Nuoto e perché no anche Versailles [equitazione].

    Perchè, in fondo… quando ti ricapita una cosa del genere?

    Capito, Jannik?

    Paolo Porrati

  • Il super tie-break nel doppio alle Olimpiadi: perché Nadal non è d’accordo

    Il super tie-break nel doppio alle Olimpiadi: perché Nadal non è d’accordo

    Le parole del maiorchino serviranno a far cambiare le regole del Comitato Olimpico?

    Rafael Nadal, uno dei più grandi tennisti della storia, non ha mai avuto paura di esprimere le sue opinioni su temi importanti nel mondo del tennis. A Parigi il campione spagnolo ha sollevato una questione riguardante il formato del super tie-break utilizzato nelle competizioni di doppio alle Olimpiadi, suscitando un dibattito interessante tra appassionati e addetti ai lavori.

    Cos’è il super tie-break?

    Il super tie-break si gioca per decidere il vincitore di una partita di doppio quando i set sono in parità (1-1). Invece di giocare un terzo set completo, i giocatori disputano un tie-break fino a 10 punti, con la necessità di avere almeno due punti di vantaggio per vincere.

    Il format è stato introdotto per la prima volta nel 2005 con lo scopo di cercare di salvare una disciplina che stava perdendo d’interesse. L’intento era quello di far disputare partite più brevi e con un finale emozionante.

    L’ATP, all’epoca guidata da Etienne De Villiers, sperava così di ricondurre i top-players verso la specialità del doppio. Non è andata del tutto così, anche se il super-tie break è stato alla fine adottato in tutti i tornei di doppio.

    Piano piano, ha iniziato ad essere adottato anche nel singolare come ben sanno tutti i giocatori che frequentano i tornei FITP.

    Le parole di Nadal a Parigi 2024

    Al termine del match di doppio, vinto al super tie-break, con Carlos Alcaraz contro gli olandesi Griekspoor e Koohlof per 6/4 6/7 10/2, Rafael Nadal ha espresso il suo disappunto verso la regola del super tie-break.

    Non capisco perché vogliano premiare una lotteria come è il super tie-break invece di giocare il terzo set come si gioca in una partita tradizionale. In un torneo ATP penso che sia comprensibile perché consente ai giocatori di singolare di giocare anche in doppio, ma i Giochi Olimpici si svolgono ogni quattro anni e sono il torneo di doppio più importante della nostra carriera“.

    Ha inoltre ricordato che quando aveva giocato nel 2016 le Olimpiadi a Rio de Janeiro, questa regola non esisteva e che infatti si giocava un normale terzo set in caso di parità.

    Reazioni e dibattito

    Le dichiarazioni di Nadal hanno trovato eco in vari esponenti del mondo del tennis. Molti giocatori di doppio condividono la sua opinione, sottolineando come il super tie-break possa trasformare una partita equilibrata in una lotteria. Tuttavia, ci sono anche coloro che difendono questo formato, sostenendo che rende il gioco più emozionante e accessibile per il pubblico.

    Conclusioni

    Il dibattito sul super tie-break nel doppio alle Olimpiadi solleva questioni importanti riguardo l’equilibrio tra tradizione e innovazione nello sport. Le parole di Nadal invitano a riflettere su come mantenere l’integrità e la profondità strategica del gioco, pur adattandosi alle esigenze moderne.

    Come spesso accade nello sport, trovare un equilibrio perfetto non è facile, ma le opinioni di campioni come Nadal sono fondamentali per guidare il dibattito e cercare soluzioni che rispettino sia gli atleti che gli spettatori.

    E voi Talkers cosa ne pensate? Siete d’accordo con le parole di Nadal oppure no? Scrivetelo nei commenti!

  • Venerdì 26 luglio 2024: Parigi si accende per le Olimpiadi

    Venerdì 26 luglio 2024: Parigi si accende per le Olimpiadi

    Da sabato 27 luglio lo stadio del Roland Garros riapre le porte ai grandi campioni del tennis

    LA STORIA DEL TENNIS ALLE OLIMPIADI

    Il tennis fece la sua prima apparizione alle Olimpiadi moderne nel 1896, a Atene, come parte del programma inaugurale. In quell’edizione, gli uomini gareggiavano in singolo e doppio, ma non c’erano competizioni femminili, che furono introdotte solo nel 1900 proprio a Parigi.

    In questa prima fase il tennis olimpico era dominato da tennisti europei e nordamericani, in particolare da Gran Bretagna e Stati Uniti.

    Le due nazioni sono infatti ancora oggi quelle che, nel tennis, vantano il maggior numero di medaglie conquistate: 21 medaglie d’oro per gli Stati Uniti e 17 per la Gran Bretagna.

    Dopo le Olimpiadi del 1924, organizzate esattamente 100 anni fa a Parigi, il tennis fu escluso dal programma olimpico a causa di divergenze. All’epoca infatti il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) sosteneva che solo gli atleti non professionisti potessero competere, mentre il tennis stava diventando sempre più un sport professionistico. Questa esclusione durò per oltre sessant’anni, durante i quali il tennis olimpico rimase un lontano ricordo per gli appassionati di questo sport.

    Il tennis fece finalmente il suo ritorno alle Olimpiadi nel 1988 a Seoul, dopo essere stato reintrodotto come sport dimostrativo nel 1968 e nel 1984.

    Con il ritorno nel programma ufficiale la formula prevedeva incontri di singolare e di doppio, ma non il doppio misto che è stato reintegrato per i giochi olimpici organizzati a Londra nel 2012.

    Ad eccezione delle edizioni del 1896, 1900, 1904, 1988, e del 1992, quando veniva assegnata la medaglia di bronzo a tutti i semifinalisti sconfitti, in tutte le altre occasioni è sempre stata prevista una finale per il terzo e quarto posto.

    Da allora, il tennis alle Olimpiadi ha visto la partecipazione dei migliori giocatori del mondo, trasformando il torneo olimpico in uno degli eventi più attesi e prestigiosi del calendario tennistico.

    MOMENTI INDIMENTICABILI

    Dalla sua reintroduzione, il torneo olimpico di tennis ha offerto molti momenti indimenticabili.

    Tra questi, l’oro di Steffi Graf nel 1988, che le permise di completare il “Golden Slam” (vittoria in tutti e quattro i tornei dello Slam e l’oro olimpico nello stesso anno), e la vittoria di Andre Agassi nel 1996, uno dei pochi tennisti a completare il “Career Golden Slam” (vittoria in tutti e quattro i tornei dello Slam e l’oro olimpico anche se non disputati nello stesso anno).

    La coppia Golden del tennis mondiale!

    Andre Agassi e Steffi Graf

    Più recentemente, il successo di Andy Murray nel 2012 a Londra, seguito dalla sua difesa del titolo a Rio 2016, ha segnato un capitolo importante nella storia del tennis olimpico.

    I TENNISTI ITALIANI ALLE OLIMPIADI

    L’unica medaglia ufficiale che l’Italia ha conquistato nel tennis, risale al 1924, quando Uberto De Morpurgo conquistò il bronzo olimpico nel singolare maschile.

    Uberto De Morpurgo

    Si parla di medaglia “ufficiale” perché l’Italia in realtà ha conquistato altre due medaglie di bronzo a Los Angeles del 1984. Paolo Canè e Raffaella Reggi infatti salirono sul terzo gradino del podio rispettivamente nel singolare maschile e femminile, ma erano gli anni in cui il tennis alle Olimpiadi era ancora considerato uno “sport dimostrativo“. 

    Molti anni dopo De Morpurgo, chi si è spinto più avanti nel tabellone olimpico sono stati Renzo Furlan – attuale coach di Jasmine Paolini –nel 1996 ad Atlanta e Paolo Canè a Seoul nel 1988. Entrambi hanno raggiunto i quarti di finale.

    Stesso traguardo conquistato da Camila Giorgi nell’edizione conosciuta come Tokyo 2020, ma disputata l’anno seguente a causa della pandemia.

    I TENNISTI ITALIANI A PARIGI

    Quest’anno, nonostante il forfait di Jannik Sinner, le ambizioni di medaglia sono altissime per i giocatori azzurri.

    Le speranze in singolare sono riposte su Lorenzo Musetti (attualmente in semifinale ad Umago e in caso di finale sembra già tutto organizzato per non dover comunque rinunciare ad alcuno incontro), Matteo Arnaldi, Luciano Darderi e Andrea Vavassori che ha preso il posto dell’influenzato Sinner.

    In campo femminile abbiamo la numero 5 al mondo Jasmine Paolini, Elisabetta Cocciaretto e Lucia Bronzetti.

    Grandi aspettative sono riposte anche per il doppio dove in campo maschile ci saranno Vavassori-Bolelli e Musetti-Darderi (al posto di Sinner). Le donne scenderanno in campo con Errani-Paolini e Cocciaretto-Bronzetti.

    Possiamo definirlo il nostro Dream Team del tennis?

    LA CERIMONIA D’APERTURA

    La cerimonia d’apertura di questa sera, prevista dalle 19:30, sarà un evento straordinario, con gli atleti che sfileranno lungo la Senna su imbarcazioni. La parata partirà dal ponte Austerlitz e si concluderà al Trocadéro, passando per alcuni dei luoghi più iconici di Parigi. Qui, avrà luogo il giuramento olimpico e l’apertura ufficiale dei Giochi.

    TennisTalker augura buona fortuna a tutti gli atleti, tennisti e non, che rappresentano l’Italia in questo evento straordinario!