In questi giorni si sta svolgendo a Gaiba, piccolo paesino in provincia di Rovigo non distante dal passaggio del fiume Po, un torneo di tennis femminile da 125.000$. Una vetrina sportiva internazionale che “rischia”, durante la finale, di avere una quantità di spettatori superiore ai poco più di 900 abitanti che risiedono nel Comune.
Superata la strada principale e imboccata una piccola stradina laterale, ci si ritrova di fronte ad uno scenario completamente diverso dal paesaggio circostante: security, tende bianche ordinatamente allestite per giocatori e staff, una passerella stile catwalk, ristorante riservato, la press room, le tribune e loro: 6 bellissimi campi da tennis in erba naturale verdissima in contrasto con il gesso bianco che segna il terreno di gioco.
Sicuramente uno scenario diverso da quello che, a meno che non siamo tutti costanti frequentatori di Wimbledon, siamo abituati a vedere.
Le giocatrici sembrano a proprio agio nei campi di allenamento, forse un po’ meno nei due nuovi campi dedicati agli incontri. Dicono che il rimbalzo sia diverso e guardando le partite si capisce perché. La palla rimbalza molto poco e di conseguenza devono piegarsi sempre di più per poter rimetterla oltre la rete.
La giocatrice svizzera Ylena In-Albon – vincitrice della prima partita in assoluto del torneo – ha ironicamente sottolineato come solitamente il fatto di non essere altissima sia per lei uno svantaggio, ma non in questo caso dove il baricentro più basso l’ha aiutata.
Alcuni spettatori notavano come, prima di servire, le giocatrici non facciano mai rimbalzare la palla sul terreno di gioco e invece servano direttamente. Il palleggio non le aiuterebbe, perché troppo basso.
Però questo non ha scoraggiato per esempio Lucia Bronzetti, numero 72 del ranking mondiale e testa di serie numero 3 del tabellone, che all’esordio sull’erba ha vinto facilmente il primo incontro. Prima partita in assoluto? “Sì, prima di arrivare a Gaiba sono riuscita ad allenarmi solo 2 giorni andando ospite da una persona che ha 2 campi privati in erba, ma mai prima di adesso avevo disputato un vero incontro”.
Il sole è cocente e il pubblico cerca riparo preferibilmente sotto le tribune coperte. Quelle al sole sono decisamente meno affollate. Eppure quando chiediamo a Susan Bandecchi se ha sofferto molto il caldo, ci risponde che queste temperature non sono un problema e che con la giusta idratazione si recupera presto. Capisco quindi che a volte sudiamo di più noi spettatori da fermi che gli atleti in campo.
Bellissima la partita fra la tedesca Tatjana Maria e l’americana Claire Liu, vinta al terzo dalla prima, dove si è visto il vero gioco da erba con continui e ripetuti serve & volley. Maria però a bordo campo aveva le sue armi vincenti: le due piccole figlie e il marito che le fa da coach e con i quali in questi giorni ha vissuto anche da turista visitando Ferrara e i dintorni di Gaiba.
Grande interesse stanno suscitando le partite della giovanissima francese Diane Parry che solo qualche settimana ha battuto al Roland Garros la campionessa uscente Barbora Krejcikova. Un sorriso dolce che non l’abbandona neanche quando è in campo.
Il pubblico delle grandi occasioni si vede però soprattutto quando fa il suo ingresso in campo Sara Errani, ex numero 5 del mondo che in carriera è riuscita a conquistare in doppio tutti i 4 tornei dello Slam.
Sara è sicuramente a proprio agio sull’erba, l’esperienza si vede e la sta sicuramente aiutando in queste giornate che fanno da preludio al più noto torneo inglese.
Peccato non aver trovato le fragole con la panna o aver potuto bere un Pimm’s, ma per tutto il resto la piccola Gaiba ci sta facendo vivere a little dream.